Artisti contemporanei: Antonio Fontanesi   (Pagine 26 )      Fonte : Emporium - nr 79 Luglio 1901

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\fs24 ARTISTI CONTEMPORANEI: ANTONIO FONTANESI \par IL 17 aprile 1882 moriva in Torino il pro- \par fessore di paesaggio dell' Accademia \par Albertina di Belle Arti, Antonio Fon- \par tanesi ; morva a sessantaquattr' anni, \par dopo una vita agitata per variet\'e0 di \par sedi e di fortuna. I giornali pubblicarono necrologie e- logiative, un cenno biografico comparve sull'il/t/5/ra- zione Italiana. Un nucleo di amici e di amnfiratori raccolse un fondo modesto per erigere un ricordo al defunto; un giovanissimo artista, allora quasi ignoto, Leonardo Bistolfi, fu incaricato di modellarne Pef- ligie. Ma quando il busto fu pronto e il comitato domand\'f2 di collocarlo sullo scalone del palazzo \par dell'Accademia, la direzione dell'Istituto, a cui l'onoranza dovette sembrare esagerata, accamp\'f2 la mancanza di pre- cedenti, viet\'f2 ogni solennit\'e0 ufficiale, e il busto and\'f2 a fi- nire modestamente in una sala di segreteria, dove si trova an- cora, gelosamente nascosto. \par Queste cose non debbono stupire: l'Italia moderna ha impiegato effettivamente ti en- t' anni a scoprire in Antonio Fontanesi il suo pi\'f9 grande paesista e forse il suo mag- gior pittore. Se la fede ar- dente di qualche grande spi- rito devoto che \'e8 rimasto nell'ombra, non avesse sug- gerito al Fradeletto la neces- sit\'e0, la giustizia, la bellezza di questa rivendicazione da \par compiere, se non avesse lottato con fermezza contro i dubbi e le tepidezze di altri pi\'f9 o meno devoti, meno peisuasi di questa necessit\'e0, di questa giu- stizia e di questa bellezza, Venezia non avrei_ be ospi- tato un saggio dell'opera del maestro ignoto, e l'Italia continuerebbe ancora a sdilinquirsi per bocca dei suoi dotti su Corot e su Daubigny, su Macau- lay Stevenson e sui < Crepuscolari Scozzesi \'bb, senza sapere d'aver cresciuto nel suo seno il pi\'f9 grande poeta del \'ab paesaggio intimo \'bb. \par Infatti soltanto in Piemonte, anzi quasi soltanto \par in Torino era rimasta viva la convinzione che un \par grandissimo artista era es;-- \par stito e che presto o tardi la \par storia dell'arte dovrebbe occu- \par parsi di lui e rendergli gli \par oncri dovuti. Se la vecchia o- \par stilit\'e0 che lo aveva amareg- \par giato da vivo e che era spie- \par gabilissima attesa la genialit\'e0 \par sua non comprensibile che a \par fatica dalle menti corte e tarde, \par non era spenta, se si udi- \par vano (e si odono) talvolta \par affermare cose destituite d'o- \par gni fondamento, come per \par esempio che egli fu la rovina \par della scuola piemontese, (men- \par tre pur troppo si deve rico- \par noscere che i suoi allievi se \par molto l'amarono, non sempre \par lo compresero e pochissimo \par usutruirono dei suoi procedi- \par menti), per contro esisteva un \par nucleo di fedeli a cui ogni brano di tela, ogni pezzetto di legno portante la traccia dei suoi magici impasti di colore faceva battere il cuore di commozione indi\'accibile. E quale giubilo ad ogni nuovo cimelio sco\'acperto, quale rabbioso dolore al pensiero che tanto te\'acsoro fosse sottratto al dominio pubblico, quale en\'actusiasmo 1 progressivo inoltrarsi nel mistero di quell'arte ! Per molti di noi forse soltanto Wagner e Flaubert occuparono un ugual posto nel cuore: sol\'actanto essi ci infusero un simile ardente desiderio di penetrarne la vita, un uguale rimpianto di non averli conosciuti se non attraverso le opere; ed assediavamo di domande quei pochi