Giuseppe Abbati   (Pagine 85 )      Fonte : www.lungomarecastiglioncello.it/macchiaioli/Macchiaioli_testoind.htm

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Book Antiqua;}} \viewkind4\uc1\pard\f0\fs24 \par giuseppe fibbati ritratto aa giovanni ciotaint net 1865 (cog. private.) \par COIvIUNE DI ROSIGNANO IvIARITTIMO \par ASSE3SORATO ALLA PR OW MOIRE DELLA CULTUR A EF OR itt AZIONE \par I Macchiaioll a Castiglioncelb \par GIUSEPPE ABBATI \par 1836 -1868 \par A cura di \par FRANCESCA DINI E CARLO SCSI \par Contzibuti \par COSMO CECCU T I, FRANCESCA DINI, PIERO DINI, CARLO SISI \par Con NO stol ari o &Wadi sta introclotto e annotato da PIERO DINI \par Centro per l'ate Diego Ivlartelli di Cavil di oncello \par In collaborazione con la Ciallexi a dale moclErna di Palazzo Pitti \par 1 \par Quanto al cornpito dell' artista e al tigore morale del suo operate nella societi, Abbati afferrna, va p olernicarnente: \par So canto attisti quanti hanno un filo di senso C01171111e e un oncia d'emdizione? Se ii pubblico e ignorante e non apprezza it nuovo hello the l'ambiente sociale e la legge etema della mutability ha in-ipos-to a4i artisti di chi a la colpa se non di que.:ti che non sanno ancora earinsecare it loro sentimento (... )? \par Ivlattelli, the a partire dal 1862 convisse con it pittore, rende testirnonianza di quelli the furono gli interessi letterati del fraterno arni co, appassionato di teologia (Sant' Agostino, it gesuita Roberto BeIlarrnino, i casisti) e di come egli trovasse it rno do \'abdi passare le lunghe ore di eterni giorni alternando la lettura con l'ate\'bb. \par Non solo legge Voltaire, Ftoudhon, Zola, gli scritti di estetica di Hippolyte Taine, quelli dello storico Adolphe Thiers, ma apprezza, pur soppesandolo, it libro di Ludwig Biichner Foca e mate?* the clefinisce \'abla quintessenza del rnatenalismo\'bb. \'abTi figurerai gii the rni place, aggiungeva, scrivendone a lvlattelli, pere non lo trovo motto pro fondo, sono cose che gii si sanno, e mi aspettavo del nuovo\'bb. \par E sorprende come it giudizio di Abbati sia conforrne a quello della critica novecentesca che individua quale unico merit\'b0 del libro in questione Paver proclarnato seppur tarchvarnente (nel 1855) it valore del moo do scientific\'b0 e spentnentale, nel delicato momento pere in cui it pensiero reagiva contro i grandi sisterni idealistici tedeschi di Fichte, Schelling e Hegel. \par Quanto al cwattere del pittore, Mattelli lo definisce \'abessenzialrnente rneditativo e costante\'bb e in un' afire. paste cosi lo delinea: \par L'anima sua era gioconda, la sua malizia infantile, la sua attitudine alla meclitazi one; i tempi e le disgrazie resero la sua gioconditi misantropi a, la sua malizia asprezza, la sua natura meditabonda, cupa , tutto che a lui piacesse e lo stomello cantato a can e l'allegria the sgorga da cuore since.\'b0 fa i gotti di un vino gene.oso. Nulla era piit taro agli amici del lamp\'b0 guizzante dell' unico occhio del nostro ciclope. \par \par giuseppe Ablutz tow fotografia defffgrch vio (14tali \par 10 \par LA FORMAZIONE. IL RAPPORTO CON IL GENITORE \par Ci sono dei trascorsi fiorentini nell'infanzia di Giuseppe Abbati che rimasero lungamente ignoti ai suoi biografi. Lo stesso Diego Martelli ne aveva avuto soltanto un vago sentore, poiche nel cercare, attraverso le testimonianze degli ainici, di far luce su questo e su altri moment della vita dello sfortunato compagno ne scriveva infatti a Francesco Angeli, antico compagno (Parini di Beppe: \par Sappi che mi sono messo attomo a scrivere una biografia del povero Abbati che vorrei mantenere semplicissima, ma piu piena che sia possibile di fatti. (. .) Io ho quasi il dubbio che Beppe sia nato a Firenze o almeno ci sia venuto piccu. aissimo. I1 Micheli briaco, figlio del famoso copiatore e falsificatore di Raffaello, lo aveva conosciuto quando la \par sua famiglia stava a Firenze. (Gli esiti cielle ricerche che hanno fatto luce sull'infanzia di Abbati, condotte congiuntamente cia Piero Dini e cia Alba Del Soldato, sono esposti nella citata rnonografia di Dini.) \par PiL recenti e accurate ricerche d'archivio hanno onnai conferito certezza alla presunzione di Martelli, rivelando come ad appena sei anni di eta it pittore napoletano scorrazzasse per le strade della panocchia di San Iacopino, allora zona suburbana che si estendeva fuori dalla Porta al Prato. Vi era giunto con la famiglia, poiche il padre Vincenzo, notissimo pittore d'interni, era stato assunto alla corte di Maria Carolina di Borbone, duchessa \par di Berry. (La duchessa di Berry, figlia di Francesco I re di Napoli era nata a Caserta nel novembre 1798 e nel 1816 aveva sposato Carlo Ferdinand\'b0 ci'Artois, ciuca cli Berry, figlio del futuro Carlo X e pretendente al trono di Francia. Ebbe clue figli: Luisa Maria Teresa, futura moglie cli Carlo III di Borbone ciuca di Parma, eci Enrico, ciuca cli Bordeaux.. Rimasta vedova, dopo la rivoluzione del 1830 e Pabdicazione di Carlo X a favole di Enrico V, la nobildonna segui la famiglia in Inghilten-a, ottenencio poi la reggenza, mentre sul trono di Francia saliva Luigi Filippo d'Orleans. Da quel momento la duchessa di Berry si prodigO per accapar-rarsi Pappogsio delle vane corti europee, provocando Pinsurrezione cli Vandea e subendo Parresto. Sposatasi in seg-eto con il conte siciliano Ettore Lucchesi Palli, perse cli fatto Papp artenenza alla famiglia reale e ciunque la reggenza; liberata dalla prigionia raggiunse Palermo e poi Napoli, clove continuo ad adoprarsi per sostenere la causa ciel figlio, pretendente al trono cli Francia con il norm di Enrico V. \par Sorella della granduchessa di Toscana, la duchessa di Berry fu assiduamente presente nella vita di code. Da. ciO trasse vantaggio Vincenzo Abbati, impegnato in incarichi e commissioni di cui oggi sorprendentemente non rimane documentazione, dal momento che anche \'abIntemo di una cappella\'bb (1854), unica opera di Vincenzo conservata nella Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti, non appartiene al momento fiorentino della sua produzione, essendo datata 18)4; essa e comunque esemplare del vedutismo prospettico del pin anziano degli Abbati, che si era formato a Napoli nella scuola di scenografia del Regio Istituto di Belle Arti (1822/1826) e poi nello studio privato di L. N. Lemasle, scenografo del Teatro San Carlo. \par Dal 1842 al 1846 la vita della famiglia Abbati trascorse lieta nel granducato che, condotto dall'illurninato e tollerante Leopoldo II, andava sempre pin distinguendosi per il fervore letterario, politico e musicale, con la cliffusione della oNuova Antologia\'bb di Vieusseux e la presenza di illustri protagonisti della cultura del tempo, da NiccolO Tommaseo a Giuseppe Giusti, da Paolo Erniliani Giudici a Paolo Emilio 'minim* ai musicisti Giovanni Pacini, Teodulo Mabellini e Luigi Gordigiani. \par Quando tuttavia la duchessa di Berry, che viaggiava continuamente in Italia e all' estero per sostenere la causa del figlio aspirante al trono di Francia con il nome di Enrico V; devise di spostarsi a Venezia, Vincenzo Abbati la segui eon tutta la sua famiglia (la moglie e ben sei figli), cosieche Giuseppe dovette proseguire gli studi ginnasiali nella citta lagunare, destinata a diventare la definitiva residenza della famiglia. 'Vincenzo segue da vieino la fonnazione del figlio, che gode, grazie alla posizione paterna, del privilegio di accedere alle migliori scuole della cittit e nel 1850 all'Accademia di Belle Arti. Giuseppe frequenta, almeno fino al 1853, le scuole di Architettura, di Prospettiva e di Paesaggio, seguendo eon profitto i corsi di Michelangelo Grigoletti e Francesco Bagnara, negli stessi anni in cui Gioacchino Zandomeneghi, rampollo della celebre famiglia di scultoril7 (e fratello del pin giovane Federico, pittore destinato a diventare intimo di Giuseppe) frequenta la scuola di Arehitettura. I documenti tacciono in merito al fatto se Beppe abbia portato a tennine la sua fonnazione accademica, o se egli, \par come e probabile, Si perfezionasse sotto la guida del padre. al prestigio della famiglia Zandomeneghi (il nonno Luigi aveva \par goduto dell'amicizia e della stima di Antonio Canova) fu enorrnemente accresciuto in quegli anni dalla realizzazione del \'abMonument\'b0 a Tiziano\'bb nella \par Chiesa dei Fran, iniziato nel 1843 e inaugurato nel 1852). Certamente Beppe continuo a prender parte alla vita artistica \par eittadina, poiche Signorini ricordava di averlo conosciuto e frequentato a Venezia nel 1856, in occasione dell' esposizione annuale dell' Accademia. Il soggiorno di Signorini e Vito D'Ancona a \par 11 \par Venezia nel 1856 6 notoriamente uno degli avvenimenti pin significativi tra quanti prepararono la. nascita del moviinento macchiaiolo e come tale 6 stato sempre ricordato da quanti si sono occupati dell' argomento, e per prim\'b0 dallo stesso Signorini. Questi, andando a Venezia e ispirato dalla natura lagunare, non soltanto ere\'b0 e riportO in patria i primi esempi di una pittura ispirata alla vita. contemporanea e realizzata nella nuova tecnica. della \'abmacehia\'bb, ma vivifieer l'ambiente artistico veneziano con Pesempio di un' arte eompletamente nuova per forma e contenuti. Questo secondo punto di vista 6 quello che realmente ci interessa per Abbati; per lui la frequentazione con Signorini diventa una prima, preziosissima opportunity di romnpere con it sistema fomiativo e culturale che lo aveva avviluppato fin dalla nascita. Anche Telemaeo 6 figlio di un pittore accreditato presso gli ambienti conservatori e come Beppe ha goduto dei vantaggi di una buona educazione; educazione e cultura gli permettono ora di argomentare con cognizione le sue avanzatissime posizioni artistiche. Signorini esponeva all' Accademia di Venezia \'abVeduta della Salute\'bb, la cui insperata vendita fu festeggiata con una cena al Danieli. Non si conosce it dipinto in questione, ma altre opere pervenuteci, relativamente a quel soggiorno di Signorini, ci fanno pensare the essa avesse tutte le caratteristiche per attrarre e far riflettere it pin giovane Beppe. Il oPonte della Pazienza\'bb, riportato a Firenze alla fine del soggiorno lagunare, presentato alla Promotrice fiorentina e rifiutato per \'abeccessiva violenza di chiaro/scuro\'bb esemplare degli esiti raggiunti dalla poetica signoriniana all' altezza del 1856: partendo dal motivo architettonico, in questo caso l'abside gotica della Chiesa dei Carmini, Signorini rompe la metrica della classica veduta veneziana attraverso un unico element\'b0, la luce, intesa naturalmente non nella sua funzione amionizzante (quale i Macchiaioli recupereranno piu tardi a Castiglioneello e Piagentina), ma come element\'b0 di violenta rottura. Ne deriva una nuova visione per masse di colore e di chiaroscuro, nella quale l'architettura gotica pare defonnarsi e, tremante di plastico vigore, innalzarsi verso un cielo finalmente \'abvisto\'bb sul vero e dunque reale e palpitante di vita. \par Carattere \'abessenzialmente meditativo e costante\'bb, Beppe fiflette su tutto questo. Forse egli percepi Pidealitft nuova che armava la tavolozza e le parole di Signorini; forse vi senti scorrere la linfa della vita vera, quella the il pittore misura con la sua personale esperienza di quotidianitit. Che valore poteva avere invece un' arte volta a irnitare sulla tela la bellezza austera di un edificio monumentale, che spazio vi potevano trovare gli ideali, le ansie di un giovane dotato che aspirava a qualche c,osa di pin che a essere un buon mestierante. \par Tra il 1857 e il 1858 non si hanno notizie degli Abbati. Ma nel 1859 padre e figlio si sono trasferiti a Napoli, mentre it resto della farniglia e rimasto a Venezia. Le ragioni di questo cambiamento di residenza possono essere molteplici: probabilmente Vincenzo aveva cessato it rapporto con la duchessa di Berry e dunque, pur godendo di una decorosa pensione, aveva necessity di procacciarsi del lavoro; forse si trattO di un escamotage per sottrarre Beppe ai doveri della leva nell' esercito asburgico, oppure l'anziano padre temeva per l'incolumita dell'unico figlio maschio, di cui conosceva le idee liberali e le aspirazioni patfiottiche. Si ha la sensazione infatti che Punifonne dei carabinieri genovesi, con la quale Beppe si presentera a Genova nel 1860 tra i volontari garibaldini, venisse gig indossata nell' aprile 1859. E questo fatto potrebbe aver influito non poco sul gi\'e1 alto indice e gradimento con cui it giovane era stato accolto nell' ambiente artistico della Giny partenopea, in particolare da quella parte piu progressista che annoverava Bernardo Celentano, Domenico Morelli, Saverio Altamura e Filippo Palizzi, e sulla nornina dei due Abbati a Professori Onorari del Real Istituto di Belle Arti di Napoli insieme a Morelli e Altamura, nornina che avvenne nel dicembre del 1860 nel nome di \'abSua Maestit Vittorio Emanuele Re d'Italia\'bb. Tutto questo induce a una fiflessione su quale potesse essere l'entidt vera del rapporto padre/figlio. Abbiamo visto Vincenzo da sempre quiescente con la society conservatrice del suo tempo, a tal punto, aggiungiamo, da seguire la duchessa di Berry in Austria durante la rivoluzione del 1848 e rientrare a Venezia dopo un amino, quando era stato ristabilito lo status quo. E pur ammettendo the l'anziano pittore fosse eamaleonticamente capace di. adeguarsi al nuovo china politico, come poteva la sua pittura, per niente votata al nuovo, imporlo Professore Onorario in una Belle pin importanti istituzioni del nuovo Stato