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(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)
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Mario Cocchi
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Espose per la prima volta a quattordici anni e si fece
subito notare. Era allora un ragazzo: ma un ragazzo serio e
pensoso che già rivelava acute qualità di penetrazione del
vero e un sentimento un po' accorato e melanconico, che
costituiva la maggiore attrattiva delle sue pitture.
Mario Cocchi si è messo, dunque, in cammino assai presto. E'
stato un precoce. Ma è sfuggito al destino che spetta
inesorabilmente a tutti, o quasi tutti, i precoci; quello,
cioè, di esaurirsi nello slancio iniziale, di accasciarsi su
se stessi, di smarrirsi miseramente nel clamore dei primi
trionfi. Mario Cocchi ha continuato per la sua strada e nel
costante lavoro la sua arte si è irrobustita; ha acquistato
un sapore e un carattere sempre più originali. E' certo che
col volgere degli anni non ha fatto rimpiangere davvero ai
critici, che lo tennero a battesimo, il tempo speso a
parlare di lui.
Oggi le sue opere, che senza essere completamente
divisioniste, si valgono di elementi derivati dal
divisionismo, s'impongono per una singolare solidità di
struttura e per un giusto equilibrio cromatico. Appartiene
al «Gruppo Labronico».
Guido Vivarelli.
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Opere esposte : |
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