tra noi che avevano avuto la fortuna di vivere a fianco di que'.l'uomo straor\'acdinario, di udirne la parola calda e profonda; ed al- l'animarsi degli occhi e della voce dei nostri inter\'aclocutori anche pi\'f9 freddi e misurati, ci si apriva tutto il fascino dell'uomo geniale che aveva saputo comunicare a quanti lo avevano accostato una scin\'actilla della sua fiamma di poesia e di entusiasmo; ed avremmo voluto conoscere minutamente le sue vicende, e il suo cuore e il suo spirito, e i suoi dolori e le sue gioie.... \par La nostra bramosia \'e8 ora in buona parte appa\'acgata. Per quanto riguarda la vita ed i casi del Fon\'actanesi possediamo ormai una guida ampia, precisa e documentata nel libro che il pittore Marco Cal\'acderini, che del Fontanesi fu allievo, pubblic\'f2 in questi giorni, grazie al generoso concorso di un altro pittore ed allievo, il Pugliese-Levi. i Colla scorta di queste pagine possiamo breveminte trac\'acciare le linee della sua esistenza materiale. \par Antonio Fontanesi nacque a Reggio Emilia, da famiglia popolana, il 23 febbraio laS, penultimo di sette tra fratelli e sorelle, omonimo ma non parente dei Fontanesi pittori reggiani noti per opere di sce\'acnografia. Mortogli il padre mentre egli era ancora fan\'acciullo, allevato dalla madre, il ragazzo \'ab di indole estremamente vivace \'bb, avendo dimostrato una straor\'acdinaria propensione pel disegno, fu posto a quattor\'acdici anni nelle Scuole Comunali di Belle Arti di Reggio sotto l'insegnamento del professore Prospero Minghetti. Da costui imparate tutte le tecniche: l'acquerello, l'olio, la tempera, la calce, divenuto valentissimo nell'ornato e nella prospettiva, spinto \par dal bisogno di guadagnare e di provvedere alla vecchia madre, assunse lavori di decorazione mu\'acrale, acquistando cos\'ec quella sveltezza di mano e scioltezza di pennellata che dovevano riuscirgli di sommo aiuto nella sua futura carriera. Alla morte del professore di ornato, di prospettiva e di paese delle scuole coniunab, concorse al posto. Gli fu rifiutato non per mancanza di qualit\'e0, ma perch\'e8 \par troppo giovine \'bb. E di quegli anni un'attesta\'aczione curiosissima di G. B. Venturi, in cui \'e8 carat\'acterizzata l'indole pittorica del maestro : Fontanesi amava l'effetto del soggetto ed il ciba.?oscuro pi\'f9 che Io stesso colorito, che il vero \'bb. \par Dipinse in quegli anni quattro curiosi pannelli decorativi per il Caffl degli Svizzeri di Reggio, ritrovo dei liberali, paesaggi concepiti sul gusto del tempo, ma gi\'e0 improntati cli una poesia roman\'actica personale, e che tanto piacquero da esser ti- comperati come quadri dalla famiglia Tognoni,presso la quale si trovano attualmente. \par Mortagli la madre nel 45, rimase in Reggio an\'accora dite anni, ria insofferente dell'oppressione po\'acliziesca del registe estense che insidiava con lo spionaggio chiun1que fosse come il Fontanesi so\'acspetto di liberalismo, abbandon\'f2 Reggio prima del delirio quarantottesco e della successiva repressione austriaca, eel emigr\'f2 a Torino col pensiero di en\'actrare nell'esercito sardo e di volgersi alla carriera militare. Ma precipitando le cose, accorse a Milano, giungendo troppo tardi per prender parte alle Cin\'acque Giornate, ma in tempo per arruolarsi nella Le\'acgione Manara, facendo con essa la campagna dello Stelvio. Afflitto e scoraggiato dall'esito della guerra, ripar\'f2 a Lugano, dando lezioni per vivere, racco\'acgliendosi cogli altri esuli in casa del piemontese Chialiva, presso il quale fu spesso ospite lo stesso Mazzini. Pare fuor di dubbio che non