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Sassari, 23/10/1885 - Andorno Micca (Bi), 20/05/1945
Nato a Sassari il 23 ottobre 1885, morì tragicamente tragicamente
nell'aprile 1945 a Andono Mucca (Piemonte). Da studente liceale ed
universitario ottenne i primi successi con caricature, collaborando come
illustratore a settimanali goliardici dell'epoca e, per due anni, al
"Giornalino della domenica". Si laureò in legge (1908). Alla Biennale
Veneziana del 1909 fu accettato un suo lavoro (Processione in
Barbagia) e così ebbe inizio la sua brillante carriera. Negli anni
1913, 1914 e 1915ottenne tre successi nelle mostre romane; Nel 1914 fu
ancora alla Biennale con La processione del cristo e Sera di
festa; dal 1917 al 1927 personali a Milano, Alessandria d'Egitto ed
al Cairo (queste ultime a compendio di una lunga permanenza in Africa);
nel 1925 ottenne una medaglia d'oro alla Mostra Internazionale d'Arte
Decorativa di Parigi; nel 1929 alla Biennale Veneziana e nel 1930 alla I
Mostra Internazionale d'Arte Coloniale di Napoli ottenne due successi
con la presentazione di pitture africane; nel 1935 personale a Cagliari
e II Triennale di Milano; nel 1936 XX Biennale Veneziana, personale a
Milano, II Mostra Internazionale dell'Incisione a Varsavia (diploma
d'onore), Mostra delle incisioni italiane in India e sei personali in
città della Lombardia e del Piemonte; nel 1938 Mostra delle celebrazioni
sarde a Sassari, Mostra delle incisioni italiane in otto capitali dei
paesi dell'Europa settentrionale e centrale; nel 1943 e 1944 personali a
Biella.
Partecipò a tutte le mostre sindacali sarde. In un giudizio complessivo
l'opera di questo pittore si può suddividere in tre periodi: Sardo,
Africano e Biellese. Fin dai primi lavori rivelò un suo stile, una sua
visione d'arte che via via ampliò e perfezionò. Con fervore filiale
interpretò il carattere peculiare del paesaggio sardo: i costumi
austeri, la vita, la candida fede della sua gente fiera e laboriosa. nel
1947, sotto gli auspici dell'Associazione della Stampa e
dell'associazione degli artisti di Sassari venne ordinata una mostra
celebrativa a Cagliari e successivamente a Sassari e a Nuoro. In seguito
la Regione Autonoma della Sardegna prelevò dalla famiglia, in blocco,
dallo studio di Sassari, oltre duecento opere (dipinti ad olio, tempere,
xilografie e molti disegni) per ordinarli in un museo, ma il progetto
per la realizzazione di tale provvedimento è ancora alla fase di studio.
Due mostre postume sono state ordinate a Sassari dopo la sua morte. Sue
opere sono ospitate nel Castello Sforzesco di Milano, nel Museo
Ricci-Oddi di Piacenza, nella Galleria d'Arte Moderna di Venezia, nella
Sala Consiliare della Camera di Commercio di Sassari, nel museo Sanna di
Sassari e nella Galleria di Cagliari, nei musei di Chicago, San
Francisco, Cairo, ecc.
Per la "Lettura" di Milano illustrava i romanzi di Grazia Deledda, che
venivano pubblicati a puntate. Interessanti e belle furono le
illustrazioni eseguite per il romanzo "Incendio nell'oliveto".
Nonostante le prime belle prove xilografiche il Biasi è stato sempre più
pittore che incisore: le sue ultime incisioni sulla pasta del
linoleum mirano a raggiungere un certo temperamento pittorico: il
segno si stempera, nell'intuito del colore, tra macchie di bianco, di
grigio e di nero. Non ha mai inciso, ma eseguiva il disegno sul legno,
che per l'esecuzione affidava a Battista Ardou Cannas e a Igino Zara.
(A. M: Comanducci) |
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