italiano? Viene da pensare che non fosse, come sarebbe logico credere, it vecchio e autorevole Abbati a istradare it figlio nella society artistica napoletana, ma che viceversa le straordinarie \par quality morali e artistiche di Beppe attraessero non solo la stima e l'affetto di pittori affermati come Domenico e Filippo Palizzi, ma anche l'attenzione della critica contemporanea. Ed 6 proprio dalle parole di un \par 12 \par critico napoletano di notevole ac,ume, Luigi Aponte, che ci viene restituito it distinguo con cui gia. i c,ontempora.nei giudicarono l'arte dei clue Abbati, all' epoca dell' esorclio del pin giovane, nel settembre 1859, nell' ambito della rassegna allestita al Reale Museo Borbonico: \par Vincenzo Abbati e Giuseppe suo figlio sono internisti di gran valore. . . Fra i vari intemi cia Toro esposti, quello della Cappella di San Domenico di Abbati figlio, \'e9 di una verita di effetto sOrprendente. I1 misterioso impasto della tavolozza, it bianco marmoreo del sito ritratto con una semplicita e naturalezza cli chiaroscuro superiore ad ogni elogio, ed opportunitd di episodio scelto, sono pregi che rendono questo breve dipinto gigantesco agli occhi miei, che a lungo riguardarlo mi illude cosi che mi vien voglia di rimanermi li dentro a sentire quella messa e pregare! La differenza nel fare del figlio e del padre sta in ciO che it colorito di quest'ultimo sa della recente influenza dei nuovi principi, perrocche meno liquid\'b0 e phi vergine di imitazione. \par Il dipinto in questione 6 noto soltanto cia una fotografia della Soprintendenza di Napoli (La foto si trova nella Fototeca \par Castel Sant'Elmo cli Napoli, archiviata come riproclucente un quadro di Vincenzo Abbati) COSiCChe Ci riesce difflcile cogliere, nell'impianto compositivo tutto sommato tradizionale e sensibile alla. lezione paterna, quel tanto di nuovo che secondo Aponte 6 tutto affidato alla quality del colore e alla consistenza materica della pennellata. Per non parlare del fa.scino misterioso dei \'abbianchi\'bb e della naturalezza del chiaroscuro, quality che si riscontrano facilmente per\'b0 in un dipinto coevo, che appartiene anti a quello stesso momento creativo, poiche raffigura, della stessa chiesa, la Cappella del Crocifisso con la tomba di Francesco Carafa.. Libero dall'impianto della veduta d'interno tradizionale, it giovane Abbati fa del contrasto cromatico tra la sagoma. scura della giovane donna in preghiera e it riverbero chiaro dei manni della tomba finascimentale del Carafa it motivo principe della composizione; essa non ha pin niente di costmito, nessun compiacimento prospettico, bensi una naturalezza che ben si sposa alla sernplicit\'e1 della materia cromatica dissimulante gia la sapienza di toni e di velature che diverranno di li a poco caratterizzanti della poetica di Beppe. (n\'b02 sul sito). Dunque si puO dire che pur esordendo nel genere paterno per eccellenza, l'interno monumentale, Beppe rivela. gi\'e1 nel 1859 di aver maturato mezzi espressivi completamente diversi e aggiornati su quanto di pin nuovo era stato prodotto tra Firenze e Napoli, subito prima della qfivoluzione\'bb macchiaiola. \par Quanto al rapporto con it padre, si deve pensare che qualcosa di nuovo e di grave si verificO nel corso del 1860, tanto cia detenninare l'irreversibile allontanamento dei due. Un allontanamento che non ha soltanto ragioni fisiche (la partenza di Beppe per Firenze, mentre Vincenzo risulta operoso a Napoli almeno fino al 1870), bensi soprattutto morali e affettive. Forse l'anziano padre si oppose alle scelte liberali e patriottiche del figlio, o all'impronta assolutamente anticonformista. che Beppe decise di dare alla sua. esistenza e alla sua. ante, propfio a. partire cia quell'anno. Forse vi furono delle ragioni familiafi, dal momento che Vincenzo non risulta essersi pin ricongiunto con la moglie rimasta a Venezia insieme alle figlie; conosciamo invece Faffetto profondo che legO Giuseppe alla madre, al cui sostegno non mane) mai di provvedere, nonostante le sue penose possibility. Di fatto la figura del genitore fu come rimossa nella. mente di Beppe; cosi che neppure Diego Martelli ne conobbe mai, \par per bocca del fraterno alnico, it nome. ( \'abSe to sai ii nome del padre me to scriveva Diego Martelli a Francesco Angeli it 20 \par novembre 1884, all'epoca della stesura della biografia cli Beppe. In realty i1 senso di questa frase ci risulta incomprensibile alla Luce del fatto che proprio Martelli redasse la biografia cli Vincenzo Abbati (oltre a quella di Giuseppe) per it dizionario. E certo e docurnentato come gia nel 1869 Martelli lavorasse alla stesura delle due biog-afie, raccoglienclo le notizie presso le Abbati a Venezia. Dalla biog-afia cii Vincenzo si evince come egli fosse vivo e attivo a Napoli ancora a quell'epoca; gia cia questo si sarebbe dovuto cledun-e che la data di morte, comunemente indicata nel 1866, dovesse essere spostata dopo 1870. Infatti ulteriori ricerche condotte presso l'Archivio cii State cli Venezia ed esposte nella monog-afia di Dini a p. 28 hanno rivelato essere it 1874 la data di morte dell' anziano pittore. Quanto all' opera di assistenza che Diego fete a favore della famiglia Abbati all'indomani della scomparsa cli Beppe, si rirnancia all'esame che di quelle vicencie ha fatto Piero Dini. Si aggiunga a quella clocumentazione l'inedita lettera gentilmente messa a clisposizione cia Vittorio Quercioli, inclirizzata in data 17 aprile 1868 dalle sorelle Abbati a Diego Martelli: \'abStimatissimo sig. Diego, La vostra lettera ha recato govarnento al nostro cuore nel scorgere d'avere in voi un amico non ignaro dei mali della vita e che perci\'f6 sensibile alle nostre ciisg-azie ascoltate con pazienza i nostri sfoghi e ci cornpatite. Non troviamo termini sufficienti per ring-aziarvi dell'amor che cute avere per nostra macire e per la premura che vi prenclete cl'essa, la vostra sincera e affettuosa amicizia potra, se non guarire la piaga suo, perry alrneno renciere piu sopportabile la perciita incommensurabile, che senza dubbi era tutto per essa. La vostra lettera ha apportato qualche conforto per noi vivere 6 stato un vero torment\'b0 6 vero che abbiamo un g<-an coraggio; ma questo non vale, se le forze del cuore non con-isp ondono a comprenderete quanto clebba esserci cioloroso quest' in... (p.i.), ma abbiarno, second\'b0 it vostro saggio consiglio, trovato un mezzo che in altra nostra vi spiegheremo e cosi clornancierete se vi p arra buona. Vi ringraziamo del cortese pensiero che it vostro amore vi ha suggerito, ma pur troppo 6 vero come voi cute, che se mamma avesse un po' cii cienaro vorrebbe venire costi, ma 6 pin pruclente manciarlo a noi e cosi lo spenderemo giornalmente e ci metteremo al cop erto ci' ogni rischio. Asp ettiamo con ansia vostre lettere per sapere del ritratto ora per noi unico conforto! E per sapere ancora se avete ricevuto lettera del buon Zanclorneneghi, it quale saranno a un di presso otto giorni the e stato cia noi \par 13 \par polrettextio6. di sexvini rubito ri:Diardo al\tab Abbiateci a211)2e an:era di quest,\tab siano ont del la nxtra influenri. Pexclomte i conimi \par distubitU4 hbavA deli:roma cmlitre cif rpm'? died suet., libly:rale di comptam.c., come ce to site d'mki.S.Vogcre .ft'eneratissicue senile Pbtoti\'bb). \par \par r?ncenzo Abicxtz teed antica fitgrafia (Ord\bullet . T. , cosi strive it Madelli nei suoi aprunti. \par Prima di datilirsi definlivamente a Cadelnumo della Misericcrdia, l'Abteti d recava ceple nella casa di Diego tvlattelli per fere le me rioerche pthotiche gustando deirceritalitil offelayi ciall'anico. Una letters del Martelli, dretta all'anico Gustavo Uzielli da Caaiglioncello in data 21 giuro 1863, ci rende un'idm O (ladle the cio'evano emae alcune gicrnate della bligata amid riuritid alla Caro Gude... vino, Ia tomte e un Met ocowarso di ficti. Ouede garde in westo luogo non hanno it piu 1:ico)losignfito poich6 mertre rifiette'a a cia the vdeva ditti ho fato un L e dopo una A e pas:end\'b0 mi per Ia ment e it mctivn della "Luisa Miller ail quae si centano q.imte parcie le ho :cite cod per vendertenpp e senza nemina inten tone. \par Ti vow& dire tart e cme ma non so cis the pale mi rikre. Ti Orb in, Unto the ieP mi scn divertdo eravamo a tavola in undid nella seta di qumta cam the to ten ccnosci e the d conserva senrreta wale in eno lemerimitne in odificmioni yi tncici erano I Cap. Como Pien Rodgnano 2 Oott. F lances\'b0, Lobin di Caaanuovo 3 l'illudre Ceo Fctti 4 it celebre Ghigo Pierovi 5 Abbati 6 Luigi Bechi dotto goc ciola 7 Carlo della Santa 8 Luigi Frenzoja cietto Elirillcne 9 Octnenico Caligo 10 Giacctno Chictti ii giucco o limbs:We the dir si \bullet .\'bb yia 11 lo.Foti, Celtic, della Santa, PiaorcoPieri e Lobin reit irono chi ieri sera e cli damane gli arid fonnaio pale della guarnigione ettuale la wae attends per cctnpleterd Ili/linens\'b0 Pam rena. Oa questo e cialla conowerea std luoghi e delle perwne to puci ergomentare Ia vila ncetra o:tne io molle volle irnmagno quella the fae voiatri. Fra le ay.enture the ci sono Genneme uthinatnerte vie una discreta thornia la (wale si praitisse cosi \par Mi venne in testa un dap desinale di proparre tna passeggata a Csdelnuo?to per Ia mawlia a piedi. Be'! del' to fafto. lo Beal Chiotti e Franzoja si paste ale 4 e 1/2 ppm., d va e aaniva a Ceetelnuovod mica Lchin dal vale ,dolevatno in tutti i maii fere merenda e non si tro'.a Mora d manila a chiatnare do,/ era e si va ad awettailo in casa del prete Sod egli ci cia del rinfrmco di Modena per cam are la sete the Ia Oa wide e faicosa ci aveva procbtla e qui d manifesta il pritno rrincipio di weila trams che it ciestino filava ai rostri danni. Tcrna \par dotto Lobin. Be'! amnci) cammireto motto per non farci aspettare it OctIcre aveva sete arrivati a cam di hi cava Mori da rinfreeco di Modena the offre anche a not che avendo semrre sete accettiamo e qui d marl feda per Ia seconda vcita quella frame the il ciestino filam ai nostri danni. Occencio eepettare the d cuocemero cede cipollose e rrosciuttose fit ae le quail ci dovmano servire it wmpanatico io \par Bella cam cid Dottcre a risciare calla plbblica riecza e cosi trovai un seccet cre it pose per fcrza mi voleva conchae a bee e qui per la term ,A)n a d manifesta vale frame che it desino filava ai nostri ciarni io rifuto clioendo the ero con ciell'altri anici di Lobin e me ne immincia la osna wena cominciata it seomtcre in queaione manila a regalare ala Societe We bottiglie di vino s:Eito tna Bianca ed una nerd e q.11, per la wala volts si manifeaa la tran a the iI cimtino f lava Si noari danni mangiammo dunque e bernrno n6 ci levammo da tavola senza avere come Ia nodra rdigione comanda fatta Ia libailione crainentale 6:1 scido ponce tun)) Si some di caste insieme col dottcre it was veniva a Castiglicncello manci) ci \\tithe in testa d anciate a dre addio at pre Elosi e qui Si manifesta per la quirta vcita quala Vane the il destino filava ai nostri durci. Andeti le fu giocofolza litiere encore un nucc.\'bb duello tcrco! Erano le II e 112 0 sera. Sera tutti briachi e ci mettemmo a Traver:ere la stra.ia selvma che da Castelnucuo conduce a Cadiglioncalo mote furcno le caalte incite le contudoni ezi a sventura io mi didomi un piede per aii anche ccjg ho it piede faxiato e ccriviemmi camminer con le gucce the non potrb abbendcnere che fra una settimana al If U colt\'b0 e fcrse chi m se beeta! Bead pure ha una fate ccntudone alla wscia ripctlata inentre glotiosamente gridava ala testa della colonna: un conosco an id avanti senrre. Ora desino gli amid ti satrlano se oggi mi smco dell' atro e prdungo la lettura se no ti scrire d nuo ro piU \par \par - > (n.224). per 200 lire. \par 4 Luicj Brute Sethi di Fanoasco Fcricico e Anrunziata Ceo:hi. \'abMa a casa\'bb, naowe nel pcpolo di San Jacopo Tra F os3i d Firenze il 24 mart\'b0 1 830 alle ore II d mettina, batleneto in San Gicrv.znni (Stato\tab toscano 1 0458. nascit e di Firenze nd 1831 819). \par Partecip\'b0 vdontano alla itripagri:1 del 1859 e a Luella del 1866 dcote, duralte Ia battaglia d Beneo:a. fu fetto prigionierq sublo prima \par incontrato l'anico.obbati, anchegli palecipe di guell'egiso3io. \par stuai6 pitttra. Vilest\'b0 del Benrcii e\tab Pollastrini, e appartenne al gruppo\tab pithan Mao:inaioti. Si cricnt\'b0 in segtito verso la Oliva di \par gere.re, on Ia qua ra:colse riconoathnerti e succe. Giovanni Bddini lo ritrasse negli enri se:salts in un riuxiti:sitno dipirto. Mori in tardy eta a Firenze nd 1919. \par \par Telernaco S2gnonnz Ord. <2 (n. \par A Diego Ivlartelli \par Caro Diego 1. \par 49 \par LA TRAGEDIA DELLA SCOMPARSA \par Fino da quando la morte inaspettata di Giuseppe Abbati mi colpi, massima fra le sventure mie, feci proponimento di scriver cii lui quanto sapeva affinche oltre le opere restasse memoria della sua vita presso i contemporanei sopravvissuti come ricordo di un amico beneaffetto e carissimo e presso i futuri onde sapessero che se l'epoca nostra ha lasciato ricordo di se per allegre baldorie e per traffici infami, vi fu chi seppe con fortissimo animo resistere alle tentazioni del lusso ed ai lenocini della moda e del facile vivere. \par Queste parole di Diego Martelli si leggono nel manoscritto conservato tra le sue carte nella Biblioteca Marucelliana di Firenze e furono probabilmente quelle con le quali critic() diede avvio alla citata lettura del 1884. Si tratta di un testo importantissimo e imprescindibile per chi voglia addentrarsi nella vicenda umana e \par artistica dl