abbia preso parte alla campagna sarda e all'assedio di Roma del 49, mentie invece c'\'e8 traccia di un suo disegno di stabilirsi in Russia, a Pietroburgo, dove poi noti and\'f2. invece pass\'f2 gli anni 49 e 50 in Svizzera disegnando continuamente dal vero. \par Lo troviamo nel 50 a Ginevra, dove l'amicizia di un intelligente negoziante di quadri, V. Bracliard, lo a;l.ita grandemente a conquistare il favore del gran mondo. I suoi \'absegni e le sue lezioni diven\'acnero ricercatissimi : mise su studio, fece buoni guadagni, divenne anzi alla moda, rendendosi sim\'acpatico a tutti pel suo ingegno e per la correttezza dei suoi lodi. \par Ginevra era allora un centro eminentemente pit\'actorico ed intellettuale. Il Fontanesi vi trovava vi\'acvente il vecchio Diday, il Calarne con tutta la stia nu\'acmerosissma scuola, e fra i novatori e i ribelli alla medesima quel Barth\'e8lemy Menn, di cui bastereb\'acbero i due quadretti del museo Rath per rivelarne la finissima tempra di paesista, e che fu inoltie un apostolo di rinnovamento educativo, morale e sociale. \par il Fontanesi, se legg-ermente indulse, per aver comrnissioni, all'arte imperante del romanticismo al\'acpestre del Diday e del Calarne, rest\'f2 per conto \par proprio fedele all' accanito studio del vero, e le curiose lettere all'amico Rrachard, riprodotte quasi in forma di diario nel libro del Calderini, ci mostrano l'artista nelle sue peregrinazioni per la campagna attorno a Ginevra intento a disegnare, disegnare e disegnare, instancabilmente, quei chiaroscuri cl ,tu\'acsain, nei quali doveva mostrare cos\'ec meravigliosa abilit\'e0 e sentimento poetico. \'ab Sempre pi\'f9 difficile da contentare, lavoro lentissimamente e penosamente perch\'e8 le difficolt\'e0 sono molte e insuperabili. Chi studia, lavorando, dopo aver dato dieci o dodici giorni ad un dipinto vede aliine che non ha fatto nulla di buono. Perci\'f2 del vero io sono infelicis \par situo, il mio genere di vita \'e8 un patimento morale continuo dei pi\'f9 forti. Nello Studio ho qualche mo\'acmento di soddisfazione, ma innanzi alla natura quei momenti non tornano mai... \'bb E soltanto chi l'ab\'acbia provato pu\'f2 comprendere lo schianto di pianto cine un giorno gli erompe dal cuore nel vedersi ire- eluso l'ingresso ad un giardino, sito indispensabile per certi studi di un quadro. \par A Ginevra, venuta in luce la stia grandissima qualit\'e0 di disegnatore, ebbe l'incarico da un editore di disegnare una serie di litografie della citt\'e0 e dei \par dintorni ; litografie che si trovano ancora in com\'acmercio e che sono straordinarie per la giustezza del chiaioscuro e per la trasparenza e luminosit\'e0 delle distanze aeree, pur essendo esatte e implacabili come fotografie. \par Ma la grande fama acquistata a Ginevra non poteva bastargli. Sentiva da ogni parte parlare dei grandi paesisti francesi della scuola detta del 30: preoccupato e inquieto risolse di conoscerli e si rec\'f2 all'Esposizione Mondiale di Parigi del 55. \par Ne ricevette un'impressione cos\'ec forte che al ri\'actorno trasform\'f2 completamente la stia tecnica. ff spiacevole non sapere che cosa abbia pensato di \par opere capitali come l'O,thclia del M i llais e The light of the rvorlci dell'Nolman Elunt, o delle scene del Leys ; ma si pu\'f2 supporre che il n4triralismo analitico dei preraffaellisti non dovette sorridergli: tutta la sua attenzione dovette essere rivolta verso la nuova scuola dei paesisti francesi, rifioritura della rivoluzione inglese di Crome, di Turner e di Constable attraverso Bonington e G\'e9ricault. E ritor\'acnato a Ginevra