Il gran Cancelliere di Russia Niccola Romanzow nel 1808
ebbe la sorte di segnare la gloriosa pace, per cui la
Fillandia Svedese rimase unita all'Impero Russo, siccome il
Maresciallo ROmanzow suo padre e l'avo suo due altre
onorevolissime segnato n'aveano. Questa straordinaria
combinazione, questo incarico commesso dalla sovrana
fiducia, il più dolce a mio parere, e il più onorevole,
ripetuto per ben tre volte nella propria famiglia, e
l'esistenza di tale Artista, per cui sorge in ogni animo
generoso la bramosia, e la speranza di luminosamente
trasmettere ad un lontano avvenire ogni più cara affezione
del cuore, offersero al Co. Romanzow il pensiero di pregare
Canova, che scolpire volessegli il simulacro della Pace,
quasi Divinità alla propria casa famigliare, e propizia.
Quest'amabile figlia di Giove, e di quella Temide, che
Omero disse presedere nell'Olimpo ai festini degli Dei, fu
in varie guise dagli antichi simboleggiata. Chi la volle
assisa, chi in piedi, chi la rappresentò coronata, chi priva
del reale ornamento, alata, e senz'ale: talvolta con un
ramoscello d'ulivo in mano, tal altra stringendo il caduceo,
e premendo col piede una serpe, simbolo a cui si diedero
moltiplicate, e spesso contradittorie spiegazioni. Tanta
varietà di pensamenti non fu inutile al nostro Canova, il
quale potè quindi raffigurarla a suo miglior piacimento.
Egli la mette in piedi appoggiata ad una colonna, che s'alza
sino al fianco di lei, e sopra della quale la maestosa donna
stende la metà inferiore del braccio, si che la mano si
rovescia un poco con bella grazia verso il fusto della
colonna medesima, sopra il quale stanno incisi i nomi de'
luoghi, ove furono le paci segnate, e di coloro, come si è
toccato più sopra, che le segnarono.
La placida matrona é vestita di una finissima tunica,
sovrapposta alla quale havvi il pallio, che con ampie, ma
all'uopo ben raccolte pieghe, obliquamente scende dalla
spalla destra al fianco opposto, ed alquanto più
ravvolgendosi, e stringendosi sotto la mammella sinistra,
meglio ne lascia vedere le forme. Canova con ottimo
accorgimento le diede l'ale alquanto grandicelle, come a
quella, che non saprebbe mai giungere abbastanza sollecita
a' prieghi de' mortali, e le pose nella sinistra mano lo
scettro; ma nella colonna, a cui s'appoggia scolpì il
caduceo, quasi mostrarci volendo, che questo simbolo di pace
l'è proprio così, che non deve esserle mai disgiunto. Quale
conviensi a donna regale, ha in capo il diadema: e in fatti,
chi più di lei meritevole, chi più di lei regina del mondo,
se per solo suo mezzo ha luogo ogni pubblica, ogni privata
felicità ? Col destro piede, senza però che ira, o sforzo le
comparisca sul volto, preme una serpe squammosa, la quale
tentando di rialzare ad offesa la testa, e tenendo la bocca
aperta, e la lingua vibrata verso di lei, che la preme,
accusa, nell'atto essendo di nuocere, l'intenzione ostile,
che dar le volle l'Artista.
Non dovendoci quest'amabile Diva ispirare né voluttuosi,
né amorosi sentimenti, ma bensì di venerazione, e di
rispetto, ottimamente immaginò lo Scultore di avilupparla
tutta dentro ampj lini, lasciando però scoperti a dimostrare
la bellezza delle sue forme il collo, e le braccia, e le
estremità de' piedi, non che, attenuandosi i lini medesimi
sopra, una metà della persona. La straordinaria compostezza,
tranquillità, e mancanza assoluta di passione, dovettero
rendere l'avvenente fisonomía di questa Divinità
diflicilissima da concepire, e scolpire. Se non che Canova,
forse più addentro d'ogni altro penetrando nella teoria
dell'eloquenza fisonomica, non solo perfettamente conosce
dal volto i sentimenti dell'animo più riposti, ma da essi
quali risultare debbano i tratti espressivi del volto.
Ultima perfezione di quella scienza, la cui profonda
cognizione, e l'uso moderato e prudente, può servire di filo
meraviglioso per non ismarrirci nel difficile laberinto,
onde suole spesse volte intricarsi il corso della umana
vita!
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