Montespluga (So), 16/07/1872 - Santa Margherita Ligure
(Ge), 31/01/1922
Rubaldo Merello nacque a Montespluga, frazione del
Comune di Isolato, in provincia di Sondrio, il 16 luglio
1872. Condotto ancora bambino a Genova (1881), seguì
dapprima gli studi classici e quindi fu, tra il 1888 e
il 1892, allievo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti.
Terminata, con ottimi risultati, l'Accademia, lavora in
un suo studio a Genova Nervi dedicandosi alla scultura e
al disegno. Nel 1894 partecipa a Milano, all'Esposizione
Triennale di Brera, con il gesso del monumento funerario
Finis.
Nel 1898 è documentato l'acquisto del dipinto
Paesaggio da parte di Pietro Guastavino: la pratica
della scultura fu ben presto accompagnata dall'esercizio
della pittura. Non si conoscono opere anteriori al 1898,
tranne un piccolo dipinto di paesaggio, che appare
ancora legato al tonalismo della "Scuola grigia".
Merello si orienta ben presto verso il divisionismo che
può conoscere direttamente nelle sue prime espressioni
attraverso le opere di Plinio Nomellini, attivo in
quegli anni a Genova, e dei maggiori esponenti del
movimento, via via presenti alle esposizioni della
Promotrice genovese. Non sono documentati suoi viaggi a
Milano, ma è probabile che vi si sia recato nel 1894,
quando espose alla Triennale di Brera. Già nel '98
comunque la sua pittura dimostra che egli ha conoscenza
dell' opera di Segantini: le opere, dal Paesaggio
del '98 ai dipinti esposti alla Promotrice del 1906,
rivelano l'avvenuta assimilazione del linguaggio del
maestro.
Molto dovè interessare Merello, nella sua prima fase di
attività sul finire del secolo, la nuova cultura
simbolista che andava affermandosi a Genova, ma
piuttosto nelle implicazioni poetiche proprie al
Nomellini di quegli anni che nel suo aspetto più
letterario e contenutistico. Probabilmente intorno al
1904 si trasferì a Ruta di Camogli, poi, nel 1906, a San
Fruttuoso. Proprio nel 1906, il critico De Gaufridy fece
conoscere l'arte di Merello ad Alberto Grubicy, il noto
mercante dei maestri divisionisti. Grubicy acquistò
La scogliera; ed espose nel 1907 sei opere di
Merello al Salon des Peintres Divisionnistes Italiens a
Parigi.
Merello visse per otto anni a San Fruttuoso dedicandosi
esclusivamente alla pittura. Sono gli anni
dell'isolamento, interrotti solo da rari spostamenti a
Genova per procurarsi il necessario per dipingere, e
dall'incontro con i pochi estimatori che si recavano a
trovarlo. Orlando Grosso riferisce che ogni anno il
poeta Mario Maria Martini, Paolo De Gaufridy, gli
scultori Albino e Baroni, il pittore Olivari, l'avvocato
Virgilio si recavano da Merello a San Fruttuoso.
Nel suo isolamento Merello condusse vita modestissima.
Nel 1913 gli morì un figlio in tenera età, ed egli non
si consolò mai di questa perdita. Colpito nella sua
fede, per le sventure e per le difficoltà anche
materiali di realizzare la sua opera è naturale che si
sentisse perseguitato, che cercasse rifugio e conforto
nella natura. Probabilmente nel 1914 si trasferì a
Portofino, dove credeva forse di trovare condizioni di
vita meno difficili. Tra il 1914 e il 1919 coglie
interessanti risultati nella scultura, cui sempre aveva
pensato. Nel 1915 illustra Le Nozze dei Centauri,
poema drammatico di Sem Benelli, con il quale aveva
stretto un'affettuosa amicizia.
Parallelamente alla pittura conduce un'esperienza
disegnativa molto vasta, con temi di carattere
mitologico, religioso e con progetti e studi per
monumenti ed oggetti decorativi. Intorno al 1918 si
trasferisce a Santa Margherita Ligure. Termina con ogni
probabilità nel 1919, la statua del Dolore, collocata
nel cimitero di Camogli e in seguito rimossa. Prosegue
intensamente la sua esperienza nella pittura. Negli
ultimi anni compare nella sua opera un personalissimo
linguaggio di colore basato su un tono dominante di blu,
nel quale emergono bianchi luminosi, gialli, verdi,
rossi e violetti.
Nel 1921 Sem Benelli lo invita ad esporre "con tutti gli
onori" alla Primaverile Fiorentina. Merello non fa in
tempo a vedere questa mostra: muore il 31 gennaio del
1922. "Pochi popolani e pescatori - scrive Orlando
Grosso - accompagnarono la salma del grande artista al
cimitero di Portofino e ne coprirono di alloro il
tumulo".
(Gianfranco Bruno -
Catalogo Mostra di Rubaldo Merello 1990 - Edizioni Iride) |