Abbate. manoscritto 6 stato pubblicato per la prima volta da A. BOSCHETTO, Scritti d'arte di. Di.egoMartelli, Biblioteca di Paragone, \par Sansoni, Firenze 1952, pp. 215/225; recentemente e stato riproposto in appendice al catalogo della mostra ciocumentaria promossa dal Comune di Rosiglano Marittimo per ricordare it centenario della scomparsa del critico. Cfr. P. DINI e F. DINT (a cura di), Diego Martell'', !arnica dei Macchiaioli e degli impiessionisk I1 Torchio, Firenze 1996, pp. 89/95; la biog-afia riportata in appenciice dal Balciaccini (1947) e una rielaborazione del manoscritto di Martelli e degli altri appunti sparsi tra le sue carte. \par A Martelli, quale persona ben infonnata dei fatti, si deve ricorrere anche per conoscere la dinamica degli avvenimenti che produssero l'improvvisa morte del pittore. Dunque riprendiamo it manoscritto clove dice: \par Intanto che l'Abbati dimorava nel paesetto di Castelnuovo della IVEsericordia passando il tempo fra it lavoro e la lettura gli venne in mente di acquistare un cane che tenesse compagnia alla sua solitaria persona. E da notarsi intanto che prima di allora aveva posseduto un bellissimo cane da caccia (il pointer chiamato \'abil Moro\'bb, raffigurato da Boldini nel celebre ritratto, ndr) del quale era quasi vano e che custodiva con tanto geloso affetto che quando questo cane mori quasi ne pianse come della perdita di \par un amico. Tomato dunque al proposito di avere un cane per compagnia che fosse Bello e singolarissimo dette a me che scrivo queste pagine dolorose lo incarico di comprarli a Pisa un mastino appena slattato e mi dette per fatto espresso quello di comprarlo perche voleva che questo cane fosse proprio suo ed acquistato col suo denaro. Io presi il cane e piacque, fu contentissimo e si dette con grandissimo amore ad educarlo; ma troppo era il divan() fra la mite indole del pointer che prima fu suo e la riottosa e fiera natura di un mastino; ciononostante il cane sviluppava benissimo e faceva miracoli di sottomiss lone. \par Quando il 13 di novembre dell'anno I 867, giomo nel quale it paese di Luciana in onore della Santa del luogo bandisce una fiera nella quale predominano i piccoli maiali, fu combinato di fare un' escursione e godere dello spettacolo molto pittoresco che quella fiera presenta e l'Abbati prevedendo lo scompiglio che it suo cane da presa avrebbe messo in tale cu'costanza nel paese, ove lo avesse portato seco, lo lasciO in una mia rimessa chiuso dando ordine ai miei servitori che in nessun caso lo avessero levato di li dentro ( . . .) La fatality volle che dal piazzale della villa passasse una cagna, che questa fosse occasione di grande battaglia fra i miei cani lasciati liberi ed altri e che it prigioniero tutto questo rumore sentisse senza potere partecipare alla lotta. \par Tornati che fummo it mio amico andd ad aprire la rimessa al suo cane il quale, mentre egli gli stava guardando un orecchio che aveva un po' malato lo addentO alla mano destra facendoli tre grosse ferite alla congiunzione del pollice col palmo della mano. Per quanto dolorosa dovesse essere la morsicatura, corresse vigorosamente il cane che guai obbediente alle percosse e iambi con la lingua le ferite prodotte; poi venne in casa dove fu preso da una specie di passeggero deliquio, dopodiche andO a lavarsi con della tintura damica e rimessosi perfettamente pranzO meco tranquillissimo. IVIentre l'Abbati si detergeva con l'arnica e si fasciava la mano io suggerii che si bruciasse ed egli con quel suo unico occhio mi guardd come dire: tanto val che mi ammazzi; son pittore ed ho un occhio solo, se perdo la mano destra. che faccio: ne io insistei inquantoche il cane mogio mogio e tranquillo dimenando la coda parea si scusasse dell' accaduto. Soltanto la sera cercando il cane si seppe che era scappato da casa ed era stato veduto vagante come cane sospetto. Le cose passarono cosi tranquillamente per alquanti giomi, le ferite rimarginarono prestissimo senza dolore e circa un mese dopo l'accaduto l'Abbati \\Tail() alloggiamento e da Castiglioncello amenissima localitti sul mare IVIediterraneo a 12 miglia a levante di Livorno mi scriveva a Napoli che aveva un quadro sul cavalletto del quale per la prima volta in vita sua era contentissimo. Nessuno piu. pensava a malanni ed io soltanto desiderava it ritomo per \par 5 \par Ho visto it Sig. Martelli 2 " ho avuto it permesso" ho trovato motivi bellissimi" non ho trovato tele" perche non ve ne sono" non ho trovato cartoncini" non ho trovato scatole da sigari" ye ne sono ma piccole" ho ordinato a falegname tavolette di pioppo con traverse incastrate" le avrb stasera" domani matting comincerb a. lavorare" ho scritto a Conti 3 che mi mandi it quadretto delle casse da morto 4 " ho trovato doratore ma non pub fanni to cornici perche io le voglio troppo presto" vorrebbe un mese di tempo" io ho risposto: e troppo tardi" e Punic\'b0 doratore" e poi it tempo 6 veramente troppo corto che mai" ho pensato farle di Francia" cosa te ne pare? Ho vista ora delle mostre discrete" scrivimi in proposito Ciarli non l'ho ancora veduto" fosse oggi ally Cervia " ma ora ho gia, trovato tutto" ho girato come un mulino da me e col padrone di casa" ho veduto\tab " it conte _Mari " Arnaud 5 mi disse che aspettava lettera tua per venire \par coste altrimenti non potere" dzpendendo egli dai suoi superiori" it tran del barroccino mi ha, rotto molti tubi nella cassetta e ho trovato It resto non rotto in, una motes che non era pill nessun colore" tendeva perb at giallo crombenz " go tiro dele ostie" pareva un cibeo " mi rompo i co. . ma dimorto " la sera, cioe it dopo pranzo vo a passeggiare \par porta alle piagge " bella passeggiata" torno a casa alle nove it primo giorno delliarrivo mi sentiva malisszino" come mi son sentito poche volte in 1127. a vita" giramento di testa da non sapenni reggere ritto" ma pass\'e9" se ricevi lettere mie mandate a Pisa " saluta gli amici" un bacio al 'Worn 6 " each di non perderlo " che non s'ammali che faccia cib che non \par it suo padrone, chia. . \par Addio-Pisa 5 aprile 1864 di nostra salute trentesimo del tuo .4ff. Amico Abbati \par 1 Biblioteca Marucelliana di Firenze, Fonda Diego Martelli. \par 2 Giovanni Martelli, parente di Diego, abitante a Pisa in piazza dell'Arcivescovado, sul canto di via Mugelli era amministratore della propriety che i Martelli avevano in Pisa, casa Martellino, e della fattoria di Capannoli venduta it 25 novembre 1865. \par 3 Probabilmente si tratta di Cosimo Conti (1825-1893), pittore fiorentino. Dipinse quadri di soggetto biblico, religioso, storico. Fu anche insegnante di disegno e di prospettiva. \par 4 Dipinto altre volte citato di cui oggi non si conosce l'ubicazione. \par 5 Augusto Arnaud, pittore, caricaturista, am ico del Signorini, fece parte anche lui del gruppo del Caffe Michelangiolo. \par 6 II cane dell' Abbati, un pointer da caccia, fu effigiato dal Boldini nel celebre ritratto di antica propriety Carnielo. II quadrofu eseguito dal Boldini nel novembre 1865; ne scriveva Diego Martelli alla Teresa it 13 novembre 1865 da Firenze: \'abSono stato dianzi dal Caccola l'ho trovato chefaceva un Ges0 col cuore in mano con la fiamm a, copiandolo da un altro Ges0 ti puoi immaginare che fra it tempo it Caccola e Ges6 sono scappato via di corsa. \par Ma voglio an dare dal Conte bazza testone Boldini per vedere it ritratto che ha fatto a Poldo e a Beppe i quali mi dicono somigliantissimi...\'bb I dipinti sopra citati sono riprodotti in E. CAMESASCA (a cura di), L'opera complete cli Boldini, introduzione di C. L. Raggianti, Rizzoli, Milano 1970, nn. 5A e 5P. \par A Diego Martelli \par Pisa 8 luglio 1864 Caro Diego 1. \par Oggi ho ricevuto una lettera di Luigi Pisani 2 the e venuta prima a Rosignano e di le o di costa mandatemi alla Cervia, ove mi dice d'averti scritto alcune lettere per affari di premura senz 'avere avuta alcuna risposta. Le hai ricevute? Se non fanne ricerca e scrivi a Pisani. \par Anch 'io ti scrissi falfro giomo e avresti dovuto gia rispondermi, perch\'e9, iI tempo passa, anzi a proposito del tempo io non so come pot-6 fare a fin ire per /115 o 16 del mese; ne abbiamo gia otto e non ho cominciato a lavorare che da due giomi, e oggi e ieh in chiesa non ho pokito lavorare a cagione del tempo nuvobso 1 non mancavano che ie nuvole l ne I camposanto 3 lavoro nonostante. \par Noi costa si fece ilcalcolo di 15 giomi senza pensare che ne avevamo gia 3 che a/In due o ire ne sarebbe immancabilmente passati per provvedermi di tutto. \par Fammi sapere cosa devo fare, per quando e indispensabile siano finiti i quadret e ogni cosa. Conti mi ha mandato ilquadretto delle bare \par Rispondimi deli cornici l Cont. mi dice di voter venire costa a passare qua Iche giomo, e mi dimandava se to avrai posto sapendo ristretto nel nuovo quartiere 4. lo gli ho risposb che credo di si e che non credo vi sia molta genie con te. \par 50 \par Dio por.\tab tempo diventa sempre Ord nero! Ho visto Marini e CurziO 5 venuti alla conquista d'una coliezione di istrumenfi per le guardie \par nazionali. \par Addio Scrivi subito Sa luta Gigi Mazzei 6 ecc. 11 Moro come sta? \par TLIttO ttao \par G. Abbati \par 1 Biblioteca Marucelliana di Fitenze, Fondo Diego Martelli. \par 2 Luigi Pisani, proprietario della Galleria d'Arte Pisani in Firenze, fu i1 mercante d'arte che ebbe nella sua bottega i dipinti di tutti gli artisti della seconda meta dell'Ottocento, compresi quelli dei maggiori maestri francesi da Corot a Dupre. \par 3 Questa lettera ci testimonia come l'Abbati si trovasse a Pisa, dove lavorava al camposanto monumentale. Proprio a questo periodo appartiene i1 dipinto che si trova nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e che rappresenta appunto "11 cam posanto di Pisa\'bb. L'attribuzione di tale quadro al maestro napoletano non 6 stata sempre concorde. Anche it Baldaccini nella sua monografia dell' Abbati ne dubit6, avvicinando it dipinto allo stile del Borrani. Beppe si trattenne a Pisa per tutto il mese di luglio. Cosi apprendiamo infatti da una lettera di Diego Martelli diretta alla madre e datata] luglio 1864: \'abAbbati stars a Pisa tutto luglio. Mi scrive che si secca e lo credo...\'bb \par 4 Diego Martelli infatti nel 1864 decise di affittare it quartiere da sem pre abitato per andare nel \'abquartierino detto del Delegato\'bb, come si pu6 constatare da una lettera del Martelli stesso da Bologna, diretta a Gustavo Uzielli e datata 13 gennaio 1864, nella quale spiega anche it modo in cui sistemera it quartiere: \'abPer ridurre un piccolo spazio atto a contenere molte persone ho ideato di accomodarle come le capanne dei pescatori attaccando dei lettini al muro a diverse altezze ed in tat guisa potr6 sistemare quattro letti per stanza ossia un totale di 16 persone\'bb. \par 5 Curzio Pieri, notaio di Rosignano Marittimo, amico di Diego Martelli. \par 6 Ernesto Mazzei, am ico del Martelli, oculista di fam a, and6 in America, dove esercit6 Ia professione, e arricchitosi torn6 a Firenze, dove compr6 Ia villa detta La Favorita fuori Porta Rom ana. Dovette venderla, perche sperper6 in poco tempo Ia ricchezza guadagnata. Curti la signora Bellotti-Bon, moglie del colonnello Mario Torre, da una ferita prodottasi al petto con una \'abpalla di revolvere\'bb a scopo di suicidio. Se ne innamor6 e la port6 con se in America. La lasci6 Ia professione e si mise a fare il piantatore. Torn6 a fare denari, ma presto Ii fini. Fu trovato morto net letto. Si ritenne che si fosse suicidato. Questi appunti intorno alla vita di questo amico di Martelli si sono trovati tra le carte del Martelli stesso, the fra l'altro riporta un' altra notizia biografica relativa a una \'abrelazione am orosa con Donna Giacinta Marescotti Martini moglie di Ferdinando Martini ed un duello con quest'ultimo\'bb, e tra parentesi viene aggiunto \'abcosi si racconta da testimoni del tempo\'bb. \par Dalla corrispondenza del Mazzei con il Martelli apprendiamo che quest'ultimo era solito aiutare l'amico, sempre in necessity di denaro durante gli anni di University, prima in Pisa e infine in Bologna, all'Ospedale. Interessante e rilevare come am bedue si preoccupavano di far vendere alcuni quadri all Abbati, fra i quali un dittico che fino a ora non ci e stato possibile identificare: \'ablo non ho piu Ia lettera di Madonizza per fat vedere, scriveva i1 Mazzei al Martelli il 13 agosto 1864 che un quadro lo compra ma io facevo vedere ate quanto poco ci s'era intesi in questo affare perche primieramente Piero voleva che Abbati non facesse dei quadri per lui ma invece voleva comprare uno dei gia fatti. Poi non voleva spendere 500 franchi ma un 150 e 200 per quadretto ogni volta che Ii avesse trovati di sua soddisfazione. Poi si occupava di vendere a Trieste e a Capo d'Istria quanto piu poteva. Ora tu vedi che m entre per Piero stavano cosi le cose l'im pegno era limitato e non correva l'obbligo di prendere questo invece di quello, ma oggi non 6 piLli cosi ad onta che egli non sappia nulla. Abbati ha fatto apposta due quadri. Abbati ha il diritto di credere di aver avuto commissione, ma realm ente quei due quadri dovevano figurare come mi facesti scrivere d'esser stati gia fatti e anzi dovevano \par andare a Milano all esposizione ecc.. ecc., quella filastrocca di bugia che tu ed io sensali pensammo di dire per concludere in ogni modo l'affare. Per6 bisogna convenire che not abbiamo spostato dall' intenzioni di Piero Ia base di quest' operazione. Non vuol dire nulla per6 Piero compra, Piero cerca di vendere quel che non compra sicche tutto 6 come prima in buonissime condizioni e senza bisogno d'impaurirsi o d'im paurire Abbati questo mi dispiacerebbe che so in che stato si trova i1 suo spirito. \par llo scrissi anche a Piero egli appena mi risponde e costretto a dirmi spedisci i quadri allora siamo a cavallo. \par lo credo che per settem bre o i 300 o i 500 fr. dovrebbero venire. Dim mi il pendent spezzato lo venderesti?