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(Fonte : Emporium - n° 236 - Agosto 1914)
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Mostra di rifiutati a Venezia
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A Venezia spira vento di fronda. Un cerchio di malcontento
serra ed insidia la Biennale. Quest'anno un gruppo di
giovani artisti veneti, offesi per l'ostracismo opposto
dalla Giuria alle opere da essi presentate, e più, forse,
dalla motivazione del verdetto, hanno organata una mostra di
rifiutati inauguratasi con successo il 20 dello scorso
giugno in una sala dell'Albergo Excelsior al Lido.
Non Ã? una esposizione di ribelli alla tradizione, come
quelle famose dei Salons des refusés, poich� tendenze
diverse vi son rappresentate, dalle più conservatrici alle
più audaci. Essa vuole essere soltanto una protesta
documentata contro l'evidente ingiustizia di escludere dalle
Internazionali veneziane giovani artisti che valgono non
meno certo di molti altri scultori e pittori che sono stati
liberamente invitati od accettati. II risultato Ã? tale da
appagare il loro intento.
Ritroviamo due valenti artisti che tanto fervore di
dibattiti suscitarono lo scorso anno nella mostra di Palazzo
Pesaro: Arturo Martini e Gino Rossi. L'uno presenta una
scultura colorata, un Pierrot tutto vibrante di un sardonico
riso, e un gruppo di sette acqueforti, Stati d'animo,
in cui il leggero ritmico fluir delle linee fa risaltare a
pieno la vaga aspirazione verso immagini di sogno. L'altro,
insieme ad alcuni pregevoli disegni, ha una serie di
paesaggi ricchi di contenuto spirituale nel loro
interessante sintetismo.
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Un giovane artista che cerca di aprirsi una strada
onorevolmente tenendo fissi gli occhi a maestri d'eccezione,
quali l'Eusor ed il Laermans, ad esempio, Ã? Bortolo Sacchi.
Egli tenta con notevole risultato eleganti armonie
cromatiche e studia con vivace penetrazione tipiche figure.
Buone cose ha Guido Cadorin, sopratutto un trittico
Carne, carne, sempre carne, che si potrà discutere sotto
qualche aspetto, ma cui non si può negare una vasta ed
intensa ricerca d'intima significazione che culmina nel
pannello centrale segnato da vigorosi accenti di carattere.
Accanto a questo si notano alcuni ritratti, fra i quali
preferisco quello di signorina; un dipinto inteso con
vaghezza decorativa, Barche; sei piatti ardentemente
coloriti ecc.
Lolo de Blaas espone due ritratti della marchesa Casati, che
ci rivelano una personalità singolare, il cui interessamento
si intensifica nell'efficacia dell'arte. L'abbigliamento,
l'attitudine, le movenze, lo sfondo, tutto assume un valore
espressivo e suggestivo che Ã? il suggello vitale della
figurazione. Teodoro Wolf Ferrari vanta un insieme di opere
degne di nota. Si tratta, in genere, di espressioni
paesistiche scevre di qualsiasi accenno di localizzazione,
sì che la visione amplia il suo respiro e si avviva di un
nobile spirito ornamentale. Tre eccellenti paesi ha Aldo
Voltolin arrisi da un sereno lume di poesia; due il
Canciani,
Marina e Giorno nascente; Rossi Veneto presenta
un Mattino mirabile di freschezza e di luminosità .
Vittorio Zanetti Tassis espone un Ritratto di mio padre,
sobrio accurato parlante, oltre ad un nudo femminile,
Povera di spirito, modellato con seri intenti, e a due
altre opere.
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Un buon ritratto di giovane ha Adolfo Callegari, dipinto con
larghezza signorile; considerevole Ã? pure il ritratto del
cav. Brocco eseguito da Angelo Turri. Vittorio Zecchin ci si
ricorda con opere riscintillanti di opulenze coloristiche e
di riflessi bizantini. Van menzionati, infine, Nino
Springolo, Livia Tivoli, Adriana Bisi Fabbri, Giuseppe
Canali, Gianni Maineri, Attilio Lasta.
Nella sezione Bianco e Nero figurano degnamente, oltre i giÃ
citatati, Fabio Mauroner con tre fogli tra i quali risalta
quello in cui Ã? evocata felicemente la Corte Bottera,
lo Springolo, il Sacchi, la Tivoli. Di scultori, all'infuori
del Martini, non ve ne sono che due: Napoleone Martinuzzi e
Attilio Torresini. Il Martinuzzi Ã? artista di sicuro
avvenire. Egli Ã? un modellatore sagace e raffinato che
plasma le figure con virile grazia infondendo ad esse una
calda vita ricca di inflessioni. Il Torresini, si presenta
con una sola opera, un nudo femminile che va considerato
ottimo esordio di una attività nobile e feconda. In
complesso una mostra senza grandi pretese, ma seria e degna
di considerazione.
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L. Serra |
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