Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Emporium - nr 475 Luglio 1934)
 

Cronache milanesi: Francesco Hayez


La "Mostra Francesco Hayez" al Castello Sforzesco Ã? stata allestita in un momento in cui in Francia David trionfa ed Ingres si ripresenta alla ribalta della storia insieme a tutti i suoi allievi. Il ritratto del grande neoclassico infatti troneggia nella sala principale d'una Galleria parigina: la signorina Forestier - allieva, fidanzata e mai sposa di Ingres perchÃ? non se ne ritenne degna - lo eseguì a perpetua memoria del maestro. Il neoclassicismo dunque ritorna, per non so quale ultima volta, nella stima pubblica. Non tutte le opere di Hayez esistenti a Milano figurano in questa mostra. Però quelle esposte danno un'idea del nostro compositore di vaste scene e ritrattista. Il quadro composto dell'Hayez non Ã? sempre totalmente storico; non Ã? cioÃ? sempre documentario come per esempio nel Pier l'Eremita che predica la prima Crociata come nel bel quadro Maria Stuarda condotta al patibolo. Spesso l'artista forse inventa nella sua fantasia il soggetto e le figure pur assumendo in prestito i costumi, gli ambienti e persino il tipo passionale romanzato di determinate epoche e città - più sovente Venezia, sua città originaria. Il Consiglio della vendetta, La vendetta d'un rivale,  L'ultimo bacio di Giulietta e Romeo, questi son temi che più tardi, verso la fine del secolo scorso, divennero popolareschi ed entrarono a gran titoli nelle figure del romanzo a dispensa. Ma intanto in un primo momento, ebbero una consistenza artistica di prim'ordine, e tennero un'alta classe.

 Si Ã? che l'aria romantica era propria ai tempi dell'Hayez: la si legge negli occhi di questi personaggi ed anche in alcune tele disimpegnate dall'episodio storico come quelle intitolate a Un pensiero malinconico, Meditazione, ecc. Tuttavia se romantico Ã? il contenuto, romantica non Ã?, intrinsecamente, la pittura di Hayez. Quel palpito nel "modo" pittorico; quella ricchezza coloristica calda e sensuale; quella "furia e fuoco" che accese la stessa pittura lombarda, qua si verifica soltanto per accenni nell' Autoritratto in un ritratto di bambina ed in qualche altra tela. Ma si tratta di puri spunti, che in genere la sostanza pittorica di queste tele Ã? vitrea e trasparente; il segno corretto, sapiente ma freddo; l'esecuzione impeccabile ma razionale. lI romanticismo con Hayez fece dunque la prima sua entrata trionfale nei soggetti, ma restò ancora fuori dell'uscio di quella pittura che invece col Piccio ruppe la compassatezza neoclassica e aprì la via agli artisti di poi.
Come uno dei più belli esempi della tendenza neoclassica resta qui Venere che scherza con due colombe a documentare degnamente questa scuola. Chiarità di visione; lindore e grande correttezza ellenica delle forme; consumata sapienza lineare e formale distinguono questo quadro di grande dignità.

Un altro carattere dei tempi � dato dal ritratto. L'idea imperiale napoleonica trovò nel neoclassicismo la possibilità di restituire alla figura umana quel sussiego di casta, nell'immagine aristocratica che dà nobiltà alle figure ritratte. Questa autorità e dignità � palese nei ritratti di Matilde Juva Branca, di Donna Selene Taccioli Ruga e del pensoso Conte Gian Alfonso Casati. I merletti, i veli, le pieghettature varieggiano, con grande perizia, il bianco su bianco in ricchi vestiti, come listano di argento piccole zone che spiccano su i neri vellutati.
Le bellezza femminile Ã? cantata anche nelle pettinature modellate nel loro acconciamento spesso persino monumentale. La Contessa Rozzoli di Castelcereto Ã? ancor oggi seducente attraverso l'immagine che ci ha saputo offrire l'Hayez maestro nel dare un fascino ai volti delle creature lontane e spente per sempre.
Questa del Castello Sforzesco non vuol essere una mostra retrospettiva. Ma un saggio che richiama un artista ed un momento della storia. Perciò il lettore ci dispenserà dal sunteggiare qui la vita e lo sviluppo artistico del nostro pittore di Venezia stimato dal Canova; dimorante per lungo tempo a Milano dove fu insegnante dal 1859 per ben trent'anni. La sua vita, che si prolungò oltre gli ottant'anni, fu operosissima, quindi ben altra fatica ed impegno organizzativo avrebbero potuto raccogliere l'opera del maestro.

S.