\'bb La presente lettera ci spiega perche Abbati chiedesse, all'amico Diego, il periodo di consegna dei suoi lavori. \par 51 \par \par e'oncesco fingek: Eli. 9. (Dim) \par A Diego IvIartelli \par Firenze 22 Ottobre 64 1 \par C'crio D.. go 2 \par Obi ho fmito dr ricevere le legna "son due giorni che tie mamba/ vonno su e gae trasportcmob. . . le medesime. flgurati, che ad onta che la Sig. Emestct 3 re abbia presa la meta son ridotto cilo sotto di quell ttfficiale del bath/ da seta"temevo q110.3i di chver1e mettere rmche SUI \par Ora desidero che quest'inverno sin zmo de'pau freddi che sin mai soato"rrkla On/lead& C'nemi fa celia: 1000 gradi sotto zero?" (S'icuro eun efface serio"pere vicini ad un buon froco. ..veng,a, vengctun po' a scalar/5i da me... Atappa 4 non e cmcora tonsato"ti morndo i versi, credo sieno quell/ the chiedi"clonsani estrazione premi"ministero data qualche coca" prefetto pren.de incatico, suet sponte, di Pottage ?afisione con 1 faltra societa S \par A tut* diminuzione prezzi. Continua a .sror bane a divertirti a gwrire completomente della scolozione eel ad ornate. Hai let-tifen di Udine? \par 11 tuo a f Amico \par Giuseppe. \par firchivio Vittorio Guercioli, Firenze. \par 2 La lettera e indirimA a a \'abSig. Diego Mattelli Ina aanin a Rosignano per Cast cinuoiAx>. \par 3 Ern to Mccenni 6 la in a:ire di Diego Maztelli. \par 4 Nappa, scprannccn e del More Feciarico Zancicin \par 5 Si rifaisce alla tuaone fra la apcietil vita in sno alla Frellanza Migiana e la Scciet\'e0 eincoraggiatnento delle Belle Pr1i, fusion alla scccnici) quanto aftenncrA nellalettera a Vincenzo Cabianca del 26 gennaio 1867. Abbet i era stab contraio. \par 52 \par \par (Diego MarteQieTeresa con afatmospitinelpinz2Th antistante Ca villa di Castyknceirio A Diego itilartelli \par Firenze 24 &bre 64 \par Ca co Diego I, \par Il thimenb \'e9 Mita e specOo" io non so the commissbne hai data al Sellajo " \'e9 quasi tuto nuovo mi pare hello e son convenuto con NE the un misarglO di roba veochia e nuova era sch\'a7no.Queflovecchio to tiene presso di se e tv cleckferai se debba manage:to oppur no. Mha consegnata la fattira"10sfranchie 40 centesimt lidevo pa gate? scr rime\'b0 anVo. \par Ho data a Poldo 80 frond'', come gli subestie cosi ebbe occa :One clileggere la steno comta successa col pOvano. Non era megl.0 far cenno alla Teresha the dasseun bet ceffone?Conthua te senp re a star bene? \par had di non chlavar troppo" credo bene di consViaJto quanbinqueMazzeipensidbersamen. \par Midte dverti schtto clue lettere senza avere nessuna risposta" paver\'b0 Tanacca, scr,Viqualche co sa, the senza tare (Celle predthe pure credo the qualthe consighbocio a mente fredda, come puoi far tu, e quasi h coglknatvra, gli potra tar comodo \'e9 sempre ,namorato \par fradtio; almeno cosi mi pare di storgere da quel p000 the mi dice" mi clfrar: te ne vanti? no, non me ne vanto, ma quel parlanni lento di te, cif c6 chehai lotto, cif ca the fai, midO Latta "'aria dLn1101110 (ho detto bene?) the fa di canto per poJr dire a coNi \par the gli voleva fare da babbo: o dunque? o 6)Po agora? e mile espressio.ni pa o meno evress,Ve. \par Tv midiraite ne vanti? no, ma JO sono pbttosto Name per wit certe case, e specialmente la cli*renza the passa Ira W1710 \par e uomo,fra hnamorato e lona morabira uno the ha bisogno di chiavare e un aitro the ba bisogno di chiavare, Ira Dgo M. e Ernesto M. Ira Bologna ePast'no Ira studente h medkha e uno the studio I modo cif romperti icoglkni meno possi'bie h fine fra Bentche e I Mom. Questaltimo paragon poinon \'e9 adattoun aociden, ma lho messo perch\'ea mentre sako Moro miguarda appogginclo la testa age me ghoothia. Madonfla 2 verve a Bologna pest). Ho venduto quadretto 3 afla socte con ;basso" goocia clacqua h ocean, ma meglio the nulla "venobto Ca stagnola 4 Ministm IstrvzOne pubblka"Caponi (sic?) S e Bon amti 6 a Rtasoll Barran' Mhistro \par deflYnterno (avrebbe dovuto compote i1 mio). R Levi i salute\tab amicie i m.ei the p9sserai pure alio Teresha. \par Gaseppe \par .archivio Vittorio Quercioli, Firenze. \par 2 MadDnina. pasenaggioche aware nellelettete tra Ma/Qin. Abbati ed Ernesto titaczei. cctn e intenn Sado Nita vencit a ddle opere del More in acthiaiolo. \par 3 Probahilinente tratta del dirinto\tab ci Piagentina preo Firenze . \par 4 Gatriele Csetagn)la. no a Genova 1114 no'. irihre 1828, moil a Firenze it 30 agpsto 1883; Ire:went?) it Cati\'e9 mlichelmgolo e fu anico dei Mai Maothiaioli the tuttaiia non intluirono sulfa sra pdtura e.ercialtnert e ci carattere stories. Fu alnico thriiino di NioDale Barabino e con lui atite una caFi in SanGail\'b0 ee iemaagli arbsti genevi Senino e Rival a. \par 5 Si tratta con tuna probabiMa del pit ore Eurisio Cspocci. \par 6 Fercinardo Suonainici, neto a Firenze l' 11maggio 1820. molt netts stew since it 2 m am 1892. Si article nella eaccnet campagna dellindipendenza ilaliana dwarf e la (pale concbbe a Solfeino T elegiac\'b0 Signodri anch'Egli vcicntaio, a cui lege ccn fratema ainicba. \par 53 \par \par Swesta Mouth. (*Th. Q 4in0 \par A Diego Matelli \par Plrenze 20 feb. 65 \par C'crio Diego 2, \par Approu, it tuo progetto 2, e come economico e comer/2\'b01i\'b0 comodo per orthedue civantwuive non abbia trowel\'b0 studio, ne. essendo possibile travail\'b0 'ma non pensianzo all 'incerto thmani .. a Maggio Dio ci penseres \'84S'oppi che rl fratello della pardyna non viene peso ad abitare la nastier cases essendosi accomodato in quanta a? rinC070. Doman andre dalla prelates padyna a dark awls\'b0 del nostro sloggiore, to frattanto e con premra incarica ?a Maria (come hay scrilto) di trovre questa stanza o quaste due stanzette did io ancora lyre doe parte mia quarto potth per trovame. \par che oggi e ii giorno destined\'b0 alle disclatte percie non posso attendere uno. toes risposta defritiva. \par ciononpertanto albito per sapere se ho fitto bene o male, salutes Teresina e credimi tuo. \par G. Abbot/ \par hchivio Vittorio Quercioli. Firenze. \par 2 La 0:.cisione da grendererigmeda it cambiamento di dotnicitio, poichiAbbAi e Matteli wevano atirt:to :mime\tab da 1862 in via ddlo \par Sprone. \par A Diego iviartelli \par Plrenze 9-3/65 \par C'arissimo Diego! \par lo credo che ?a faccendadellla casa sia tennifaccenda series 2 io poco ho pollee occupormene, per delle ragioni che non posso confidare ally cartes; ma 11)i-roved\'b0 pre2zi favolosi, the stanzette, 400,350 franchi comenulla e in certi posts che, come e veto Dio,nonfrequenterebbero neppure i top!. \par 54 \par Ho una penna che n2i fa bestemmiare ad ogni parola. Da quanto ho raccapezzato da Poldo la Maria non se ne da pren2ura staremo a vedere. \par Tu che ne dici? ho trovato uno studiaccio, che non ho ancora pagato, non avendo it Municipio di Napoli mandato i denari che mi deve, l'eterna questione finanziaria che ti si para dinanzi ad ogni pass\'b0 che vuoi muovere altro che angelo custodel ho sentito che avete ballato, avrete rotta lcr pentola e ogni cosa: (non prendere ally lettera quell'ogni cosa, e un modo di dire). \par rni ha incaricato di dirti che ha una belly sella da donna, usata, ma che puO ridursi a pochissimo prezzo. Che gli devo rispondere? Ieri e venuto a vedere la casa ilfuturo abitante colla consorte ed ha gia sborsato 60 scudi e mi ha detto che quantunque la casa sia motto sudicia, nulladimeno gli pareva d'aver pagato troppo. \par lo sto leggendo it nuovo libro Force et Matiere di Buchner (sic) , e la quintessenza del materialismo ti figurerai gia che mi piace, pera non lo trovo motto profondo, sono cose che gia si sanno, e Mi aspettavo del nuovo, perO e sempre un libro motto interessante. Il proletario 3 non e ancora comparso, non ho visto Lo Savio 4 e non posso dirti altro in, proposito. \par Hai let-to la prefazione alla vita di Giulio Cesare? Napoleone mi pare una pipa, fa l'apologia di se stesso, ma motto goffamente. La provvidenza che di trait\'b0 in tratto stampa un grand'uomo e lo regala alla umanita che ha sbagliato strada, non solo un errore ma una goffaggine se crede d'alludere a se medeshno, a prefatio opera non ne spero nulla di buono. Addio. Forse ti spedir6 questa lettera senzafrancobollo" se non trovo unfilantropo o un filabbati, per dir meglio" ad ogni modo" vendicatifacendo lo stesso. \par Saluto omnes Tutto tuo \par G. Abbati \par 1 Archivio Vittorio Quercioli, Firenze. \par 2 Questo era dovuto alle difficolta che Abbati stava incontrando per rep erire un' abitazione, in un mom ento di crisi degli alloggi dovuta al fatto che Firenze era divenuta capitale d'Italia. \par 3 \'abII proletario\'bb, giornale settimanale economico socialista per la democrazia operaia, uscito il 20 agosto 1865, continuo per 21 numeri fino al 7 gennaio 1866, fu diretto da NiccolO Lo Savio. II giornale conteneva 1500 associati, ma era troppo avanzato per gli ambienti dem ocratici repubblicani e l'anno successivo alla sua fondazione dovette chiudere. \par 4 NiccolO Lo Savio nacque a Putigliano (Bari) il 17 febbraio 1832. Si laureO in Giurisprudenza a Napoli ed esercit6 per qualche tempo l'avvocatura. \par Nel 1859 si trasferi a Firenze, dove si distinse nel campo democratico per le sue vedute socialiste. Fin dal 1861 fu redattore della \'abNuova Europa\'bb di Martinati e nel 1862-1863 collabora al "Dovere" di Genova diretto da Federico Cam panella e Giuseppe Mazzini. \par Nel 1862 tenne corsi di \'abeconomia sociale\'bb nelle scuole artigiane di Firenze e fu uno dei rappresentanti della Fratellanza Artigiana al X Congresso Nazionale della society operaia di Mutuo soccorso. \par Negli anni settanta si dedic6 all'insegnamento universitario pubblicando immensi saggi, tra cui quello sul Salariato e delle istruzioni che lo debbono modificare, segnalato al premio Ravizz a (Milano 1874). Fu rettore dell'Universita di Macerata, citta dove mori il 6 ottobre 1911. \par A Diego Martelli \par Firenze 16-3/65 \par Caro Diego \par Se fosse una stanza sola faccomoderebbe? \par Ce ne sarebbe una fuori porta S. Gallo verso S. Marco vecchio non l'ho ancora vista, ma se mi rispondi immediatamente, \par corm a /lista nte sopra bop. Costa 8 o 9 scudi l'anno! Se mi rispondi e che ci sia sempre tempo, come mi devo regolare in quanto al busillls non avendo ancora it gia bdato Municipio spedito i miei denari? Se avessi de lie casse troverei fin da ora it tempo \par per cominciare ad incassare i llbri, tranne qua lcuno che mi permetterai di lasciar fuori per legged'. \par A proposito, quel po' di mobili che fanno parte del mio studio (non compresa la libreria) ma divano, sedia, tavolino, potrebbero sempre continuare iI bro officio al mio nuovo studio? \par Scrivimi ad Hoc. \par Addio tutto tuo G. Abbati \par 1 Archivio Vittorio Quercioli, Firenze. \par 55 \par A Diego IvIartelli \par &enze 18-3/65 \par Caro Dgol, \par Seipreqato di nSponclere sub. o a questa mia" e se &, venissi 1 persona faresti pi) presto. \par Ho twat() una belfa casa borepage S Gallo presso S iliWcOVecoWpiano terreno, pul.ta tre stanze &itte /here e indpendeng come Mafia, e una wchetta"scucli34 (d/co trentaquattro)"ZandomenegN 2, veffebbevolent,Wi anche egit sicch\'e8 una stanza \par a testa" oppure vno tie() per to e clomirestine (Jetta grande flea mia stanza" o 1 vela del Nappa" d pacirone \'e9 cwt. S4.Basti" l'atta re sub 6 1 tem,00 e temo divedena attttata da un mofixento all'aftro" come devo fare? " se si p.fla,pofierai anche r lii7ri o fi manderai a casa della Sig. Emesta? La stanza &wit' scrissi non C6 pin e poi era b.vta.114andamio pottami ituoi Oratti \par addio \par bitto \par G. Abbati \par 1 .atchivio Vittorio Guercioli, Firenze. \par 2 Federico Zandomenegil, piltore ineirarto; tier i suoi stretti r4Dittor1i con i Mori trtao:iniaoti. con Diego Madelli e Giuserpe Phbeti si rimrnda alla rflonografia di F. Dltdl, Federico Zandomenerjk to vita e opere,II T crchio. F irenze 1989. \par \par Tcferko Zanthrneneg fzi On\bullet .1.4e.ri4) \par A Diego Ivlartelli \par Firenze Marled; 3/65 Caro D.go 1 \par 55 \par Dal denaro che m 'hai mandato ho capito che tu hai ricevuto la mia uffima tte ra dopo avere spedita la tua nella quale mi \par della stanza d' 8 o 9 scudi mentre ne I piego c'erano i 17 scudi per it terreno di 3 stanze e la cucina. Sicch\'ea sono corso subito ed ho pagato \par facendomi dare la relativa ricellUta. \par Dunque sei contento che vi sia anche it nappa? D'altronde egli mi dice che questo era can progetto gia fatto con te prima che tu partissi. Le stanze sono belline e pullte ecco la pianta a can presso o allincirca che dir si vog /la. \par [Planta della zona e della casa] \par Mi pare che tu possa avere un bet studietfino da metterci la libreria rossa (che non entra nel mio studio) b scrittoio poitrone ecc. fare) la scelta de' libn" te ne fidi? \par Le a Itre due sarebbero stanze da ietto una per me e te l'altra per Zandomeneghi o vice versa. \par Ne /la cucina credo entrerebbe I armadio. Ildivano che e ne /la stanza hula potrebbe stare nel tuo studio. \par Scrivimi in proposito" mandami /I tuo ritratto. Per ora pare che tu trattenga costa se ci staff bene non posso che bdarti " \par e la Teresina sta bene? Sa/utala