Oh ingegno meraviglioso! oh animo grande! eccoti
finalmente! Ecco l'immagine, che prima, e sola all'alto
archetipo risponde, che stassi del gran Canova nella mia,
nell'altrui mente scolpito! Egli è veracemente desso! La
testa è mossa in guisa di chi sente infiammarsi lo spirito
alle più calde immagini del bello, ed è alquanto piegata a
sinistra. Il proteso sguardo profondo sembra percorrere lo
spazio, che immenso si presenta alla creatrice sua
immaginazione, ed in cui in bell'ordine disposte gli muovono
intorno le concepite idee di quelle stupende composizioni,
arresta con l'industre matita, e a noi poscia tramanda nei
preziosi marmi effigiate.
La bocca è aperta, quanto è d'uopo a mettersi in armonia con
le altre patti del volto, tutte meravigliosamente animate
quasi da divino fuoco; è le narici con un leggera, e quasi
impercettibile enfiamento compiono l'illusione, e pajono
respirare la vita. Il collo, e per la venustà delle forme, e
per la finitezza dell'esecuzione, comparisce meraviglioso.
Esso solo basterebbe a far conoscere nell'autore un sommo
artista, non altrimenti che quel celebre Torso, il quale,
reduce per fortunata vicenda, puossi ancora denominare di
Belvedere. I lineamenti dell'amabile tuo volto, o Canova ciò
che v'ha , per così dire, di terreno, io già vidi e rividi
ritratto in mille guise diverse: ma il grandioso immaginare,
ma l'alto concepire, e quella tua anima senza pari, in
questo solo marmo io ravviso.
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A te solo era dato scolpire te stesso, e ben a ragione;
poiché, chi mai poteva, sì addentro penetrando nel profondo
animo tuo, quale sei concepirti veracemente, ed altrui
appalesarti ? Oh Canova! Se il tempo, che inesorabile ogni
cosa divora, struggesse le grandi opere tue, e le tante
replicate tue immagini, e questa sola serbasse, quand'anche
scolpito non fossevi il tuo gran nome, ciascheduno sarebbe
tratto a riconoscerti. Che dove ciò non fosse, i posteri se
lo avrebbero come un tesoro della Greca antichità. Ma chi
fia mai, che te da te stesso scolpito non riconosca ?
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