All'ombra de' cipressi, e dentro l'urne
Confortate di pianto, è forse il sonno
Della morte men duro ?
Foscolo, I Sepolcri.
E quali ceneri racchiude quest'Urna, di rilucente marmo
Carrarese, così gentilmente scolpita, e di forme si belle, e
si eleganti ? Veggendola vicina al Tempio santo degli
Eremitani di Padova, ma non raccolta entro a quello,
circondata da mille e mille fiori olezzanti, e con diligenza
coltivati, io m'accorgo che al culto de' Protestanti
appartiene. Inoltro il passo, ed ecco presentarmisi sculto
nel mezzo dell'Urna medesima, in basso rilievo a medaglione,
il ritratto della Contessa Diede de Fuirstenheim, nata
Callemberg, con tanta eleganza acconciata, così graziosa nel
volto, e con sì amabile sorriso sulle labbra, quale vid'io
questa Donna gentile, allorchè con soavità favellando,
l'ammirazione e l'affetto di chi erale vicino dolcemente
destava. Que'due puttini piangenti, che le stan presso, con
infinita grazia e morbidezza scolpiti, incrocicchiate
tengono le loro piccole gambe, ed allungano con amorevole
fratellanza l'uno il destro, e l'altro il manco braccio
sopra il medaglione, così che la mano dell'uno viene a porsi
sopra quella dell'altro; e la face rovesciata, che l'uno
tiene in mano, l'altro ha allora allora abbandonata al suo
fianco, mi ricordano e il gran Padre de' vati, di cui si
mostra ognora si ben nutrita la mente, e l'anima di Canova,
e i valorosi Artisti Greci, che con isquisito affetto il
passeggero, e l'eternale sonno raffigurarono sotto le belle
sembianze di due fanciulletti. Ora li collocavano essi a
canto de' sepoleri tranquillissimi nell'aspetto, ritti, con
le gambe incrocicchiate, simbolo di riposo, ed ora (vago e
gentil pensiero!) giacer li facevano in grembo d'una Donna,
rappresentante la Notte, cercando d'ingannare in tal modo la
troppo trista e quasi insopportabile idea di morte, col
sostituirvi quella più consolante del sonno. Ed invero,
questa troppo crudele immagine, in donna specialmente,
" Che ricca lascia eredita d'affetti,
e cui sorride bellezza, giovenezza, e virtù, potrassi mai
per forza d'ingegno raddolcire abbastanza ? E con quanta
felicità, ed accortezza non collocò quest'Urna lo Scultore
a' piedi di un altissimo cipresso, di quell'albero
particolarmente consacrato agli estinti, o per quel suo
innalzarsi piramidalmente verso il Cielo, onde solo deriva
conforto contro l'aspetto terribile di morte, o per quel suo
non mai rallegrarsi con alcun lieto fiore, né mostrarsi
sensitivo alla letizia dell'anno, o per l'oscuro suo
colorito e la trista uniformità, che la mestizia raffigurano
di chi piange quelle ceneri, o per la lunga sua età, che l'immiginazione
ed il cuore lusinga di chi gli affida una spoglia diletta, o
finalmente per quella, qualunque siasi, perenne verdezza e
quasi invariabile esistenza. simboli ad un tempo e della
perpetuità del nostro dolore, e della immortalità di colui,
che sotto all'ombra sua con la fredda salma riposa.Incisa
sulla colonna, che sostiene il Vaso cinerario, leggesi in
lingua tedesca onorevole Iscrizione per la defunta, e
dirimpetto sopra una tavola di marmo havvene un'altra
latina, che narra le amabili virtù, ond'era ella fornita;
mentre nella inferior metà della medesima tavola stanno
scolpiti i due stemmi della Casa Diede e Callemberg, dentro
l'usato cerchio rinchiusi dell'eternità. Il cipresso, e
l'Urna, che insieme formano monumento, vengono circondati da
sette candelabri funerei, che terminano a guisa di fiaccole,
e sono tra loro congiunti da una dorata catena, la quale
attaccandosi con l'estreme sue anella all'una parte, ed
all'altra del muro, il monumento rinserra. Fiori, alberi,
fiaccole, lucerne, pompa inutile a chi più nulla conserva
dell'umana sensibilità, oh! come voi provate l'imperioso
bisogno delle anime appassionate, di pascersi d'una qualche
dolce e soave illusione! In ogniuno di questi candelabri
riconosco inciso il nome di un amico della Defunta, ed un
motto vi leggo, che palesa l'ultimo ed affettuoso omaggio,
ch'essi vollero renderle.
Dopo alcuni istanti, che l'idea dell'inevitabile destino de' mortali, e il
doloroso pensiero del sopravvivere a chi ci è caro, tutta m'aveano compresa, mi
sentii da una fredda mano stretto il cuore così, che affrettai il passo ad
uscire: ma non pietoso atto parendomi l'andarmene senza l'offerta d'un qualche
tributo , oltre a quello, che già rendeale secreto il mio cuore, staccai
subitamente dal mio capo una ghirlanda di fresche rose, e a' piedi di
quell'Urna, di quel cipresso, di sì tristi memorie, divotamente sospirando la
posi.
Ah! sugli estinti
Non sorge fiore, ove non sia d'umane
Lodi onorato, e d'amoroso pianto.
Foscolo, I Sepolcri.
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