da parte mia. Ilresto dei Iihri fai benone a riporli finche non abbia trovato un alloggio definifivo. Addb" Nappa ti saluta" fa lo stesso con Fattoh ecc. e credimi \par tuo amico \par G. Abbati \par 1 Archivio Vittorio Qiercioli, Firenze. \par 2 Fattori potrebbe gia da quell'anno frequentare Castiglioncello, soggiornando in quell'epoca a Livorno con la moglie ammalata di tisi. \par A Vincenzo Cabianca \par Firenze 28 maggio 1866 \par Caro Cabianca 1, \par Ti scrivo due righe in fretta per dirti che i nostri quadri sono giunfi a Napoli 2, sono piaciuti e si spera di venderli quantunque questanno la society sia molt\'b0 povera. In quanto ai quadri di Verona bisognera pagare, come grandi,f 81,75. La lettera del tuo amico non dice nulla in confrario. lo parto, oggi forse per Genova per enfrare nei Carabinien Genovesi 3 SCriViMi la, che mi sara molt\'b0 gradita una tua lettera. \par Saluta gll amici, se costa ye ne sono e \par credimi \par tu tto tuo \par G. Abbati \par 1 Archivio Eredi Cabianca, Roma. \par 2 L'Abbati aveva inviato a Napoli it dipinto \'abII monaco al coro\'bb, che si trova oggi al Museo di Capodimonte, dopo essere stato esposto all'Esposizione Universale di Parigi del 1867. II quadro venne poi acquistato su insistente parere di Domenico Morelli per il museo napoletano. \par 3 II Martelli invece ricorda nel suo manoscritto sull' Abbati (poi pubblicato da Antonio Boschetto nel 1952) che it pittore vesti \'abl'assisa di sergente del prim o battaglione bersaglieri volontari erede della gloria e del nom e dei carabinieri genovesi\'bb. In questa cam pagna ebbe commilitone lo Zandomeneghi. Fatto prigioniero venne portato nel forte di Essex sul confine croato. In una lettera del Martelli diretta alla madre e datata 7 giugno 1866 da Castiglioncello si legge: \'abAlle quattro venne a Livorno dove trovai la chiacchiera che si attendeva Garibaldi ma che poi non credo si awerasse... Alle nove arrivai felicemente a casa... leri sera m entre ero a Livorno si preparava e doveva la sera partire it drappello detto di Carlo Mayer composto di una society di egregi di ottimi giovani livornesi che vanno a far parte sul battaglione bersaglieri volontari dove gia si trovano Abbati e Zandomeneghi, questi livornesi sarebbero stati miei compagni d'arme se nel '62 andavano avanti le cose che si interruppero ad Aspromonte, ' lo non ebbi coraggio di andar a dir loro ad di o perche avevo paura di non sapere resistere alla loro attrazione...\'bb \par 57 \par \par fteinCelizo 026i212C4 (Ank. Taili Cab lane e, 6,onta) \par A \'b0cloud\'b0 B ottani. \par Ca steinvovo ecc 1 \par Caro Swan' 2 \par Per non dad/ l'incomoclo andare afla pasta, pensai di mandate que' pochi (ranch' ilvna\tab asskurata a Moradei(al cag \par Michelangelo) preganclolo di consegnarte/iun,#amente ad un bvggeno e mezzo cif thgraziamenti - Ora sento da Dego the tv non hai avuto m.ie notize c@nque Moradei, o non ha rket,thb nuf/a o non ha pobJb venire da te - Ia lettera la speck' circa una qvhchtila di giant fa. lo sto lavorando per Ilespostione 3 e Dego m r.k9 deto the anthe 1).) non canzoni 4 - per\'f6 lo to del quadret macto pkwliedho una gran paura dinon vendere nulla. \par Dammi raggvagli precis! circa le afire vedizkni, quando si deve sped ire e chi divot mandera acciocch\'e9 possa approftta re. Lega sapito mile di vela diL We 5? to scressi a Napoli& per avere notize ma ormai a passato pi) di up mese e non ho ambnessina fisposta dwque? Cabianca neppre Nina scdto da motto tempo; non so se sia sempre a Vercna e seta avuto la fortina di vender qualche ans. \par Houma noia da tar wore - qui ci to f Biondi sempre giva\'bb el'Angioli? Se to vedi sa.ibtalo. \par Ricordami arla SOora Carlotta T e risponclimipirpresib the plot anzidovresti scrivenni sempre senza a vetta re me lettere, rkordati the to soMarkP. \par SaNta Lega e la Sig. Batelli3 \par Tuo aff emir\'bb \par G. Abbate \par 1 Biblioteca della Galleria Nazionale d'Arte Modena di Roma. carte ()jet \par 2 Questa lelaa si presume sia data wtitla nell'estate del 1866, epcca in cui si s'cia l'esposizicne di Lille, qui m enzionata dal Mae. A quel'Epoca l'Abbati era tomeo dela prigionia e ave.ea ciaciso di stabilird a Castelnum della Miseticorcia, un ricwlo lees: de Comune di Ro:ignano \par 3 Melia tanquillit6 della Oa di canpagna s eava preparando all'esposi Dcne wlenne della Society d'incoraggianento dale Belle Arti di Firenze the si awl il 6 nimmbre 1866. Da un moallo di presertsdcne dee o 25 oltobre 1866 e tirmeo da .arltro Moraclei, rappresentante del ore.'i trcwiamo clen:ati due cpalti: \'abLa reswggiata al rnatlino\'9b> 100 lire Oa ricasi wn it piccolo dipirt o de la collezione Ju:ker \par di Milano), e\tab casa dal tagliabwcit>. 290 lire. In un suoxssivornodulo datato 15 nornbre, sempre tirrneo daMoradei. iI rittoreimisna \par 58 \par \'abLo stereoscopio\'bb, 400 lire (compress cornice), e \'abL'orazione, 300 lire. QuesFulfimo dipinto fu venduto per la Ora richiesla, ma it pdtore, a causa di una cambiale the doveva pagare alto scultore Tassara, non pole riscuotere linters sornma perch6 iI quadro era stato sequestrato in data 31 gennaio 1867. \par Cosi scriveva it Segretario della Prornotrice all'agente Ricci: \'abCarissirno Ricci (la lettera porla la data del 9 febbraio 1867, periodo in cui avvennero i pagamenti delle opere vendute durante l'esposizione) potra pagare con i denari spettanti at Sig. Abbati di lire 162 at Sig. Tassara riportandone ricedlda a parte, Potra pure pagare at Sig. Moradei ii residuo del credito Abbati ritenendo in sue mani lo importare delle tasse arretrate e pi0 lire!, 10 importare di un bollo occorso per l'atto di 9:ioglirnento di sequestro. Aff Bosh>. \par Sernpre in data 9 febbraio 1867 l'Abbati ricedeva un mandato di cassa di 150 lire, valore di una medaglia Coro datagli in prernio per it 9J0 quadro \'abLo stereoscopio\'bb. II rnandato fu riscosso da Arturo Ad oradei. \par 4 II 8 orrani si presente alr esposizione con il quadro \'abSperanze perdule.. \par 5 L'esposizione di Lille apri il 22 luglio 1866 e fu inaugurata sotto \'abLe patronage de S. M. L'ernpereur Napoleon III. Catalogue Imprernerie De Lefene Ducroq , Rue Esquermoise 57 ' Lille 1866. Silvestro Lega era rappresentato dai seguenti dipinti: \'abLa tireuse de cartes,>, n. 961, e \'abLa Iliseuse\'9b>, n. 962. \par 6 A Napoli l'Abbati aveva venduto monaco al coros> e stava aspettando it ricavato di questa vendita. \par 7 Carlotta M eini, nata a Firenze nel 1836, era la moglie di Borrani. \par 8 Si tratta di Virgilia 8atelli, figlia di Spirito 8atelli. Non nue trattarsi della moglie poich6 quesla era gia morta fin dal 1863. 118orrani aveva la sua abitazione proprio vicina alla loro, infalli risiedevano at numero I e iI 8orrani at nurnero 6 di via San Salvi. \par \par Oloardo KBorrani a Tiacentina \par 59 \par vedere e rallegranni de' progressi dell' alnico mio. \par Ma it fato aveva clisposto in ben piU terribil maniera. Venuto a Firenze ( . .. ) la sera del di 20 Febbraio 1868 traversando la piazza dello speciale mi imbatto in un mio guardaboschi venuto Bella Maremma: questo incontro sapeva di strano, ma tanto la mente mia era aliena cia pensare a miserie, che attiibuii ai manifesti sparsi dovunque per annunziare le meraviglie del carnevale la venuta sua. in Firenze; interrogatolo sulla, salute cii tutti in paese egli mi rispose \'abdue giomi fa si stava tutti bene\'bb ed it guardaboschi si turbo e sopraggiunto it Dottor Gustavo Pierozzi allora iriterno dell' ospedale mi disse che poco tempo prima era stato consegnato al nosocomio it nostro povero amico affetto cia icirofobia. Egli istantemente domandava di me ed io per quanto turbatissimo fossi mi avviai per andare da lui. Ma it medico entrato nella sala di osservazione ne usci dicendo mi che it malato cosa stranissima dormiva tranquillo ne essere regola lo svegliarlo. Rimanemmo intesi dunque che io abitante poco discosto sarei stato avvisato da Pierozzi che dimorava ospedale e che io aspettassi la sua chiamata. Sul far del giomo questo gentile amico venne alla mia abitazione, ma solo per du. \bullet mi che era ormai troppo tardi. L'Abbati a detta dell'uomo di guardia al quale era stato raccomandato da tutti i meclici dello stabilimento, la massu. ria paite suoi amici, verso le 4 del mattino svegliatosi chiese da bere, bevve e quindi senza smanie mori come preso cia sincope fulminante. \par Non appena it giorno appresso la nuova, si sparse in cittA della sua morte tutti gli artisti della. citt\'e0. si commossero sia per la strana orribil maniera per la quale egli era venuto a mancare sia per la perdita che essi sentivano enorme dell' amico e compagno amatissUrio. \par Fu subito stabilito che averse onorata sepoltura al Cimitero di San Miniato al Monte ove la sera del di 22 fu tumulato vestito della tunica rossa del garibaldirio e decorato delle medaglie delle sue battaglie. \par Come Martelli, anche noi vogliamo dare ampio spazio alla tragedia della scomparsa dell' artista. E grande e it nostro turbamento nel percepire it dolore che it critic() inevitabilmente traspone nelle pagine di questa biografia: vi leggiamo la disperazione per non aver assistito sul letto di morte ramico che insistentemente lo chiamava, risentimento per it ciestino crudele che dopo aver travagliato l'intera esistenza dell'uomo aveva impedito ogni futuro alle doti del pittore, per it quale it critico presagiva grandi esiti. Non era egli curios() cii conere cia lui per vedere l'opera sul cavalletto, della quale l'infelice era finalmente contento: Segno che l'empasse creativo in cui evidentemente si dimenava ally partenza di Diego per Napoli era superato e che un preludio di nuovo si profilava: \par Ma ritorniamo al momento della tragedia. Per avere una misura della commozione che essa suscitO vogliamo rileggere la lettera che Luigi Billi, su richiesta di Martelli, troppo sconvolto per farlo di persona, inviO a Giosue Carducci: \par ... Ora ho bisogno da te di un gran favore e te lo chiedo in nome della nostra amicizia e dell' affetto che mi legava al povero Abbati. Forse ti ricorderai, perche to pure lo hai conosciuto, cii Beppe Abbati, quel giovane pittore amico di Diego e mio che perse un occhio alla battaglia del Volturno e che conviveva con Diego stesso. Or bene codesto caro giovane, cuore intemerato e puro, anima immacolata, patriota senza vanagloria, artista senza. superbia e senza invidia che ha menato una vita di patimenti e di privazioni, nascondendo a tutti, anche a noi suoi amicissimi, la miseria sua e i suoi dolori tanto la verecondia del suo carattere era cosi schiva, \'e9 morto qui nel nostro ospedale per idrofobia comunicatagli da un cane suo lido amico, compagno che si era riserbato nella sua. solitudine. Libero pensatore e socialista della scuola di Proudhon, in mezzo allo spettacolo osceno delli speculatori politici si \'e9 mantenuto fricoirotto e ha amato meglio soffrire nel silenzio fino alla fame piuttosto che un giorno solo, mostrando le sue ferite, reclamare ciO che gli era dovuto. Ha combattuto nel '60 e nel '66; al Volturno, colpito in fronte, perse un occhio, a Condino circonclato dai nemici, rimasto solo coi pochi fu fatto prigioniero nella Croazia; nel '60 e nel '66 fu semplice solciato sebbene it suo ingegno, le sue ferite, le campagne fatte, it valore dimostrato gli dessero it diritto alla dragona piu. di qualche a... (p.i.) che non ha mai visto it filoco. Aitista fu novatore e la fede profonda nell' arte e la rigida coscienza sua non gli permisero di cedere a' capricci della Moda e ame meglio subire l'oltraggio del disprezzo che prostituire l'aite a' blandimenti del volgo. Ora cominciava a impomi al mobile gusto della plebe e si diceva \'abeppure Abbati e un forte pittore\'bb e tutte queste durissirne prove le ha passate in mezzo a' dolori piu. strazianti del cuore. Una madre vecchia, lontana a Venezia da dove vi era esiliato, la propria. miseria e la miseria di lei, l'impotenza di alleviarla e un \par 6 \par \par Vakrio (Biondi (syck.Emel on& M(o ) \par A ()cloud\'b0 B ottani \par CaSiWnv0v0 20 die more 1866 Caro &mann \par Non \'e9 stata dimenkanza la causa del me\'b0 sienzb ma, mi vergogno a clinb, pa (tranvia, e ti rhgrazt tanb e poi tanto d'avermi ptevenvto. Deco prevenvb perch\'ea avevo thalmenb cleciso di scglerten.nbmeno the dovevo an.r.vnziarti facguisto del Mastho 2 \par gi\'e4 imparato a dare Wm e ralba zampa, a laseare I pane di bocce, a buscue (termhe tecnico) ed afire one the per brevit\'e4 non vocolo rammentare. Ha mita inteffigenza e non ticlico the oocupw:9 1 porta de. (Moro, (regu.sta0 ma porn mena \par Per essere Onto prima del cane avrei OM) parlarti del\tab arkko e (Celle sue decisbni1 ma per thnecliare al maliatto ne pane%) \par SJ1V0 dope. Non ti &co come limas' alls notizia della med9glia ccnr.Narn i 3 ti ass/cite theft; per 11 non potei attrbvire e solo npensandoci mi sono amvhto the non c'\'e9 motive di meravigliarsi e the la cosa cammha proprio per iisuo verso. \par Mi mgrablo con to della vendita del We quadro 4113.go m'aveva detto the era una bvona coca, e non ho &irate (aka a erecter'," I' spenamo era un pochtho h questi 7.000 franch15 Iti assicwo the pioverebbe propnb 3 cacti sui maccheroni Non ti dare wenn del denaro dello sbudio e aspetta pure la the ceri evosizbne. Mande(?) a Moradei 6 un ails\'b0 cerottho per (alio evorre e aumentare ensile probabilti di far guattrhi \par lo mi &Ivo abbasta.nza bene, vecialmente di se:Lb/to delle stwNose passeggiate, non vedonessino,trannegualche voila Diego, yo