si pose a studiare dal vero come un novizio, preoccupandosi sopratutto di rendere l'atmosfera avvolgente. \par Nel 1858 il Fontanesi and\'f2 a passare l'estate a Cr\'e9mieu nel Delfinato, dove si radunava una vera famiglia artistica di novatori. !vi conobbe il Dau\'acbigny e forse il Corot ; vi conobbe sopratutto quel Ravier pel quale appena sorge l'ora della fama, e di cui l'esposizione parigina dell'anno scorso ha rivelato, a quelli che li seppero scoprire in una gal\'acleria buia, i fortissimi acquerelli d'una arditezza di luci e d'una poesia di motivi che non hanno riscon\'actro se non nel Fontanesi. E il Ravier a distanza di trent'anni cos\'ec scriveva di lui : una vivacit\'e0 \par straordinaria di sentimenti, nello stesso tempo \par profondi, energici, e tuttavia ingenui, quasi in \par fantili. Nessuno comprese il quadro meglio di lui, \par cio\'e8 l'eliminazione di rutto ci\'f2 che \'e8 inutile e \par non concorre all'effetto. Le sue minime inrpres \par sioni sono lezioni, di cui, secondo me, molti mae \par \'ab\tab stri moderni e dico molti fra i pi\'f9 famosi, po\'actrebbero profittare... \par 11 Ravier ci d_' anche preziose indicazioni sulla natura morale del Maestro: fegatoso, dogmatico, ma cavalleresco e leale. t La sua natura appassionata, \par \'ab\tab misconosceva la fredda ragione, ma era pure un \par \'a7\tab uomo nato grande artista e grande lavoratore, \par quello scontroso, adorato dalle signore, e che non \par vi era punto indifferente, nonostante il suo co \par r lore moresco e il suo viso butterato. E vorrei \par r pure ancora averlo fra noi, in questo appiatti \par ,\'ab mento universale dei caratteri e delle idee, quel \par fiero che donava le decorazioni per un pacco di \par sigari, poich\'e8 se talvolta pot\'e8 avere un disgra \par \bullet\tab ziato carattere, ebbe sempre un gran talento, e un \par gran cuore, il che \'e8 pi\'f9 raro! \par Il contatto con la colonia artistica di Cr\'e9mien, dov' erano coloristi meravigliosi come Ravier, rivel\'f2 a lui chiaroscurista per eccellenza la seduzione della poesia del colore. Ma la guerra del 59 venne :bru\'acscamente a interrompere la sua evoluzione. Il vec\'acchio soldato del 48 non era uomo da restare a di\'ac \par pingere mentre i fratelli si battevano, ed egli piomb\'f2 da Ginevra a Torino per domandare un posto nel\'acl'esercito sardo. Quella niente acuta del Cavour tent\'f2 di dissuaderlo e di persuaderlo che la patria aveva bisogno di artisti quanto di soldati, ma egli fu irremovibile e dopo un mese di infinite preghiere ottenne per favore estremo il grado di sottotenente nel battaglione comandato da Massimo d'Azeglio. Ma i casi della guerra confinandolo a Bologna lo tennero lontano dal fuoco, con suo ir Mito dispetto \par e\tab dolore. \par Tornato a Torino, scriveva ad un amico di Gi\'acnevra queste parole profetiche :\tab Sento che avr\'f2 \par gran bisogno di condizioni di esistenza abba- \par \bullet\tab stanza stabili e buone per permettermi di otte- \par nere dal mio talento il riassunto del mio valore intellettuale e morale, ma non ho ancora diritto \par \bullet\tab di aspirare a quelle tranquille soddisfazioni e \par < devo cercare la calma e la forza della mia anima. \par Penso a tutti quei valenti artisti del passato che \par \'ab\tab traversarono mali cos\'ec grandi, disastri e patirnenti ,t cos\'ec amari, senza mai assaporare la fortuna e la gloria ! Hanno prodotto lo stesso ! Ebbene cam \par \'ab\tab miniamo in quella via battuta da essi... che vale\'acvano pi\'f9 di me'. \'bb \par Ritornato a Ginevra, si trov\'f2 in poco liete con\'acdizioni. I