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Fonte : E. Somarè: Telemaco Signorini ("L'Esame" edizioni d'arte moderna, Milano, 1926)
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Lettera Informativa
Al Presidente della R. Accademia di Belle Arti
in Firenze
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Pregiatissimo signore,
Col diploma di socio onorario che ebbi l'onore di ricevere
da codesta R. Accademia di Belle Arti, mi pervenne anche
dalla S. V. la domanda di inviarle alcuni cenni biografici
intorno al mio passato artistico. Eccole in brevi parole e
per sommi capi, le mie origini, i miei studi e le mie
principali produzioni.
Nell'anno 1835 da Giovanni Signorini pittore dell'ex
Granduca di Toscana, e da Giustina Santoni possidente,
nacqui in Firenze il 18 agosto. Nella mia prima giovinezza,
per quanto avessi predilezione allo studio delle lettere
piuttosto che a quello dell'arte, dovetti obbedire a mio
padre e studiar la pittura. Dopo gli elementi dell'arte
fatti, non all'Accademia, ma sotto la direzione di mio
padre, mi portai a Venezia coll'artista Vito d'Ancona e
Federigo Maldarelli di Napoli. Là vi rimasi tutto l'anno
1856, studiai nei musei e nei canali, strinsi amicizia con
Enrico Gamba e Federigo Leighton e vari altri stranieri. Al
mio ritorno in Firenze, ebbi i miei primi lavori rigettati
dalla nostra Promotrice per eccessiva violenza di
chiaroscuro e fui attaccato dai giornali come macchiajuolo.
Venuto il 1859, e fatta la campagna come artigliere, tornai
e dipinsi soggetti militari che, non solo furono accettati
alla Esposizione della nostra Promotrice, ma furono anche
acquistati per la maggior parte, il più grande da S. A. R.
il Principe di Carignano, il più piccolo dagli artisti di
Milano che lo tennero nelle Sale del loro circolo. Nel 1861
fui a Torino dove esposi il Ghetto di Venezia che fu
il più sovversivo dei miei dipinti, per eccesso di
chiaroscuro, e sollevò in Torino le più clamorose polemiche.
Di là passai a Parigi in compagnia degli artisti Cabianca e
Banti. Vi conobbi Corot e Troyon, vi rimasi alcuni mesi e al
mio ritorno, esposi alla prima Esposizione Nazionale che
ebbe luogo in Firenze dove ebbi la medaglia per il mio
quadro Un episodio della battaglia di Solferino.
Nel 1862 e 63 produssi molte marine in Liguria, inviandole
alle Promotrici di Torino e Venezia e incominciai allora a
scriver pei giornali facendo polemiche d'arte. Nel 1864 feci
un quadro dei miei più grandi con molte figure quasi al vero
che tiravano una barca contro la corrente dell'Arno,
L'Alzaia. Più tardi nel 1873, esposto alla Esposizione
internazionale di Vienna mi fruttò la medaglia. Nel 1865
dipinsi, fra i molti altri quadri, il Manicomio che
esposto a Torino, sollevò polemiche per i giornali. Nel 1866 acquistò il Municipio di Torino un mio quadretto che feci
quell'anno Un giorno di vento che è presentemente in
quella Galleria Municipale.
Nel 1867 coll'amico Diego Martelli feci un giornale d'arte
"Il Gazzettino delle arti del disegno" che visse un anno
solo agitando il mondo artistico. Nel 1868 e 69 lavorai
molto in Siena dipingendo strade, piazze e feste paesane e
feci molte incisioni all'acqua forte per libri di scienza e
d'arte. Nel 1870 fui invitato dal Prof. De Gubernatis alla
Esposizione Nazionale di Parma per fare una rassegna di
quella esposizione al suo giornale "La Rivista Europea" alla
quale collaboravo da due anni. Fui intanto inviato a far
parte del giurò di quella esposizione, insieme agli artisti
Banti, Cecioni e Sorbi, e vi rimasi Segretario per preghiera
di Cesare Correnti allora Ministro della Pubblica
Istruzione. Al mio ritorno in Firenze, dipinsi al concorso
di paesaggio alla nostra Promotrice, un quadro intitolato
Novembre, ed ebbi il premio.
Passai quasi tutto il 1871 e 72 fra Roma e Napoli, lavorando
insieme agli amici Cecioni e De Nittis. Alla Esposizione
Nazionale di Milano, esposi alcuni piccoli studietti fatti a
Vinci, patria di Leonardo.
Nel 1873-74 fui a Parigi dal De Nittis e fui a Londra con
lui la prima volta, poi tornato a Parigi, rimasi vari mesi
nella campagna di Seine et Marne a Combes-la-Ville in
compagnia di Boldini e dipinsi in quella campagna per i
negozianti Goupil e Reitlinger. Contemporaneamente
corrispondevo con il "Giornale artistico" che il Cecioni
faceva in Firenze insieme allo scultore Grita.
Nel 1875 fui a Ravenna e vi dipinsi diversi quadri fra i
quali uno di Porta Adriana che esposto nel 1877 a
Napoli, fu premiato e acquistato da Casa Reale. Oggi si vede
esposto in Roma nella Galleria d'arte moderna.