a Jetta age 24 e milevo tiara avanti gb.ino lsuipnmf tempi non trovavo I verso clilavora re, tin per stanco, tin pa' rhocIghan No per la perd.Na del Semester ma a porn a pow mi sone nmesso h carreggiata e era Dia sa dove ancire a caseate. \par Quando hat po'ditempo senvimi, the mi fare' motto platelet saNta tanto la famigiia, Angelia,Moracleiecc e creclimi We amico G. Abbate \par 1 Biblioteca della Galleaa Nazionale crane Modana di Roma, carte ()jell. \par 2 PJ ma:tiro l'abbati &tit it nome di Cenrino. Fu ea:ltd.:tato dal tut alelli a P isa incarico da Ott cre steno di can rrarlo \'abperch6\tab che \par cluto cane fosBe ploprio sae eel ao:ithstet o col wo cleroro. Purtrom que:to cane fu la calsa della sua mode pa idrofotia, in sepito a un mars\'b0 rice,Ado quasi unarm clopora:quizt o, esattanenteil 13 noun bre 1867 di Morn\'b0 da una gAa nel pae:e. di Lttiena. \par 3 Si trans cMla in e:laglia Bore da not gie cda.a nella lettera rrece.clente. \par 4 Si tretta del quacto uSreranze rerdule\'9b>. gia cdato, rid cvae ci pada an:he it Siynorini rid uGazzettin) delle azti del ciisegico, 2 febbreio 1867. \par 5 II pittore si a ferisce al danaro the di:Neva inc:ere per l'av,,enuta ,..enclita del quadro drelino in core, ,..endita the era stela effelluata \par 60 \par alla Pro rn \'b0trice di Napoli rn entre si trovava prigioniero degli Austdaci in Croazi a. \par 6 Arturo Antonio Moradei, pittore di genere, nato a Firenze il 31 rnaggio 1840 nel popolo di Santa Maria del Fiore, figlio di Giuseppe, chincagliere, e di Regina Cavaglieri, \'abalta a casa\'bb, battezzato il 31 detto in San Giovanni (Stato civile toscano, nascite di Firenze nell'anno 1840 3.063, atto n. 1.915). Aveva per fratello Leopoldo N apoleone Giovanni, nAol'll dicernbre 1841 nel popolo di Santo Stefano e Cecilia. Fu arnico di tutb i Macchiaioli, di Signorini, di Boldini e in parbcolare di Giuseppe Abbati, di cui fu pill volte rappresentante alle esposizioni di Firenze. Si trasferi a Ravenna per dedicarsi all'insegnarnento in quell' Accadernia d'arte fin dal 1872. \par Espose a Parigi, nel 1878, a Napoli, Venezia e Bologna con qualche success\'b0. Mori a Ravenna il ottobre 1901. \par 7 Raffaello Giuseppe Antonio Sernesi, ultimo di died figli, nacque a Firenze il 29 dicern bre 1838 alle 10.30 di sera da Pietro vinaio e da Anna di Vincenzo Fanfani. Nel censirn ento del 1841 nella Parrocchia di San Frecfiano, cosi figurava la farniglia Sernesi nello stato delle anirne: Sernesi Pietro di 44 anni, vinaio; Fanfani Anna di 44 anni, cucilrice; Flavia di 19 anni, cappellaia; Errichetta di 17 anni, cucilrice; Olirnpia di 15 anni; Assunta di 13 anni; Adele di 11 anni; Luigi di 9 anni; Carolina di 5 anni; Raffaello di 2 anni, battezzato in San GiCivraIllli il 3 I dicernbre del 1838; Assunta 36 anni (parente o clornestica). Tuttavia dall'archivio di Santa Maria del Fiore risultano battezzati anche due altri fratelli: Leopoldo 18 febbraio 182 2 e Raffaello Felice il 15 gennaio 1833, probabilrnente cleceduti prima del 1841. \par Raffaello stuc' sotto Ia clirezione del Ciseri, senza tuttavia tralasciare iI rnestiere di incisore che gIl procurera in seguito qualche necessario guadagno. FrequentO it Caffe Michelangiolo, diventando arnico dei principali artisti Macchiaioli e concfividendo i loro proponirn enti arbstici. \par Si arruolO volontario nella carnpagna del 1859 assierne a Telernaco Signorini, Odoardo Borrani, Silvestro Lega, Luigi Bechi, Francesco Angell, Giuseppe Sacchetti e Diego Martelli. Nel 1860 non partecipO, come fecero invece Giuseppe Abbati, Francesco Angell e Gustavo Uzielli, 81e spedizioni garibaldine in Sicilia. Nel novernbre, dicernbre dello stesso anno conobbe Giuseppe Abbati, da poco trasferito a Firenze. \par Nei 1861 cfipinse be versioni del quaciretto \'abLaciruncoli cii fichi\'bb e it di pinto \'abI! Setternbre\'bb che espose alla Prornotrice fiorentina. Sernpre in quest' anno, in un period\'b0 irnprecisato dell' estate, si rechera con Odoarclo Borrani a San Marcella, sull' Appennino Pistoiese per eseguire alcuni 000 come \'abPasture in Montagna\'bb, che esporra prima a Milano alla Regia Accadernia delle Belle Arti e l'anno successivo alla Promotrice fiorentina, 11110 studio del rneclesirn 0, \'abAbetelle\'bb, \'abPascolo a San Ivlarcello\'bb e altri lavori \par II 25 rnaggio 1862 mod in condizioni rniserevoli e orrnai invalido il padre Pietro (di Lcrenzo e cfi Maddalena Pierucci); Raffaello incise alcune rneciaglie con l'effigie di Garibaldi, rneciaglie che assierne ad altri la'ori cercO di vendere recanclosi a Napoli, ma non sappiamo con quale es ito \par Poi si trasted clue gicrni a Ischia per &ware l'anico Stanislao Pointeau, 311C h'egli pittore, che soggiornava in quei luoghi per le cu re terr nali. Al ritorno conobbe Giovanni Boldini. Sernpre nel 1862 espose a Torino, alla Societa Prornotrice di Belle Arti, \'abPaese con anirnali\'bb. In quell'anno, diversarnente da Abbati, non partecipera all'irn presa garibalclina nell' Asprornonte. 11 18 agosto rnori il padre di Telernaco Signorini, dopo una lunga rn alatti a per cui anche questi rinuncera all'irnrresa nell' Asprornonte. \par Sernesi frequentO, assierne ad Abbati, Signorini, Pointeau, Boldini, Gordigiani, Uzielli, Lafenestre, Nencioni Ia villa dell'Ornbrellino di Marcellin Desboutin a Bellosguardo. \par Net 1864 Sernesi lavorO con Abbati e Borrani a Castiglioncello, eseguencio \'abMarina a Castiglioncello\'bb e relativi studi, e ancora \'abVeduta nella costa verso il Rornito\'bb. Anche l'anno successivo fu alla Villa Martelli, insierne a Zalciorneneghi e, probabilmente, a Boldini. In questa circostanza Sernesi dipingera \'abSull' aia\'bb, \'abPagliai\'bb, e le due versioni di \'abGrano rnaturo\'bb. \par Al 1866 sono clatabili it cfipinto e i relativi studi del \'abDuello\'bb. Affuolatosi con Francesco Angell e Luigi Bechi, nella spedizione per la carnpagna del 1866 venue Irasterito a Bad, e successivarnente al campo di battagli a dove incontn Abbati e Zandorneneghi; infine rirnase coinvolto in un corn batbrn ento presso Cirn ago, dove venne f erito a una gam ba. \par Scrisse le sue ultirne lettere dal!' ospedale di Bolzano a Telernaco Signorini e alga sorella Olirnpia, lettere cialle quail non traspare alcuna preoccupazione. La feria andO in cancrena e infatti subi l'asportazi one, rn entre il sopravvenire cii una corn pl icazione p olrn on are 10 poitO alla mute il 14 agosto 1866. \par 8 Si tratta dei fratelli Maurizio, Adolfo e Francesco Angell. \par \par Raffaerio S enzesi \par 61 \par A Vincenzo Cabianca \par Castelnuovo 26 gennalo 1867 Caro Cabianca I \par Nei k,ggere una rivista dei principi estetici professati da H. Taine 2, che, come sai e state scelto per insegnare questa scienza (1) ne Ifaccademia di belie arti in Parigi, m'ha colpito ilmodo col quale ha date principio a Ile sue ieziont \par ((En fait de preceptes, on n'en a encore trouve que deux; le premier qui consei/ de nai'tre avec du genie; c'est l'affaire de vos parents ce nest pas la mienne, le second qui conseille de travailier beaucoup, afin de hien posseder votre art; c'est votre affaire, ce n'est pas non plus la mienne! /3 \par Bisogna convenire che per un professore d'estetica ciO e qualche cosa di grosso" e se non 6 cosa nuova per nos, non pub non aver fatto grande impressione agli alunni dell 'accademia e molt\'b0 piL) ai rispeftahill professori, che invece di trovare un /or\'b0 con fratelb, come certamente speravano, s'accorgono d'aver un potente nemico. \par T'ho riportato questo brano perche e una conferma di quanto mi dici nell ltima ,ettera, che bisogna la vorare molt\'b0 e avere ilcoraggb di fare e fare anche a costo di fare delle brutte cose. \par Quest\'b0 sapevo benissimo pur io/ pea') metti gli stessi ostacoli davanti a due uomini di temperamento diverso e diversa educazione le vedrai che non cercheranno di vincerli nelfistesso modo, o se d'accordo nel modo di vincerll non avranno la stessa forza e la stessa perseveranza. \par Non ho ancora ricevuto ill\'b0 numero del nuovo giornaie artistico 4 sono curioso di ieggerlo, ma non ci spero gran cosa /Diego sob fra i collaboratori potrebbe fare molt\'b0 bene, ma non ne ha linteresse ed invece di parlare dell 'arte liberamente, non fare, ne son certo, che piccob questioni di pratica e attualite 5. \par Cose buonissime ma non per i nostri lettoriche sono ancora al buffo di qualunque principio, e se hanno qua the idea, 6 un errore o un pregiudizio. Trattera, figura ti, delfeccellenza dellistituzione del giuri artistico a danno della /Thera scelta /come se fosse possibile dare un giudizio assoluto, sull 'opera d'arte 6 e, ammesso pure questo giudizio assoluto, non ha forse diritto chi spende di comprare anche una brutta cosa purche gli piaccia? un mobile, un tappeto, sotto certi aspetti sono anche opere d'arte, ma quanto sarebbe ridico/8 un'associazione di faiegnami e tessitori che voiessero imporre la scelta di mobill a chi vuoie fomirgli un appartamento? \par Ma Parte e ilprodotto d'una persona/6/6 iI vero visto attraverso un temperamento, come dice uno scrittore di cui non mi rammento ora nome 7, e come tale 6 esclusiva. \par Tiziano se s'atteggia a giuri non pua accettare ie Madonne di Raffaello / Ingres deve escludere Delacroi x / Cerome deve negare \par il merit\'b0 di Courbet/ E ci\'f4 succedera per quanto maggiore sara loneste e findipendenza del giudicante. Non gia che un artista non possa trovare un merito relativo ne II 'opera d'altro artista, ma siccome diefro ?opera d'arte v'e nascosto ilprincipio, (idea che I 'ha fa tta nascere, cosi 6 impossibile poter accettare per buona un'idea che non 6 la propria. \par Dunque ilpubbiico dopo aver sacrificato ilproprio gusto non ha neppure Ia soddisfazione d'aver acquistato un'opera belt?. \par E poi c'e la questione del giuri scelto a maggioranza di vet alfra mistificazione /sciocca imitazione del suffragio universale pato. La maggioranza ha sempre torte, perche e la pits ciuca, la Ord ilietterata e la pits superstiziosa. In 25 milioni d'italiani vi sono 18 milioni d'ilietterat / col voto quest 18 avrebbero vittoria sui 7; ma da che parte sarebbe ragione? Galileo se fosse vivo a vrebbe ancora torte contro i milioni d'analfabeti che sostengono la terra essere ferma e girare sole/ Su cent\'b0 artist quuant hanno un fib di senso comune e un oncia d'erudizione? / Se ilpubblico e ignorante e non apprezza it nuovo bet che fambiente socia/e e Ia legge etema della mutability, ha imposto agli artsfi di che e la colpa se non di questi che non sanno ancora estrinsecare iI /or\'b0 sentimento e non producono che speranze e promesse? \par In Francia ilprogresso e dovuto in parte ai critici; questi chiamano lattenzione del pubb /lc\'b0 sulk, nuove manifestazioni artistiche e fanno leffetto della quarta pagina dei giorna II per i cavadenti e i professori della vera tintura dei cape \par in una parola cosftuiscono la Reclame. Ecco di che cosa abbiamo veramente bisogno. \par Credi to che Signorini 8 possa fare questa parte? Fara qua the articob, anche pieno di spirito, se VLI0i, ma tutto zeppo d'aggressioni e luoghi comuni che fare vedere a chiare note che e stato dettato piL) da /la stizza di non aver venduto che dal desiderio d'illuminare iI lettore e di fare opera di critico serio e dignitoso. \par De IfAngell 9, spero poco / second\'b0 me 6 un ragazzo che ha molta voglla di fare iI fiber\'b0 pensatore, anche a scapito del buon gusto, \par e d'arte ne deve capire pochino /Diego sa tutte queste cose / ne abbiamo parlato moltissimo assieme; ne conviene / nulladimeno fare contrario, oppure fare pochissimo / avrebbe bisogno di buoni collaboratori.. . Ma non ci confondiamo / la ciucaggine del benign\'b0 iettore, sii certo, supplira alla leggerezza del giomaie / M'accorgo d'aver imbrattato froppa carta e forse era meglio d'aspettare ill\'b0 numero. \par /eh sera ho ricevuto una bttera da/la Societe d'Incoraggiamento de/ belle aft, che m'impone di pagare 3\'b0 fr. se no, come moroso, sara \par 62 \par escluso dal regab e dal/ 'Lima / Ho risposto eh 'io non sono socio / che facevo, e vero parte della Societa in seno a lla fratellanza artigiana, ma questa avendo cessato d'esistere per fondersi colla vecchia, io non intend() che mi facciano appartenere al nuovo Pasccio senza mio assenso. Ero fuori di Firenze allepoca della fusbne, non fui avvisato, ne seppi a che condizioni si faceva e se lavessi saputo chi sa se avessi dato mio voto. \par La mia qualite di socio finisce col finire della society / Mi pare chiaro come facqua /Ho piacere che to abbia mandato qua/che cosa a Parigi/ anch 'io a quanto mi scrisse Morelli fanno scorso, avra alfesposizione mio Frate che legge /Ma ci vorrebbero quattrini per andare can po' a vedere / ne ho tanta vog /la / Tanti saluti dal tuo amico \par Abbati \par 1 Archivio Eredi Cabianca, Roma. \par 2 Hippolyte Adolphe Taine, nato i121 aprile 1828 e morto a Parigi ii 5 marzo 1893, divenne professore di estetica e di stona dell' arte alle scuole di Belle Arti nell' ottobre del 1864; pubblic6 nel 1865 La philosophia de l'art. \par 3 La lezione d'apertura del corso ebbe per tema \'abL'Oeuvre d'art\'bb efu pubblicata nella \'abRevue des Cours Litteraires\'bb, 4 e 2 febbraio 1865, e, rifusa, nel volume La Philosophia de l'art. \par 4 \'abII Gazzettino delle arti del disegno\'bb usci a Firenze can il prim o numero it 2 gennaio 1867. \par 5 Diego Martelli, anche quando, dovendosi assentare da Firenze, ne lasci\'e0 la direzione, collabor6 molto assiduamente al \'abGazzettino\'bb, a