suoi quadri noci trovavano compratori. Fece nel 60 una corsa a Parigi, poi un viaggio a Torino e Firenze, dove gli impressionisti toscani, i \par \'ab\tab rnacchiaiol\'ec ,>, guidati da Telemaco Signorini e Diego Martelli fecero grate festa a cinque suoi quadri, e dove conobbe il pittore Cristiano Banti con cui divenne amicissimo. \par Non si ferm\'f2 in Italia e ritorn\'f2 ancora a Ginevra ed alle sue predilette campagne estive nel Delfinato \par e\tab nell'Alta Savoia, a Cr\'e9mieu ed a Creys. Furono questi fra i suoi anni migliori per potenza di espres\'acsione e fecondit\'e0: ad essi risalgoeo tele di perfetta bellezza come il Novembre e l'Altacomba. Ma r:el 1866 il miraggio dell'Inghilterra lo attrasse: sperava di farvi ricchi guadagni, vi si rec\'f2 pieno di fede, ma dovette subito disingannarsi. Se la vista delle gal\'aclerie inglesi ed in ispecie di Gainsborough, di Con\'acstable, di Turner, di Croste lo accendeva di entu\'acsiasmo, trov\'f2 una difficolt\'e0 insormontabile a far strada nella diffidenza del mondo inglese, lento ad aprirsi ai nuovi arrivati. Vi fece per conto di un e\'acditore una serie di eliografie di vedute di Londra: \par Claudio Lorenese pel quale aveva un culto... \'bb \par Talvolta si spingevano pi\'f9 lontano, attraversa- \par vano il Po, e maestro e allievi si sedevano in \par qualche umile osteria a mangiare fraternamente la \par flittata... Al tramonto tornavano in citt\'e0 ed Egli che di poesia aveva pieno il cuore, la sentiva vii7rare ad ogni passo per le pi\'f9 tenui cose, per una lieve nota di delicatezza o per un ac- cento di vigore, per un riflesso nell'acqua, per un becco di gronda sulla linea luminosa del tor- rente, per un povero tronchino di gelso o un \par < fanale di gas che tagliava una quinta di muro. \par < Tutto diventava fonte di un lirismo soavissimo, senza paroloni, semplice come un versetto an- tico, sereno, limpido... 2. \par Ma se gli allievi l'adoravano, il mondo ufficiale dell'arte non disarmava la sua ostilit\'e0. I suoi se- guaci erano chiamati i frtzciici e la scuola l' Uffi- cia dei Valori, dileggio allusivo alla sci upolosa riceica del chiaroscuro ch'era sua legge. Occupato doli' insegnamento, il Maestro non pot\'e8 lavorar molto : pere) risalgono a questi anni\tab Lavoro e \par lo splendido Aprile, che esposto a Vienna \par assai ammirato, e la Bufera imminente, una delle sue pagine pi\'f9 intense. Ma le sue condizioni ti- \par nanziarie erano cattive: il meschino stipendio e le poche vendite a basso prezzo non gli 'permettevano di pagare certi vecchi debiti contratti a Ginevra per impiantarvi lo studio, n\'e8 di assicurare un po' di pace ai suoi vecchi giorni. Cosicch\'e8 Io ve- diamo improvvisamente nel 76 accettare la carica di direttore dell'Accademia di Belle Arti di Tokio e partire pel Giappone, attrattovi dal lucroso sti- pendio. \par Ma appena giuntovi ammal\'f2 gravemente: guarito, ammal\'f2 di nuovo di idropisia: dopo due anni di permanenza in quei luoghi dovette rinunziare al- \par l'impiego e ritornare in patria colla salute irrepara- bilmente compromessa. \par Passando per Roma, si rec\'f2 a cercare i diletti allievi alla consueta locanda; e gli si strinse il cuore alle notizie lugubri : Yunck era nicro da roco Pisa, Mosso e Viotti,\tab anno prima, a Torino. \par A Torino il Ministero, in cui aveva fedeli am i- cizie, gli aveva conservato il posto di professore all'Accademia. Aveva sessant'anni e l'organismo mi- nato, ma si rimise al lavoro come un giovinotto, con gli antichi e con nuovi allievi. Ardeva di presen- tarsi all'imminente grande mostra