ittore toscano, nato a Firenze il 18
agosto 1835. Non fu mai allievo di nessuna Accademia e
frequentò soltanto la pubblica scuola del nudo. Suo padre
era pittore, suo fratello pure ed anche egli fu tale, per
volontà del padre, che non volle che si dedicasse alle
lettere, alle quali, per naturale ispirazione, si sentiva
chiamato. Passò i primi anni a Venezia, poi tornò a Firenze
dove tuttora risiede. Nel 1859, come volontario
d'artiglieria, prese parte alla campagna di guerra; nel
1860, avuto il congedo, tornò a visitare i luoghi dove era
passato da militare, facendo così vari studi e stringendo
relazione cogli artisti più celebri di tutta l'Italia. Nel
1860, per la prima volta, espose sette quadri alla
Promotrice, e di questi sei furono venduti, e l'altro, I
toscani a Calcinato, fu acquistato all' Esposizione di
Brera a Milano. Nel 1861, mandò a Torino: Il ghetto di
Venezia, che suscitò una polemica nella stampa di quel
tempo. Si recò poi a Parigi, dove strinse relazione con i
primi artisti e letterati di quell'epoca e, tornato in
patria, fece L'alzaia, che fu premiata
all'Esposizione di Vienna, del 1874. Nel 1865, fece l'altro
quadro rappresentante Le pazze; nel 1868, tornò
nuovamente a Parigi; nel 1870, fu giurato all'Esposizione di
Parma, ed espose alla Promotrice di Firenze: Il novembre,
che fu premiato. Nel 1873, tornò ancora a Parigi e di là si
recò a Londra con De Nittis. Nel 1877, fu giurato all'
Esposizione di Napoli, dove aveva il quadro: Fuori porta
Arianna a Ravenna, che fu acquistato dal Governo.
Nel 1878, tornò a Parigi; nel 1880,
espose a Torino il quadro rappresentante: Il ponte
Vecchio, che vendé ad un negoziante inglese; nel 1881,
andò in Scozia dove fece molti eccellenti lavori. Tornato
quindi in Italia stabilmente, si recò di quando in quando a
fare qualche giro artistico in Italia e all'estero e
produsse un numero grandissimo di tele esposte in quasi
tutte le Mostre Nazionali e Internazionali tenutesi fin ad
oggi. Nel 1882, a Firenze, alla Promotrice, aveva i quadri:
Il ghetto di Firenze e Riomaggiore; l'anno
dipoi: Princes Street (Edimburgo) ; A Pian Castagnaio
e Adolescenza, quest'ultimo esposto anche a Torino,
nel 1884, insieme al Ghetto; indi nelle Mostre
successive della Promotrice le tele: Sole di sera a
Settignano; Sole di mattina; La domenica a Riomaggiore;
Santa Croce da Via de' Malcontenti; Fra gli ulivi;
Mezzogiorno nei campi; A Settignano; La mattina sul greto
dell'Arno; Bigherinaie di Settignano; Nell'orto; Presso il
tramonto; Piancastagnaio nel Monte Amiata; Sole di agosto;
Baccano in Arcola; Autunno nei campi; Via degli Speziali al
Mercato Vecchio a Firenze; sette quadri di Vedute
dell' Isole dell' Elba, molti studi e quadri fatti a
Pietramala; Arcola in Val di Magra, ed un Ritratto
di Lorenzo Grassi detto mago Chiò.
Prese parte anche alle Esposizioni di
Livorno con tre quadri eccellenti; di Venezia, nel
1887, con altre sei tele, a Bologna, nel 1888, esponendo fra
altri buonissimi dipinti un Golfo di Spezia (nei
dintorni di San Terenzio) , ammiratissimo. Alla Mostra dei
bozzetti tenutasi al Circolo degli Artisti di Firenze, nel
1891, il Signorini espose: Un mercato di maiali; un
Paese d' invenzione; una Fantasia decorativa;
altri quadri pregevoli, e tredici disegni e quattro
acquaforti, che ampiamente dimostravano la versatilità
grande di lui, in ogni ramo dell'arte. Ora espone alla
Promotrice tre tele: Mattina; Meriggio e Sera,
di un vivo sentimento e che rivelano qualità pittoriche
grandissime nell'esecutore. Il Signorini è inoltre incisore
all'acquaforte, critico d'arte eccellente e brioso,
pubblicista in giornali artistici e letterari. Or non è
molto pubblicò un libro di novantanove sonetti dal titolo:
Le 99 discussioni artistiche di E. G. Molteni, che ebbe
un successo grandissimo. Nel 1882, fu nominato professore
dell' Accademia fiorentina, ma egli ricusò il titolo. Di lui
hanno parlato con affetto e con lode i migliori critici
d'arte italiani e stranieri, e ci piace qui sotto riportare
alcune parole del defunto artista Adriano Cecioni pubblicate
nella Domenica Letteraria, del 3 agosto 1884, le
quali più che il nostro giudizio , varranno a delineare con
maggior precisione questa figura d'artista:
" Non c' è un solo lavoro del
Signorini, egli scrive, in cui non sia reso palese questo
fatto; che egli riceve dalla natura delle impressioni
dirette, che queste impressioni non agiscono su di lui in
modo passeggero momentaneo, come avviene sulla pasta del
pane, ma rimangono come quando sono fatte sull'intonaco
fresco. Questo lavoro d'insinuazione , che avviene fra
l'oggetto osservato e l'osservatore, non si limita nel
Signorini alla superficie, ma penetra internandosi nella sua
organizzazione artistica in modo tale che quando l'immagine
risorte per andare positivamente sulla tela, i contorni,
segnatamente gli scuri, ci denotano che essa immagine
nell'imprimersi su di lui non si spande, ma entra ad un
tratto,senza formare degli spigoli, perchè i suoi contorni
non sono mai sottili; s'insinua con violenza,
sparpagliandosi qualche volta, e ciò si rileva da una certa
contorsione che ritrovasi nel suo segno, specialmente nelle
figure, e dall'azzardo brutale (principale caratteristica
della sua pittura) con cui risolve gli scuri e le ombre in
generale. Il pregio maggiore e assoluto della pittura del
Signorini, è il sentimento dell'intonazione in tutti i suoi
lavori; anche nei più scorretti il sentimento
dell'intonazione non manca mai. Tutto quello che c'é di meno
in lui dal lato della forma si ritrova in più dal lato del
sentimento, e fra questo caso e quello in cui la forma
piglia il sopravvento, io sono per il primo. Del resto, che
cosa sia la forma, secondo me, e del servizio che essa renda
all'arte, ne riparleremo a suo tempo. Il Signorini non fa
col pennello della retorica, non pensa, quando si trova di
faccia a un motivo, se piacerà o non piacerà; il motivo gli
ha fatto impressione ed egli lo eseguisce , senza pensare ad
altro, nonostante lo esempio della poca o niuna vendita per
dato e fatto del soggetto. E nel subire questa forza che é
in lui, si riconosce la struttura dell' artista moderno. E'
realista per sentimento più di quello che egli stesso non
creda; la prova di ciò è il suo entusiasmo per la realtà
pura e semplice, e il suo sdegno per le cose accomodate a
fine di piacere altrui. Non è il lato romantico della natura
che gli piace, ma quello storico, non tanto considerato dal
punto di vista filosofico, quanto subordinato al suo proprio
modo di sentire ".
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