cominciare dal prime numero che conteneva un articolo programm a Ai nostri lettori; e vi svolse anche argomenti di carattere generale, per esempio can i tre lunghi articoli Arte che sia? (n. 9, 16 marzo 1867, n. 13, 13 aprile 1867, n. 17, 2 maggio 1867), in cui, can concetto tainiano, egli considerava l'arte come espressione dell'indole della popolazione e della natura frammezzo alla quale essa nasce, e can lo scritto Dell 'Accademie di Belle Arti (n. 29, 3 agosto 1867, ristampato testualmente nel n. 38, 18 ottobre 1867), in cui sosteneva l'opportunita di abolire le accademie per torn are alla pratica della bottega. Ne mancarono coraggiose, acute punte polemiche all arte e agli artisti dell' altra sponda: Della medaglia conferita al professor Stefano Ussi dal giuri internazionale di Parigi (n. 16, 4 maggio 1867), Formicole (n. 27\'ac28-29 luglio 1867), specie di lettera semiseria can botte per il Morelli e per gli artisti ufficiali francesi, Seconde Formicole (n. 30, 10 agosto 1867), per lam entare la superficiality degli artist' e della critica ecc. \par Martell' dedic6 infine due articoli all esposizione della Promotrice fiorentina (Della Esposizione della Societa Promotrice di Belle Arti in Firenze; n. 40, 2 novem bre 1867), lodandovi naturalmente i Macchiaioli e anche il De Nittis e it Fontanesi. \par 6 L'avversione dell'Abbati per l'istituzione dei giuri artistici coincide, se pur per tutt' altri motivi, can quella di Emile Zola (cfr. Mon Salon; Lefuri, in \'abL'Evenement\'bb, 27 aprile 1866), i cui scritti non erano ignoti al pittore italiano. \par 7 La frase di Emile Zola e esattamente: \'abUne oeuvre d'art est un coin de la creation vu a travers un temperament\'bb (E. ZOLA, Mon Salon, Le Moment artistique, in \'abL'Evenement\'bb, 4 maggio 1866). \par 8 Telem ace Signorini nacque a Firenze in via dei Pentolini da Sant' Am brogio (via dei Macci) da Giovanni di Lorenzo Signorini, pittore, e da Giustina di Giuseppe Santoni, il 18 agosto 1835. \par Telemaco inizi6 a frequentare la scuola del maestro Bruschi can il fratello Egisto, pi0 anziano di lui di tre anni. Nel 1848 cominci6 gli studi alle scuole degli Scolopi, dove conobbe Giuseppe Sacchetti, Stanislao Pointeau e Giosu\'e9 Carducci. \par Nel 1851 mori it fratello Egisto e nacque it fratellino Paolo. L'anno successive Telemaco lasci6 definitivamente gli studi letterari e si dedicO interamente all arte. \par Nel 1853 prese parte a una cospirazione mazziniana e successivamente si rec6 can Odoardo Borrani a dipingere nelle campagne di Certaldo e di San Gimignano; cominci6 a frequentare it Caffe dell'Onore in Borgo alla Croce, dove conobbe anche Vincenzo Cabianca. Abbandonata l'idea mazziniana, can slancio aderi alla filosofia di Proudhon; lasci6 lo studio del padre e si trasferi in via della Pergola insieme a Vito D'Ancona. \par Present6 alla Pro motrice due dipinti tratti da opere di Walter Scott e Niccol6 Machiavelli: \'abFermati Abacucco\'bb dai Puritani e un episodio tratto dal Duca Valentino. Nel giugno del 1856, in compagnia di Vito D'Ancona e Federico Maldarelli, intraprese un viaggio per Bologna, Modena, Mantova, Verona, Vicenza e Venezia; in quest'ultim a citta conobbe Francesco Gamba, Federico Leighton, Pompeo Molmenti, Giuseppe Abbati e Federico Zandomeneghi. \par Prese parte alla vita artistica della citta eseguendo diverse opere ed esponendo nel mese di agosto \'abUna veduta della Salute\'bb, la cui vendita festeggiata can una cena all'Hotel Danieli. \par Lasci6 Venezia il 10 settembre per recarsi a Milano, dove fece la conoscenza dei fratelli lnduno, poi continuo per Genova, dove espose, rientrando a Firenze alla fine dell' anno. \par Nel 1858 Signorini intraprese can il padre un viaggio nell'Italia del nord, sostando a Torino, sul Lago Maggiore, a Milano, Brescia, Verona, Ferrara, Bologna e Venezia; in quest' ultima citta esegui \'abUna giornata di sole nel quartiere degli lsraeliti\'bb. \par Nel 1859 si arruol6 volontario in artiglieria nella seconda cam pagna d'indipendenza in compagnia di intimi amici. \par Di ritorno dalla guerra, sulla base di molti schizzi e bozzetti realizzO i dipinti \'abAlto di cannonieri a Calcinato\'bb, \'abII ritorno nella capitale\'bb e su commissione di Gustavo Uzielli, sue com pagno d'armi < e \'abVeto (lei frstini in Firenze.. \par Nell'estste dello stesso anno a rece a Csatigioncello mile di Diego Martel), dove fra m otti stucli dipinse sew:cite calla In szt> e \'ab11 Pianale claysnli a case Martelli:>, owe tultora iri peribiti. Duiente questo soggiorno Wore in steal o corwto con Giuseppe \par Ne11863 si uni ai pittori della midst di P iagentina ed esegii alcune tra le ol:ere\tab significative, come \'abLe cucitrici di canicie rosrez., \'abLa \par crestaina di Firenze., \'abL'annegata., \'abUnpassatenpo innocent a>. Concbte e frequents Gicrvsnni Bolcini. \par Ne11865 expose \'abLe primibe. e <1'.arno a Valurgo.. Net 1866 awie una fitte colisrondenza can Giuserpe Abtati, mertre stava preparando i ((pint \'abSpersnze pacitrle., \'abLa mia telrana\'bb e \'abII medico.. \par Net 1 867 si trasferi in "tie Regia ilietina 99 el'anno s.1cesho :pose Caton Meini, da cui avre un figlio the rnalra a sette anni. Ne11872 Bcrrani si rccb a Milano e Veneta, dove incontre Zanciamenecri e Ca-Aape's. \par Ne11873 a divine ddla In cglie Carlotta per andare a vi'ere\tab una ?teclova levattioa, madre di cinque fig). \par Ne11885 dipinse la figliestra \'abOlimpia\'bb e \'abL'este:i di Santa Teresa>, e:quist do della rcgina per 1.800 lire. \par L'anno rreo:elente era dieentrto padre el tin ban tine di name Dino. NEI 1887 pose un'opere c note"eleclim ensioni, da titolo . \par 5 Vincenzo Cabianca nacq.le a Verona, tnitanert e a un hatello gemello. il 21 clugno 1827 da Giambattista, este, e data aria Barbera Pipa. II padre mod net 1829 e la inadre poc\'b0 dope si uni in seconds none con il ccetaneo Francesco Vali\'b0. anollegi oste di profeicne. Da questo tnattirnonio naxeranno ancora 11 figli. \par Vincenzo fu avUato alla Ours da Giovanni Celan, insegnente el'Aondemia dAite Cignieroli di Verona, poi si tree& ne 1845 prima a Vene7ja e sucoassivanert e a Mileno, dove concecerii i fr tells Domenic) e Gerolamo Induno. Intorno al 1854 - 1855 gitnse a Firenze, dove si leyi in an icilia a Telemaco Signcriri Cristiano Banti, Odoardo Bareni, Serafino De TIWIi e Vito D'Ancona, entisti on i quell comirci\'f3 a hewentareil Caff\'e9 Michelangiolo. \par Tra il 1858 e 1859 esegui le prime proved diacchias> e dipinse l'audace \'abDonna con peroo cortro it sole. Nel 1860 lavora oon Bent e Siglorini tie Lerici e Portotenere ne 1863, prima di treeferirsi a Patna (pi% rirnanendo sempre a o)ntatto awn ran biente ficrertino), frewente aesicluanente Giuseppe .abbati. Raffaele Sernesi. F alerico landomenectli e Giovanni Efolciiri (quesTultirno lo Wawa piu vdte in felicissitni Audi dal veto). \par Ne11864 si :1106) a Parma, ma continuo a inccntrate nci ss.roi frequenti spggiorni eel capciuogo toscano i pthori Ader.Chieioli lino at suo definli,,otreefetitnento a Roma. awentt otra it 1E68 ei11870; qui avail mode di approfcndire la sua amides con Nino Costa. \par Necli anni settanta can inci\'b0 it suo relleyinaggio, pima a Venezia poi stela costa an a fitana. a Capri. Ischia, Paugina, sal Lag) di Gerda e \par ti'lera figure. \par Net 1881 e 1882 a rec\'b0 per cmalche tempo a LorKka, ficbrido nell'aiuto di Nino Costa, ma rdornri\tab e socraggiato. In quest' epoca \par aprrofondi le studio della tecnica ad acqterello the incortrere to not egie success\'b0. \par Da11882 ei 189) hewent\'b0 inirtarctlanente nei mesi estivi, osple di Diego Matlelli assieme alla famiglia. Caeigliorcello, e si inocntre \par la cure da fangli a Elayii di Casciena can l'anico Cristieno Banti. Net 1885 aderi all'aeciacne In Me L ibalas. irtrattenendosi aiduatnert e con gli atnici nelle ale del C aff\'ea Greco. \par 11 21 matzo 1902 Tattle a a spense nella stta dim cra di Roma, dope essere Cato ccito un enno pima da paralia prcgressiva. \par \par giavanni eokria una to gioroan:: Oink Oero (Dir0 \par A Odoardo 8 orrani \par Caro Boman, \par 71 \par Mi farai ii piacere di incaricarti del ritomo del mio quadretto di Torino 2 e se non da scomodo b terrai presso to " poiche per mandare ad altre esposizioni bisogna che io approfitti della compagnia d'uno di vol Fumero non mi scrive ed e gie finita lesposizione sicche non so ancora se realmente ho venduto" risposi che accettavo ma poi non seppi a /fro. \par Scrivimi piL) spesso che puoi e a /Lingo" io finisco perche ho can giramento di co. da far orrore pici sono quasi divorato dalle mosche che m'impediscono di fare la piL) piccola cosa. \par Sa luta g II amici e ricordati del tuo \par Giuseppe Abbati Ca steinLIOVO \par 1 Biblioteca della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, carte Ojetti. \par 2 La lettera si pu6 senz' altro far seguire a quella da not riportata precedentemente, ipotizzando come data la meta di giugno 1867. Infatti l'esposizione si chiuse il 10 di quel mese. \par A Vincenzo Cabianca \par Castelnuovo 18,6,67 \par Caro Cabianca 1 \par Meglio tardi, che mai" son due settimane che cerco un momento opportuno per rispondere ally tua ultima lettera, ma non ho mai potato vincere la pigrizia che mi teneva inchiodato sulla poltrona, al buio per motivo de Ile mosche, col mio cane fra gamhe 2 (perche come saprai ho un cane) e facendo dei magnifici castelll in aria" perche e da qua the tempo che io ho quasi abbandona to questa fetidissima valle di lagrime e vivo in un mondo tutto immaginario e fantastico non avendo altri rapporti fuori di me the i puramente necessari per sopperire ag II ignohili bisogni \par b credo d'essere in uno stato molto simile ai fumatori d'oppio. Naturalmente non lavoro, i miei quadri ii fo coil 'immaginazione e SLIII 'onor mio sono un po' meglio di quel che vendo al non mai abbastanza iodate societa promotrici \par feri faltro ho ricevuto da Fumero i quattrini ma molto assotiglia (sic!) perche da 150 the e stata la vendita sono ridotti a 124; ma pazienza, mi ributtero sulla po /trona e fra 10 o venti minuti sono in grado di possedere migliaia e migliaia di lire" none molto comodo? Ho pensato a ci\'f4 che m 'hai detto del libro di Thiers3 e credo che to ahhia ragione" e un llbro fatto hene, ne convengo ma non convengo sulla immensity del genio del prim\'b0 Napoleone" cia che veramente fu grande albra, e la rivoluzione" quando Napoleone cominci\'f4 ad essere grande, la Francia aveva gie fatto stupire ilmondo colle sue hattaglie ed egli trove) una pleiade di grandi uomini che l'aiutarono. Come generale e supera to forse da Cesare ed Alessandro, come politico era inferiore a tutti i SLIOi nemici fece due campagne inun, lEgitto e la Russia, attire) confro la Francia tutti ipopoli d'Europa fece invadere Parigi" gling\tab b batterono per mare sempre e per terra" \par come legislatore pose iI sue) nome al Codice ch'egli non aveva fatto perche era opera dell'Assemhlea legislativa cosi iI cabndario, cosi i pesi e misure. \par b non gli nego certamente fingegno, ma credo sia esagera to crederlo un genio" in ultima analisi non ha facto che vincere delle hattaglie ma in fine ha perduto, perche egll usufruiva ilgenio della Francia, di quella immensa rivoluzione che aveva trovato un'eco in tutte le parti d'Europa. \par Che hene ha fatto egii ally Francia? sotto questo aspetto sono pit) grandi Luigi Xi e XIV. Non era meglio perdere tutte hattaglie che vinse e vincere quella che perde, vog lio dire Waterloo? II vero vincitore e quello che vince fultimo. Ma mi avveggo che perdo iI tempo a di)t tutte queste coglionerie e pretendere di persuaderti a dispetto della bgica e della straordinaria ability di Bonaparte o Buonaparte che dir si \par Lavori? hai finito it quadro per Verona? ti p uoi immaginare che ti auguro huona fortuna" Da Parigi hai notizie? Mi rincresce molto, ma molto di non avere i mezzi per andarci un po' anch 'io. \par A proposito di un po'anch 'io (frase Genovese) avrai gia sapu to che Castagnola e cavallere dei S.S. Maurizio e Lazzaro " Maurizio non so, ma credit Lazzaro gll sta un fottio hene" non ti pare? \par Credimi, Cencio, io fo di tutto per empire queste quattro facciate, ma ho paura di non riuscirci forse sari perche ho fufia" s'avvicina mezzogiorno e devo andare e desinare mi pare d'essere molto fortunato di poter dire: vado a desinare durera? Non ti vendicare SCriViMi a lunge) se l'hai, dammi qualche nuova di Patti e non ti scordare del tuo \par aff amico G. Ahhati \par 20.6.67 Non ho potato spedire fin bra la lettera - la posta e lontana tre miglla da Castelnuovo ed io invece del procaccia, avevo stabilito di portarla da me, dovendo spedire anche delle lettere affrancate Piccob mig lioramento ieri ed oggi ho lavorato un poco ho \par 72 \par fatto dei disegni\tab trovare modelli gfi uomini sono ignorant e non si prestoo - le donne troie sicch\'e8 e una vera disperazione \par ora perO ho cominciato ad acchitarne quaicuna. E facile che.. . \par 1 Archivio Erecii Cabianca, Roma. \par 211 cane rnastino, di norne Cennino, fu comprato a Pisa da Diego Martelli per incarico dell' amico e fu causa della morte dell' artista. \par 3 J A THIERS, Histoire du consulat et dei Empire, Parigi 1845-1862. \par A 0 (bard\'b0 B orrani \par Ca steinuovo (iuglio-agosto 67) \par Cam Bon-ani 1, \par Non ho scrub fin'ora perch\'eb vi aspettavo di giorno in giorno col sacchetto dei quaffini ma veggo bene che bisognera rinunziare al nosh magnifico progetto o &lettere ad aura occasione