Pillole d'Arte

    
Autori   |   Opere   |   Documenti   |   Bibliografia   |   Contatti   |   Esci

 
(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)

Cesare Ciani


Nel 1878 Cesare Ciani - fiorentino - aveva 24 anni, aveva compiuto già gli studi tecnici, aveva assolto ai suoi obblighi militari, ma non aveva ancor cominciato a studiare pittura. Fu in quell'anno che s'iscrisse all'Accademia di B. A. Ma l'insegnamento del Ciaranfi non faceva per il suo temperamento libero e aperto, benché mite. La natura, l'aria aperta lo attraevano troppo, per rinchiudersi nella stia accademica.

E un uomo solo fra tanti gli pareva degno e capace d'insegnargli qualcosa: Giovanni Fattori, il cui insegnamento, d'altronde, consisteva nel... nulla insegnare, teoricamente, ma nel porre lo scolaro bene in faccia al vero e a sè stesso. Fu così che nacque nel Giani quella maniera tanto libera e personale che fa di lui uno dei maestri più intimi e più tipici della scuola toscana venuta dopo i Macchiaioli.

Il Ciani è un modesto, soltanto innamorato della propria arte, e si è preoccupato sempre assai poco di andare in cerca della gloria ufficiale. Taciturno per natura, si direbbe che gli dispiaccia parlare perfino della propria arte, per una specie di ritegno e di gelosia da innamorato. Egli è pittore; si esprime dipingendo: chi vuol conoscere quello che pensa, che sente, che soffre, guardi dunque i suoi quadri. La sua arte d'altronde si è fatta posto lo stesso presso i conoscitori e i collezionisti.

Nella pittura del Giani la chiarezza e precisione della «macchia» toscana, serratamente grafica, è come attenuata dalla sordina della poesia chiaroscurale dei lombardi Ranzoniani. Connubio di tecniche e di espressioni che non potrebbe essere più felice.

Arte tenue ed elegiaca, tutta fatta di accenni di delicatezze, di sfumature, che rispecchia a meraviglia la psicologia del suo autore. Colori più spesso languidi e velati che non vividi e gioiosi, come inzuppati di melanconia, come visti attraverso il velo di un ricordo nostalgico. Forme accarezzate con la punta delle dita, con affetto timido e delicato. Bambini e donne specialmente, bambini e donne umili, pallidi spesso, per i quali la carezza del pittore è quasi un atto di celebrazione pietosa. Paesaggi, piccole vedute di strade del sobborgo o dei quartieri popolari, in cui le cose e gli aspetti più comuni, sotto la pioggia di petali sfogliati della tecnica fluida e nervosa, si circonfondono dell'atmosfera nebulosa di ore melanconiche e di languide stagioni, più immaginarie che reali, e si rivestono del nimbo di una dolcezza delicata e ineffabile, crepuscolare. Cesare Ciani è un'«anima» oltre che una tavolozza: e questo spiega anche perchè egli non è ancora stato baciato dalla... gloria distributrice di commende e di cariche.

Mario Tinti.



Opere esposte :
  Dipinti a olio.

1. Il bambino malato
2. Stadio di bovi
3. Donne del popolo
4. Mercato
5. Donne del popolo.