Napoli, 1836 - Firenze 02/02/1868
Apprese dal padre le prime nozioni
del disegno e della pittura. Poi frequentò l'Accademia
di Venezia fino al 1852 anno in cui ritornò a Napoli
dove incominciò gli interni architettonici nella
Cappella di San Domenico. Fra le due campagne
garibaldine del 1860 e del 1866, si stabilì a Firenze e
vi lavorò accanto a Lega, Borrani e Sernesi, dipingendo
paesaggi, vedute architettoniche e scene di genere. Nel
1861 partecipò all'Esposizione di Firenze con due
Interni della chiesa di San Miniato al Monte,
entrambi ammirati e lodati.
Fra i lavori più rinomati si citano: Monaco al
coro, nella Galleria Capodimonte di Napoli (nel 1870 due anni dopo
la sua morte, questo quadro, esposto a Parma, fu premiato con menzione
onorevole). Un interno del Bargello, 1865 (raccolta del comm.
Mario Vannini Parenti Firenze); il Chiostro di Santa Croce
(raccolta Visconti Moscardì Firenze); La preghiera; Interno di
una capanna di taglialegna; Il celibe; Ritratto di Diego Martelli; Il
Mugnone presso le Cure; Ponte della Grazia a Firenza; Trittico di
ritratti
(con al centro il ritratto del Sernesi), nella collezione Cerpi di
Torino;; Buoi lungo il mare; Buoi al carro (nella raccolta del
conte Giustiniani, Firenze); Famiglia di contadini durante la siesta
che è una delle sue ultime opere e rivela grande purezza di toni.
Appartenne al gruppo dei macchiaiuoli. Nella sua
pittura spesso aveva un'impronta quasi triste che era l'espressione
della sua vita infelice. Nel 1860 lasciò il pennello per seguire
Garibaldi e in uno scontro con l'esercito borbonico perdette un occhio.
Interruppe nuovamente la sua attività artistica nel 1866, per
partecipare volontario alla campagna del Tirolo. Nell'ultimo tempo
eseguì parecchi paesaggi della campagna toscana, animati da graziose
macchiette. Morsicato dal suo fido cane, moriva per contagio d'idrofobi,
a soli 32 anni.
(A. M. Comanducci)
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