le noste speranze. Del resto lade e la campagna faranno gara, \par ne sono cello, per consolard delle perdute illusioni. \par Qtui o cost): come direbbe Castagnola c'\'ea Fattori 2 che m 'ha fatto venire un po' di noia di lavorare ho fait\'b0 alcuni stud di cavaiii e spem di continuare se m'assistera Dio e la madonna sanfissima. \par Ho sato a Napoli per avere notizie delifsposizione fu perO pensa a tenen-ni informato di quelie di Milano, Bologna e Genova. Aiioradei \par mi ha dato nuove deilinfefice (!) Zandomeneghi si iagna dessere contornato da gente che non sa comprenderio e maiedice it destino \par crudele e anch sono di questa opinione if destino e stab per lui verarnente cmdele ma piti del desfino la colpa e di babbo e mamma che non sono stab capaci di mettere assieme un ragazzo a garbo. llquadretfo non me i 'ha mandato, faute d'argent, \par A proposito cis quadrettodevo pregarti d'un piacere se fi e di 0)ppoincomodo dimmeb senza complimenti ch\'eb to salverO a Moradei. Si 6-atta di spedire nella cassa colia quale be to inviai it mio kafino col gatto a questo indirizzo e\tab presto possibile: All litmo Sig, Ca v. re \par Pompeo Carafa dei Duchi di Noia (non sbagfiare)(p.i.) di Governatore, Napoli. \par Rispondimi subito perO se credi di occupartene fail\'b0 e poi saivimi facendomi sapere limportare della spedizione. Saluta banjo la gentilissima sig.ra Carlotta, Lega 3, la sig.ra Bateill oedimi too \par aff amico Giuseppe Abbati. \par 1 Biblioteca della Galleria Nazionale d'Arte M oderna di Roma, carte Ojetti. \par 2 Giovanni Fattori si trovava a Castiglioncello dietro invito di Diego Martelh Infatti dopo la perthta della rnoglie, avvenuta it 26 rnarzo 1867, il pittore si trovava in un terribile stato di prostrazione e trovb nel Martelli un amico sensibile e sincero, come ebbe a ricordare it Fattori stesso in una lettera a Ugo \'b0jet del 1907: \'abUn solo e taro amico fraterno, Diego Martelli, un vero Liam\'b0 di cuore... la sua parola era tutta amore e infondeva coraggio a chi lo avvicinava... Un giorno mi trovb sul canto di via Rondinelli... mi vide ferrno e triste, con le lacrirne agli occhi. Era poco tempo che avevo perduto per malattia tubercolare la mia fida cornpagna. Col suo fare benevole mi disse: "Vieni da me a Castiglioncello". Ci andai. Era una bella tenuta in Marernma, difaccia al mare e la villa era quasi appoggiata alle colline. Ci trovai conf \'b0Ito e quiete\'bb. L'Abbati e it Fattori lavorarono accanitarnente, dipingendo specialmente studi di animali e paesaggi. \par 3 J Cfr. P. DINT, Silvestro Lega. Gli c-mni di Piagenfina, Allemandi, Torino 1984; G. MATTEUCCI, Silvestro Lega, l'opera completa, Giunti, Firenze 1987. \par \par Giovanni rFattori in una foto giovanife dedicata a Vito (D'Ancona \par 73 \par A Odoardo Borrani \par Castelnuovo 16 ottobre 1867 \par Caro Borrani 1 \par Eccoci in belie del colto pubblico ed incltta guarnigione nonche de Ifinfa Ilibile ed eccelso Giuri 2, it quale se volesse acquistarsi \par le nostre simpa fie dovrebbe cominciare col conferirci fonorifica ed innocente medaglia che, di certo, abbiamo meritata per lo meno come nelb scorso anno. \par Son sicuro che non dispiacerebbe neppure a te questa specie d'acque in bocce net disgraziato caso di non vendere can... quasi quasi dicevo una parolaccia. Dunque to che sei costa mi farai sapere qualche cosa dell 'esposizione specialmente mi parierai dei quadri piL) interessanti come sarebbe di Cabianca 3, Fattori 4 ecc. anche del tuo 5 facendo un po' di vioienza alla innata modestia. \par La mia (modesfia) appena mi permette di domandarti che impressione Mann() fatto i miei cerotti 6 se Ii hai veduti, se no me b scriverai ad esposizione aperta. A Bobgna ho mandato un quadretto 7 ma finora non si discorre di nulla, e Dio me la mandi buona. A Napoli non mando nu Ile, anche per la ragione che non ho nulla da mandare. \par Ti ringrazio del incisioni che hai ritirato per conto mio sono impaziente di vederle specialmente quella dell'ottimo Rapisardi 8 pera non ti incomodare, bastere che me le mandi alla prima occasione, per es. quando Diego verre a Firenze ie consegnerai a Mi. Alfa Societe non ho pagato lassociazione e per ora non la paghera perche nelle mie tasche c'e una temperature molt\'b0 bassa siamo vicini alb zero! Per6 credo che la mia Morosite non avre nessuna influenza sula vendita dei quadri. A Genova mander6 due quadretti 1 non sono un BigiU, ma a que' chichi dovrebbero parer Belli. E pil.) non dico. Salute la Signora Carbtta ed amici 1 una carezza al canino, ed augurando a te ed a me la gioia di presto stringerci la mano sulfa Vetta del Campidoglio, mi dico \par tuo Giuseppe. \par 1 Biblioteca della Galleria Nazionale d'Atte Moderna di Roma, carte Ojetti. \par 2 II 6 ottobre 1867, con un' adunanza, fu scelta la commissione per la collocazione delle opere che risult6 composta da Rivalta, Bellucci, Norfini, Ussi, Pollastrini, Tedesco, Banti. \par E da notare l'ironia che traspare dagli aggettivi \'abinfallibile ed eccelso\'bb usati dall' Abbati per definire iI giuri. Infatti iI pittore non aveva mai nascosto la sua awersione per l'istituzione del giuri artistico, ritenendo impossibile dare un giudizio assoluto sull'opera d'arte, \'abpoiche l'arte e it prodotto d'una personalita\'bb. \par 11 17 novembre 1867 dal Consiglio d'arte (ii cui presidente era Jacopo Cavallucci e gli altri mem bri erano Salvatore Grita, Michele Tedesco, Giuseppe De Nittis, Gabriele Castagnola, Enrico Capocci, Vincenzo Dattoli, Camillo Cavallucci) furono giudicate di merito distinto, perci6 prescelte per l'acquisto, le seguenti opere: \'abUna grande occupazione\'bb di Giuseppe Abbati, che il Consiglio deliber6 di acquistare \'abpel singolare effetto di luce e per la giustezza d'intonazione con cui e dipinto\'bb; il n.152, \'abAspettando\'bb di Telemaco Signorini, dove furono \'abravvisati molti e singolari pregi. Espressa con assai verita la figura, bene calcolato l'effetto dell' assiem e, gusto e assennatezza nel colorito e ottim am ente inteso iI rapporto di tutti gli oggetti rappresentati tra loro\'bb; iI n. 75, \'abII ritorno dal mercato\'bb di Egisto Ferroni, dove \'abl'artista ha espresso nel suo dipinto delle persone che camminano veramente, disegnate con grazia e gusto squisito e studiate con grande amore del vero\'bb; iI n. 154, \'abL'ora della m essa\'bb di Arturo Moradei, per \'abl'esecuzione squisitamente condotta e la sua molta verita\'bb; iI n. 267, \'abVeduta della macchia di Tom bolo presso Pisa\'bb di Giovanni Fattori, che il Consiglio deliber6 di acquistare per \'abla m dta arditezza del lavoro. TUtto vita e verita... tutto indica un artista che sa iI conto suo e che motto fece e pia assai pu6 fare\'bb. \par 3 II Cabianca aveva esposto iI dipinto \'abBagno fra gli scogli\'bb, che iI Martelli in un suo articolo sul \'abGazzettino\'bb definisce \'abottimo per l'evidenza di certi risultati, principale per la giustezza delle relazioni di colore frail terreno, le figure, H mare ed iI cielo\'bb. (Cfr. D. MARTELLI, in dl Gazzettino delle arti del disegno,), anno 1, n. 41, 7 dicembre 1867). Inoltre da due moduli di presentazione dei quadri, uno in data 15 ottobre, risulta che iI Cabianca tramite iI suo rappresentante Odoardo Lalli inviava all'esposizione del 27 ottobre \'abCortile nel Duomo di Verona\'bb (e vi indica anche iI prezzo: 350 lire) e due acquerelli raffiguranti l'interno del chiostro di Santa Caterina in Parma (per 300 lire). \'abII cortile del Duomo di Verona\'bb, n. 295 del catalog o, fu acquistato dalla Prom otrice per 350 lire. \par 4 Fattori si present6 con \'abLe boscaiole\'bb e \'abVeduta della macchia di Tom boli presso Pisa\'bb acquistato dalla Prom otrice per 500 lire. Degli altri artisti sappiamo che Lorenzo Gelati ebbe 300 lire per il suo quadro \'abLa nave a Rosano\'bb, Arturo Moradei 450 lire per \'abL'Ora della messa\'bb, Silvestro Lega 1.300 lire per \'abLo storn ell o\'bb. \par 5 II Borrani si present6 con il dipinto \'abII medico\'bb. \par 6 In data 8 ottobre 1867 Abbati inviava alla Direzione della Societe d'incoraggiamento delle Belle Arti in via della Colonna 31 a Firenze la seguente lettera: \'abOnorevole Direz. II mio rappresentante di Firenze Aw. Tito Passeri consegn6 i due quadri ad olio da me dipinti con cornici dorate acci6 facciano parte della prossima esposizione e possano concorrere alle vendite ed i premi. I soggetti e i prezzi sono i seguenti: 1\'b0 "Animali" Ital. Lire 1.000 (mille), 2\'b0 "Una grande occupazione" lire 320 (trecentoventi). II domicilio del Sig. Tito Passeri 6: Firenze Via Fiesolana 10 Studio legale. Dev.. G. Abbati\'bb. Successivamente il 9 novembre present6 \'abII chilo\'bb, per it quale chiedeva 500 lire. \par 7 L'Abbati aveva esposto a Bologna \'abII chilo\'bb. Ci si spiega, cosi, perche pate presentarlo a Firenze soltanto il 9 novembre. \par 8 Michele Rapisardi di Catania fu autore di quadri rom antici. \par A Teresa Martelli \par Castiglioncello (?),Jebbraio 1868 \par 74 \par Ca fissima Signora Teresa 1 \par Prima di &dto non taco) pa rola di quanta le stglo alla selvb). d clotorJannni mina fatto sapere chiaramente the \'e9 necessar.b the la am del mio male the senza oomplimenti si chiama kfrolobia sia tato ago Sped& di Firenze. Perth sono sturo the vane venire immediatamenteda me per cond wmi a Firenze essendo la prestezza guella the pub fare thscire i prim' med.tamenti \par Non le ch.do scusa del modo can culla anti anche .@ria venire da me ma S caso gravissimo mi scusa. Net passare daRosOano Otos Jannhile disamieth i proposio. L'avetto immediatamente. \par SuoFortvnat'ssitno Giuseppe ADhati \par 1 Originate perduto. La letlera a incluse nel saggio bioTafico d Diego Martelli, liberemente trascritto da Renzo 8aldaccini, in appendice a Cortributi ala pittura italiana ciell'ottocento. Giuseppe AU) CY.a, Firenze 1947, rp. 62,63. Di questo saggio, the Mattel) awebbe s:ritto cit:Endo:i in t erza per:ona, ncn ritnane the la trarizione del Sada:tint L'Abati era :tato morso dd sio cane idrolobo, d mine Cenrino, 13 dicer/11)re 1E67; la maattia si m a-life:36 a grande ("stanza di temp), quando i1 Mae era solo a Castiglioncello rrobabiltnerte a Castelnuow della Misericcrdia). \par \'abOnnsi corG.ape'Ve del suo destino, af fenn a il Saldaccini, trascriwndo la bicgrafia stesa da MH1dli, per effiAlu:re i1 tragtho (da Castiglioncello a Firenze), chiese I'aiulo della moglie dell'atnico a memo !dicta, the Bette non potendo egli scrire. dato i1 suo :tato di eccitazicne,>. \par Ricowrato VOspe:laie di Santa Maialluovail 3) febbrio 1868,\tab it Bono sucoa:sivo. \par \par Teresa Martelli uza fito fianari \par 75 \par Cronaca biografica \par A CURA DI PIERO DINT \par 1836 \par Giuseppe Abbati nasce a Napoli, nella zona cli Chiaia, it 13 gennaio, da Vincenzo cli Agostino, pittore (Napoli, 10 aprile 1807), e (la Francesca De Romano (Napoli, 3 maggio 1807). Fanno parte della famiglia anche tre sorelle: Clorincla, nata nel 1831, Anna, nata nel 1832, e Giulia, nata nel 1834. \par La duchessa cli Berry, anivata a Napoli nel giugno 1833, assume Vincenzo Abbati, quale pittore cli corte, proba\'acbilmente nel period\'b0 che intercorre fra la seconda meta. del 1833 e la fine del 1841. \par 1838 \par Nasce a Napoli la quarta sorella cli Giuseppe, Emilia. \par 1842 \par La famiglia Abbati si e trasferita a Firenze: ciO risulta anche dal fatto che nasce quell' anno nella citta toscana, 19 febbraio, it second\'b0 figlio maschio, Enrico, che viene battezzato it giorno successivo nell'Oratorio di San Giovanni in Polverosa, comunita del Pellegrino; trasferimento, perO, deve aver avuto luogo fin dagli ultimi mesi del 1841, dato l'avanzato stato cli gravidanza della maclre. Gli Abbati risiederanno a Firenze per circa cinque anni. La cluchessa cli Berry, con la sua corte, 6 ancora nel capoluogo toscano it 21 marzo 1845. \par Giuseppe, con ogni probability, frequenta. le scuole elmentari a Firenze; it ricordo cli questo soggiorno e della sua prima infanzia restera cosi vivo nella memoria clell'artista da rievocarlo, negli anni futuri, all'amico Diego Martelli. \par 1846 \par Gli Abbati si trasferiscono a Venezia, clove Vincenzo deve seguire la carte della duchessa cli Berry. \par Vincenzo Abbati espone all'Accademia cli Belle Arti veneziana clue quaciri: \'abUna abitazione cli Marinai a Napoli\'bb, n. 20 del catalogo, e \'abProcessione dei Crociati\'bb, n.208. \par 1847 \par Dal settembre cli quest' anno Giuseppe frequenta le pubbliche scuole ginnasiali alla Salute per \'abgraziosa conces\'acsione vicereale\'bb. \par 1848 \par Dui-ante la rivoluzione Vincenzo Abbati segue, proba\'acbilmente a Graz o in Germania, la. cluchessa di Berry, lasciando la famiglia a Venezia. \par 1849 \par In dicembre Vincenzo Abbati ritorna a Venezia e si riunisce alla famiglia. \par 1850 \par La famiglia Abbati risiede, fin dall'inizio del trasferimento veneziano, in calle San Polo 2.128, Panocchia cli Santa Maria Gloriosa dei Fran. \par II 14 aprile it padre fa domanda per l'ammissione cli Giuseppe all' Accademia cli Belle Arti cli Venezia. \par La domancla cli ammissione all' Accademia viene accettata in data 14 maggio. \par Il 5 ottobre Giuseppe si iscrive e viene ammesso alla Scuola d'Omato e cli Elementi cli Figui-a. \par 1851 \par Giuseppe continua a frequentare l'Accademia di Belle Arti veneziana: it 29 aprile viene ammesso alla Scuola cli Architettura, it 16 maggio a quella cli Prospettiva, it 12 novembre a quella cli Paesa.ggio. Vincenzo Abbati espone all' Accaclernia cli Belle Arti <