Pillole d'Arte

 
   

 
(Fonte : Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova - 1821)

LA PACE

Statua in marmo


Il gran Cancelliere di Russia Niccola Romanzow nel 1808 ebbe la sorte di segnare la gloriosa pace, per cui la Fillandia Svedese rimase unita all'Impero Russo, siccome il Maresciallo ROmanzow suo padre e l'avo suo due altre onorevolissime segnato n'aveano. Questa straordinaria combinazione, questo incarico commesso dalla sovrana fiducia, il più dolce a mio parere, e il più onorevole, ripetuto per ben tre volte nella propria famiglia, e l'esistenza di tale Artista, per cui sorge in ogni animo generoso la bramosia, e la speranza di luminosamente trasmettere ad un lontano avvenire ogni più cara affezione del cuore, offersero al Co. Romanzow il pensiero di pregare Canova, che scolpire volessegli il simulacro della Pace, quasi Divinità alla propria casa famigliare, e propizia.

Quest'amabile figlia di Giove, e di quella Temide, che Omero disse presedere nell'Olimpo ai festini degli Dei, fu in varie guise dagli antichi simboleggiata. Chi la volle assisa, chi in piedi, chi la rappresentò coronata, chi priva del reale ornamento, alata, e senz'ale: talvolta con un ramoscello d'ulivo in mano, tal altra stringendo il caduceo, e premendo col piede una serpe, simbolo a cui si diedero moltiplicate, e spesso contradittorie spiegazioni. Tanta varietà di pensamenti non fu inutile al nostro Canova, il quale potè quindi raffigurarla a suo miglior piacimento. Egli la mette in piedi appoggiata ad una colonna, che s'alza sino al fianco di lei, e sopra della quale la maestosa donna stende la metà inferiore del braccio, si che la mano si rovescia un poco con bella grazia verso il fusto della colonna medesima, sopra il quale stanno incisi i nomi de' luoghi, ove furono le paci segnate, e di coloro, come si è toccato più sopra, che le segnarono.

La placida matrona é vestita di una finissima tunica, sovrapposta alla quale havvi il pallio, che con ampie, ma all'uopo ben raccolte pieghe, obliquamente scende dalla spalla destra al fianco opposto, ed alquanto più ravvolgendosi, e stringendosi sotto la mammella sinistra, meglio ne lascia vedere le forme. Canova con ottimo accorgimento le diede l'ale alquanto grandicelle, come a quella, che non saprebbe mai giungere abbastanza sollecita a' prieghi de' mortali, e le pose nella sinistra mano lo scettro; ma nella colonna, a cui s'appoggia scolpì il caduceo, quasi mostrarci volendo, che questo simbolo di pace l'è proprio così, che non deve esserle mai disgiunto. Quale conviensi a donna regale, ha in capo il diadema: e in fatti, chi più di lei meritevole, chi più di lei regina del mondo, se per solo suo mezzo ha luogo ogni pubblica, ogni privata felicità ? Col destro piede, senza però che ira, o sforzo le comparisca sul volto, preme una serpe squammosa, la quale tentando di rialzare ad offesa la testa, e tenendo la bocca aperta, e la lingua vibrata verso di lei, che la preme, accusa, nell'atto essendo di nuocere, l'intenzione ostile, che dar le volle l'Artista.

Non dovendoci quest'amabile Diva ispirare né voluttuosi, né amorosi sentimenti, ma bensì di venerazione, e di rispetto, ottimamente immaginò lo Scultore di avilupparla tutta dentro ampj lini, lasciando però scoperti a dimostrare la bellezza delle sue forme il collo, e le braccia, e le estremità de' piedi, non che, attenuandosi i lini medesimi sopra, una metà della persona. La straordinaria compostezza, tranquillità, e mancanza assoluta di passione, dovettero rendere l'avvenente fisonomía di questa Divinità diflicilissima da concepire, e scolpire. Se non che Canova, forse più addentro d'ogni altro penetrando nella teoria dell'eloquenza fisonomica, non solo perfettamente conosce dal volto i sentimenti dell'animo più riposti, ma da essi quali risultare debbano i tratti espressivi del volto. Ultima perfezione di quella scienza, la cui profonda cognizione, e l'uso moderato e prudente, può servire di filo meraviglioso per non ismarrirci nel difficile laberinto, onde suole spesse volte intricarsi il corso della umana vita!