nazionale del 1880 con un'opera degna della maturit\'e0 del suo ingegno, un'opera che facesse lacere gli invidiosi e gli ostili. Era questa la tela pi\'f9 vasta forse mai da lui intra- \par presa : quella delle Nubi. Vi lavor\'f2 febbrilmente malgrado gli attacchi del male durante tutto I'in\'acverno, giungendo ad un poema di luce bionda di sovrana bellezza, che se dobbiamo prestar fede alla testimonianza di Clemente Pugliese e di Lorenzo Delleani, guast\'f2 in parte pel desiderio di determi\'acnare meglio le forme e di aumentare il tono del\'acl'azzurro (pur attualmente cos\'ec vero e splendido !) del cielo. Ma pur nella sua forma attuale a noi nota era questa un'opera meravigliosa ed egli se ne riprometteva un trionfo. \par Fu il massimo dei suoi disinganni, 1'ultimo ed il pi\'f9 do'oroso. Mal collocata, sollev\'f2 le critiche degli avversari, che non si davano pace come nelle nubi ci potessero stare pennellate di rosso puro. L'ant\'acmirazione del inondo ufficiale e del pubblico volse in quell'anno, come noi ricordiamo bene, verso altre forme d'arte pi\'f9 ridenti e chiassose, pi\'f9 sga \par com;arensib:li ala folla : volse all'impressionisnto superficiale e spavaldo del Michetti, alla abilita decorativa delle Tentazioni del Morelli, ai quadri storici del Jacovacci, del Ferrari, del Maccari, volse ai quadretti di genere del Favretto; a tutti, fuorch\'e8 \par al Fontanesi, e, incredibile a dirsi, nell'elenco delle premiazioni il suo nome non trov\'f2 posto, ed il Vela ch'era della Giuria diede al Maestro il colpo di grazia dicendogli crudamente che il suo nome non era stato \'ab nemmeno preso in considerazione \'bb. \par Ferito nel cuore, tormentato dall'idropisia, vecchio, stanco, cerc\'f2 conforto presso l'amico e fratello d'arte Rav;er, a Morestel, nel Delf;nato: cerc\'f2 rimedio ai suoi mali a Vichy, torn\'f2 a Torino... \'ab nonostante < l'infern-iit\'ec assisteva abbastanza di frequente sul \par vero i iiriovi allievi, ed assiduamente nella scuola, \'ab mentre, foschi o soavi come canti danteschi (poi \par ch\'e8 in quel periodo si accentu\'f2 nel suo lavoro \'ab una poesia sempre pi\'eci concisa e pi\'f9 densa di \par sentimento), gli nascevano tuttora sotto i pen \par nelli e sotto la spatola i quadretti del suo tra \par monto, piccoli di misura, immensi per sugge \par stione. Ma non era un tramonto placido ; in certi \par periodi l'atleta soccombeva veramente e citi lo \par andava a vedere lo trovava talvolta steso immo \par bile e cereo sii ruio dei suoi ricchi divani giap \par poltes'...\tab i. \par CALDERINI, op. cit. \par Trov\'f2 ancora le forze di fare una campagna c;i studi in Francia ed in Italia, a Cannobio, a Sesto Calende, a Somma, avendo a compagno ed allievo iI pittore Pugliese. Tornato a Torino, ammal\'f2 di nuovo di idrope. All'amico avvocato Camerana che lo visitava pochi giorni prima di morire mostr\'f2 con stoicismo greco il corpo miseramente sfigurato dal male, scagliandosi con amara veemenza contro co\'acloro che gli avevano resi pi\'f9 duri gli ultimi anni con le loro misere ostilit\'e0. ll mattfno del 17 aprile 1882, verso l'una e mezza, il medesimo amico chia\'acmato d'urgenza lo trov\'f2 agonizzante. Il Fontanesi lo riconobbe, disse: va bene! e spir\'f2. \par Poi che abbiamo rapidamente scorse le vicende del Fontanesi quali ci sono raccontate con lungo e diligente commento di raffronti storici e di infor\'acmazioni sussidiarie sui tempi e sui luoghi, dal Cal derivi, cerchiamo ora di fermare le linee caratteri\'acstiche del suo ingegno e di penetrare nel segreto della sua forza geniale. \par La prima