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(Fonte : Emporium - nr 265 - Gennaio 1917)
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La mostra Boccioni a Milano
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Di Umberto Boccioni, morto poco più che trentenne, prova
tutto il suo singolare fervore di lavoro un'esposizione
postuma individuale di recente inaugurata. Tutta
l'evoluzione del suo temperamento artistico, prima
neo-impressionista schiettamente Italiano, poi futurista,
ardito innovatore, affannosamente innamorato di nuove
ricerche, nelle quali non aveva ancora trovato quello che
andava inseguendo, ci e dato cogliere nel suo più chiaro
significato. Ma egli non era entrato certo nel futurismo per
non sapere fare di meglio.
Chi osserva gli studii, i ritratti, i paesaggi della sua
prima maniera, stupisce nel trovare tele che onorerebbero
più di un provetto maestro. Le Tre donne, La Signora
Virginia, Maestra di scena, Il romanzo di una cucitrice,
Bimbo e cavallo sono opere in cui splende una singolare
potenza pittorica e dalle quali si rileva una chiara
sensibilità moderna, capace di estetizzare forme, colori,
ambienti che fino a ieri erano rimasti fuori dell'arte.
Chi pone a raffronto questi quadri del 1908-09 già
dichiarati vecchi, con quelli che volevano essere una
pratica attuazione delle nuove teoriche di pittura e di
scultura da lui escogitate, converrà che il Boccioni fu
tormentato da un desiderio continuo di rinnovarsi e salire,
e senza ripetere mai nessuno fu attratto dal suo
temperamento entusiasta, ardente, ribelle della soffocante
mediocrità verso il futurismo perchè egli era innamorato
solo di quanto e nuovo e difficile.
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