Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)

Primo Conti


 
E' nato a Firenze nel 1900. Espose per la prima volta nella sua città nel 1913 e consecutivamente a Roma e Milano, dove fu premiato. Prese parte al movimento futurista e le sue opere apparvero nel 1918 nella 1^ Esposizione Futurista di Milano. Ultimamente partecipò alla Esposizione Internazionale d'Arte di Avanguardia di Ginevra (1920). Ha scritto di critica e di poesia. Opere sue sono già in alcune collezioni a Firenze, Roma, Milano, Berlino.

Conobbi per la prima volta il Conti nel 1916, all'Esposizione Invernale Fiorentina della Società delle Belle Arti e la sua opera mi sorprese e m'interessò molto, come quella di un enfant prodige per cui l'avvenire riservava grandi doni: - il Conti aveva allora 16 anni.

«Come a tutti gli artisti precoci - scrivevo allora di lui - gli manca un nucleo sul quale dipanare, per cosi dire, le sue doti istintive. Il suo istinto pittorico è meraviglioso, ma egli lo prodiga invece di dominarlo. La sua tavolozza è stupenda. Peccato che egli ami più i colori della sua tavola di quelli che uno studio amoroso delle cose potrebbe suggerirgli».

Da allora il Conti - che è tuttora assai giovane - ha fatto parecchio cammino. La sua intelligenza, vivacissima, curiosa, alacre, insieme all'entusiasmo proprio dell'età sua e del suo particolare carattere, lo indussero in seguito ad abbracciare il futurismo prima, e indi il post-impressionismo: - fece «scomposizioni» e nature-morte. Ma se per gli artisti più maturi d'anni, sul cui esempio il Conti allungava ed orientava i propri passi, cotesto avventurarsi e smarrirsi nei vicoli ciechi delle novissime accademie poteva essere impegnativo e compromettente, e lui le cui giunture erano ancor agili, tutto serviva di ginnastica e da ogni impasse poteva trarsi a tempo con un bel salto e con una fresca risata - rivolta magari a burlare chi era rimasto nell'imbroglio. E ad ogni buon conto ciò che permaneva in lui era quel suo indiscutibile istinto pittorico ch'io avevo già segnalato. Non soltanto permaneva, ma si disciplinava, si affinava, metteva muscoli, avvantaggiandosi delle esperienze proprie e delle altrui.

Nelle tele che il Conti presenta oggi alla Primaverile lo spirito di ricerca è tuttavia evidente, ma è indubbiamente meglio omogeneizzato all'espressione sincera di ritmi e di rispondenze nella composizione; di plasticità in forme assolute e immobili; di colore sublimato al lambicco dell'emozione e dell'intelligenza, anziché grezzamente espresso dalla fisiologica glandola pittorica. E' la ulteriore fase e certo la più interessante - e speriamo conclusiva - della cerebrale pittura moderna verso una visione classicamente totale. Già i disegni del Conti appaiono quasi del tutto mondi di prerintenzione: in essi la ricerca è quasi perfettamente assimilata all'espressione e l'intellettualità non traspare che quale una immanenza di cui le forme si saturano e si colorano. Essi segnano la vigilia di quel nuovo classicismo a cui aspirano oggi - pur nella confusione d'idee culturali - gli artisti più consapevoli, e che non potrà essere che una specie di purificato naturalismo.

Mario Tinti.

 
Opere esposte :
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Dipinti a olio

1. Ritratto di donna (1920)
2. I giocolieri Disegni
3. Autoritratto