Edoardo Dalbono si è spento il 23 agosto nella sua Napoli,
dov'era nato nel 1843. Figlio d'un critico d'arte e d'una
scrittrice, nipote del paesista Consalvo Carelli, uno dei
fondatori della nuova scuola napoletana, fu prima allievo in
Roma di Angelo Marchetti, poi in Napoli del Morelli e del
Palizzi, dei quali può considerarsi l'ultimo fra gli
epigoni.
Quantunque sul principio della sua carriera artistica abbia
ottenuto successi con quadri storico-romantici, come La
scomunica di Re Manfredi - premiato a Parma nel 1870 — e
La leggenda delle Sirene — quadro questo concepito con
bella forza evocativa, e premiato a Vienna — il Dalbono si
rese noto, e valse sopratutto come paesista e pittore di
genere, illustratore e commentatore saporoso della vita
popolaresca napoletana nei suoi aspetti più singolari,
annotatore immediato e vibrante delle luci che sfolgorano
dai cieli meridionali. Fu insomma un impressionista
vivacissimo e un aneddotista pieno di grazia, non raramente
soffusa di un piacevole romanticismo.
I suoi dipinti migliori sono caratteristici per la linea e
per la sensibilità cromatica; il loro color locale, così
deciso, valse al Dalbono un notevole successo parigino, e la
Casa Goupil acquistò l'intera sua produzione degli anni
1878-1882.
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Ricorderemo fra i quadri della sua più bella maniera Il violinista, L'amore
dal balcone, Bagnanti da Posillipo, Napoli antica, Arianna abbandonata, La
canzone di Piedigrotta, Tarantella, Festa della Madonna del Carmine.
All'Esposizione di Roma del 1911 mandò Torre del Greco, che fu acquistato
dal Re. Come acquarellista era fresco e abilissimo. Disegnò illustrazioni per
riviste italiane e francesi, dipinse decorazioni mutali pel Teatro Massimo di
Palermo e per palazzi napoletani. Gran parte dei suoi lavori si trova in
possesso di collezionisti napoletani; parecchi che facevano parte della
collezione Vonwiller andarono in vendita alcuni anni sono, insieme a dipinti del
Morelli e del Palizzi.
Fu amicissimo di Giuseppe de Nittis, e ammiratore fervido di Domenico Morelli,
che commemorò con un discorso. Nel 1897 venne nominato professore all'Accademia
di Belle Arti di Napoli e diede anche opera al riordinamento del Museo Nazionale
di quella città. Lavorò sino all'estremo di sua vita. Di lui si occupò l'Emporium
nel fascicolo di ottobre del 1901.
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Achille Locatelli Milesi
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