fondamentale qualit\'e0 del Fontanesi fu quella di possedere un'anima di poeta, e di poeta profondo, austero ed appassionato. Come per alti i la figura umana, per lui la forma della sua sensi\'acbilit\'e0 fu l'esaltazione della poesia della natura per se stessa, e della natura pi\'f9 bella, pii' intatta, pi\'f9 armonica. E non in qualunque istante della sua esistenza, ma nelle sue ore pi\'f9 intime, alate, pro\'acfonde, quando l'aria e la luce, i colori e le forme concorrono ad ''ira suggestione piena di mistero e suscitano uno struggimento quasi amoroso. \par La sua opera fu (se mi \'e8 lecito cos\'ec esprimermi) l'essenza di un'essenza; la raffigurazione di asl-etti di natura, scelti gi\'e0 con altissimo senso d'armonia, ed esaltati interiormente dalla vibrazione amorosa di un grandissimo cuore. \par L'opera fu per lui sempre l'espressione di un bisogno di poesia, mentre per la quasi unanimit\'e0 degli artisti non \'e8 che la manifestazione di felici attitudini meccaniche native o acquisite. N\'e8 egli ne fu, come altri, incosciente : ne era cos\'ec conscio che \par quale non eia ancora apparsa in pittura si estrin\'acseca in forme d'una sapienza non raggiunta da al\'accuno. Qual Corot, qual Rousseau, qual Diaz, qual Daubigny pu\'f2 reggere il paragone core questi 1-oemi! Quale di essi percorse una gamma cos\'ec ampia, tocc\'f2 l i\'ecl potentemente la realt \'ec del sogno e il sogno della realt\'e0 ? Quale dolcezza in quel cielo del No\'acvembre, in cui le nuvole mattinali leggermente vio\'aclacee sorgono diafane come un soffio ! Quale pen\'acsosa poesia in quell'altro cos\'ec mite della Solitudine \par in quel sole pallido nascosto in lunghi e diafani veli bianchi! Quale pensosa poesia nelle due figure similmente recline sulla irughiera rigata nell'Ano delle lunghe striscie di sole biondo, l'altia avvolta nelle brune argentine del mattino d'ottobre ! Qual tremula immagine della Primavera in quel pulvi\'acscolo biondo dell'Aprile che avvolge i peschi fio\'acriti e le pecore e i pastori sdraiati sulla pianura presso il salice che germoglia e stende lunga la sua ombra ! Qual cupo senso di estate torrida nel chia\'acrore dorato dell'Altcconrba, avvampante, veemente, quasi tragico ! E che dire di quel maestoso poema delle Nubi che apre come una finestra ideale nella parete della sala che ospita le opere del Maestro \par nell'Esposizione Veneziana ! Quale grandiosit\'e0 di visione in gnella vasta pianura ferita dal sole d'e\'acstate al tramonto, avvolta in una luce d'oro, domi\'acnata dal gigantesco cumulo rosato ! Nelle imperfe\'aczioni stesse di questa ultima opera compiuta a ses\'acsantadue anni sotto le oscure minaccie della morte imminente, e pur cos\'ec nobile e serena, palpita l'ar\'acdore febbi ile del poeta agognante ad Iena meta sempre pin alta, ad espressioni sempre pi\'eci coni - plete. \par Non sono questi semplici bi ani di realt\'e0, sono. visioni tipiche, sintesi poetiche di un cuore che fissa nella materia una somma incalcolabile di vibra\'aczioni affettive. \par Perci\'f2 con qual ardore ci si interna nel lavoro intimo del poeta, in quella selva di disegni e di schiz,i ad olio che servirono di sussidio ai suoi so\'acgni di poesia! Non si sa se pii' ammirare la poesia infallibile della visione o la genialit\'e0, dei mezzi tecnici. Perch\'e8 essi sono sbalorditivi. Raschiature, velature, impasti, rigature colla spatola e col ma\'acnico dei pennelli, ogni cosa \'e8 messa a contributo per fissare rapidamente la poesia dell'istante. Egli che per i quadri si cre\'f2, studiando gli antichi, urla_ \par \par PARZIALE \par }