Nel 1876 lavorai a Vinci in compagnia del Prof. Gustavo
Uzielli, illustrai con acqueforti il suo libro scientifico
su Leonardo. Fui segretario del Comizio artistico presieduto
dal Conte Augusto De Gori contro l'accentramento di Roma.
Nel 1877 pubblicai un volume di sonetti artistici "Le 99
discussioni artistiche", poi fui a Napoli giurato a quella
esposizione Nazionale. Nel 1878 fui a Parigi alla
esposizione internazionale e al ritorno rimasi alcuni mesi
lavorando in Borgogna e in Svizzera, a Ginevra, a Losanna e
a Berna.
Nel 1879 dipinsi il Ponte Vecchio di Firenze che nel
1880 esposi alla Esposizione Nazionale di Torino. Al
Congresso artistico che ebbe luogo in quell'occasione, fui
relatore al IV tema e sostenni le pensioni contro i concorsi
che allora si facevano per complemento degli studi
dell'arte. Tornai di nuovo a Parigi e Londra esponendo all'Accademy
e al Grosvenor.
Tornato nel 1881 vendetti il mio quadro del Ponte Vecchio
a un negoziante di Bath, poi coll'amico Giordano mi portai
di nuovo a Parigi e Londra e di là fui nella Contea di Somerset a Bath dove rimasi un mese lavorando con l'amico
Cecchi per il negoziante Visart che m'aveva comprato il
Ponte Vecchio. Di là, traversata l'Inghilterra, passai in
Scozia e in Edimburgo, dove raggiunsi il Giordano, lavorai
con lui moltissimo per le vie di quella città e a Leith e
Glasgow e a North Berwick. Al mio ritorno esposi al
Donatello diversi quadri miei. Nel 1882 lavorai molto nel
mercato vecchio e in Settignano dove detti consigli d'arte a
Ruggero Focardi.
Nel 1883, fatto Professore alla nostra Accademia, rifiutai
la onorificenza non volendo farmi solidale di
quell'insegnamento d'arte al quale avevo sempre fatta
pubblica opposizione. In quest'anno fui al Monte Amiata e
lavorai molto a Piancastagnaio. Nel 1884 tornai a Parigi e
Londra e in questa città esposi pubblicamente e privatamente
i miei lavori. Diverse marine dipinte a Riomaggiore esposi
all'Accademy e al Grosvenor, e venti tele, rappresentanti
tutte venti motivi tolti dal nostro vecchio mercato, esposi
privatamente in Annover Square in casa di un tal sig. Lucas,
e tutti ebbi la fortuna di venderli. In quest'anno medesimo
esposi a Torino il Ghetto di Firenze, che dalla
commissione governativa fu acquistato per la Galleria d'Arte
Moderna in Roma.
Nel 1885 lavorai ad Arcola in Liguria, qui ebbi l'onore di
ricevere da Napoli il diploma di socio corrispondente di
quell'Accademia. Nel 1886 lavorai molto a delle acqueforti
del nostro mercato che tolsi da miei quadri e da miei studi.
Ebbi il dolore di perdere in quest'anno l'amicissimo mio
Adriano Cecioni e di lui scrissi al "Fracassa" la biografia.
Nel 1887 presi a consigliare il bravo allievo del Cecioni,
Giorgio Kienerk, ed esposi alla esposizione Nazionale di
Venezia diversi lavori fra i quali un dipinto di Settignano
rappresentante una Pioggia sui campi che anche questo fu
scelto dalla giunta artistica presso il ministero
dell'Istruzione.
Nel 1888 esposi a Bologna alcuni quadretti fra i quali ne
ebbi uno venduto e fui fatto socio corrispondente di
quell'Accademia. Esposi anche molti lavori in Livorno in una
importante esposizione che ebbe luogo in quell'anno; di là
fui a Portoferraio nell'Isola d'Elba dove mi ci trattenni
due mesi lavorando moltissimo. Nel 1889 ho presieduto in
Firenze la commissione d'arte che ebbe l'incarico di inviare
alla Esposizione internazionale di Parigi, i prodotti
artistici del nostro paese. In questa occasione ebbi la
fortuna di aver premiato e venduto un mio quadro ch'io vi
aveva inviato, dipinto l'anno avanti all'Isola d'Elba. Il
1890 ho passato dipingendo in montagna a Pietramala, il
genere pastorizio di capre pecore e buoi. E anche nel 1891
mentre sulla stessa montagna dipingevo un quadro che oggi
esposto alla nostra Promotrice viene acquistato da Casa
Reale, mi giunse la graditissima sua dove mi si partecipava
l'onore che mi veniva fatto da codesta R. Accademia.
Oggi dunque 1892 contemporaneamente alla buona notizia
all'acquisto del mio lavoro mi giunse il diploma di codesta
Accademia, presso la quale la prego di farsi interprete dei
miei più sentiti ringraziamenti.
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Suo devotissimo
Telemaco Signorini
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