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(Fonte : Emporium - n° 136 - Aprile 1911)
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La prima esposizione degli acquarellisti lombardi
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Prima di entrare nelle eleganti sale di questa Mostra,
dovuta principalmente alla volontà e all'attività di Paolo
Sala, non s'immaginerebbe che l'acquerello abbia in Milano e
in tutta la Lombardia una sì folta schiera di appassionati;
nella guisa stessa onde, prima di questa Mostra, non si
sarebbe potuto immaginare un concorso di visitatori così
notevole, e non certo interamente favorito dall'idea molto
pratica, se estranea all'arte, di aggiungere agli acquerelli
una mescita di bevande più o meno gradevoli e attraenti e
fare della Permanente, in questa bizzosa fine del
rigidissimo inverno, un simpatico ritrovo mondano.
Nè io credo che Paolo Sala, acquerellista per eccellenza,
chiamando a raccolta i cultori e gli amatori di questo
aristocratico genere per formare la Società degli
Acquerellisti Lombardi, potesse sperare un esito non
inferiore a quello che pur da anni ottiene la Società degli
Acquerellisti di Roma, dove l'amore per l'acquerello si
mantiene vivo e luminoso, producendo artisti della forza di
Onorato Carlandi — per ricordarne uno solo. C' è però una
differenza tra le due Società: quella romana è una specie di
cooperativa, organizzata una ventina d'anni or sono a scopo
professionale; questa lombarda, posta sotto l'alto patronato
di S.M. la Regina — squisita ed espertissima dilettante —,
si propone invece, semplicemente, di "dare incremento alla
pittura all'acquerello", che, oltre ad essere, come tutti
sanno, un genere fine e piacevole, è un genere dirò così
commerciabile, in un periodo come l'attuale, in cui il buon
gusto dell'arredamento e la ristretta cornice degli ambienti
domestici reclamano lavori artistici di piccola superficie e
delicatezza di espressioni estetiche.
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Per la stessa ragione io penso che avrà fortuna pur la
Società degli Acquafortisti, anch'essa di recentissima
costituzione, e anch'essa sorta col desiderio di diffondere
il gusto dell'acquaforte, sostituendola, con moderna
interpretazione, alle stampe, talora tutt'altro che
artistiche, moltiplicate dagli odierni e facili mezzi
meccanici.
In questa prima esposizione la Società degli
Acquarellisti Lombarda raccolto poco più di trecento lavori,
non pochi dei quali sono più che ottimi - per lo meno un
quarto - e ben pochi - forse non ancora un quarto - sono
privi di una significazione estetica e di pregi tecnici.
Nella breve traversata della mezza dozzina di sale, mi
fermerò unicamente innanzi alle cose più notevoli - o che a
me sembrino tali - trascurando il buono per ammirare il
meglio; gettando un sorriso di compiacenza a una ricerca
tecnica o spirituale, sia pure non interamente riuscita, a
preferenza che a una delle solite espressioni, sia pur
garbata o inappuntabile; preferendo, come in ogni altra
estrinsecazione d'arte, il buon gusto di un particolare, di
una pennellata alla freddezza di una qualsiasi virtuosità
tecnica.
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Per
quest'ultima ragione, ad esempio, mi lascian freddo, nella
prima sala, i sapienti lavori di un maestro dell'acquerello,
Leopoldo Burlando, attraendomi di più le impressioni, benchè
non troppo personali, di Lodovico Zambelletti; e per tutte
le precedenti ragioni mi allontano subito dalla numerosa
raccolta del noto pittore Campi per indugiare innanzi alle
prime espressioni pittoriche della signora Egidia Brocca
Rospini (finissimo questo suo "Naviglio") o ai primi
acquerelli del valoroso Alessandro Gallotti, uno dei tanti
che, in questa Mostra, trattano impropriamente l'acquerello,
seguendo cioè il metodo della pittura a tempera o ad olio,
ma che pur non mancano di lodevoli qualità artistiche.
Paolo Sala giustamente impera nell'aula seconda, con una
dozzina di lavori degni del suo pennello e freschi d'ogni
leggiadria, sian delicati di tonalità o sgargianti di
colore; dolcemente sentimentali come
Melanconia del lago o rudemente veristi come Ore
calde in montagna, la Scena caucasiana e le
Donne alla fontana; racchiudano un'ampia ed elegante
visione come Sorpresi dal vento od offrano
l'impressione maestosa di un ghiacciaio, l'animazione di una
strada londinese nel fumo della nebbia, la fuga a
precipizio di una turba di contadini dopo la paura di una
valanga...
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Segnati
con la solita maestria i cavalli del Sartorio e la scenetta
di V. Bignami; finissime le piccole visioni di Emilio Borsa;
forti, originali, promettentissimi i sei lavori di Mario
Bettinelli, un giovane che andrà molto lontano, di cui sono
segnatamente ammirevoli l'Autoritratto — già tentato
a pastello, lo scorso dicembre, ed esposto alla Patriottica
— e il Golfo di Salò pieno di profondità e di
lucentezze.
Quella di Cesare Fratino è un'altra ammirevole tempra
d'artista, che non sfigura, nella terza sala, accanto a
maestri quali Pompeo Mariani e Giuseppe Mentessi, — i quali
per altro non si sono alienati nei loro bellissimi lavori
esposti alle rigide imposizioni dell'acquerello. E
degnamente vi figurano P. Chiesa, che come il Mariani ha
dipinto a guazzo le attraenti scene settecentesche; Alfonso
Muzii che vi dà prova dei colori da lui composti; del
Bersani che fermò sul cartoncino, adorabilmente, tre
istantanee infantili. Ricco di finezze, nei tre paesaggi
come nel nudino, Achille Beltrame; piena di sentimento una
figurina della signora Valentini Sala; decorativi ma non
volgari í paesaggetti della Burckhardt; fortemente
improntati quelli di Aurelio Craffonara.
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Nella saletta di passaggio che segue, i visitatori,
centellinando il tè, sono allietati da vari quadretti
floreali, fra í quali s'elevano per perizia tecnica quello
di Carlo Fayod, e qualcuno della signorina Adele Martignoni.
E assai simpatici, tra i fiori, appaiono la figurina e il
bimbo di Aldo Mazza. Nelle due ultime e notevolissime sale
trionfano due, tre, quattro fra i più illustri maestri del
colore lombardi: Leonardo Bazzaro, Luigi Rossi, Emilio Gola,
Filippo Carcano, accanto a Gerardo Bianchi, a Vittore
Grubicy, a Renzo Weiss, ad altri valenti.
Il Bazzaro sfoggia in sei
impressioni di vita il suo gustoso, smagliante e
frettoloso tocco che sa tutte le giocondità della luce e non
conosce pentimenti di sorta; il Rossi, con tutt'altra
tecnica, con carezza soave di pennellate, mostra in cinque o
sei lavori diversi la finezza della sua osservazione (e in
ispecial modo nel Romanzo
nel
Ritratto e nel
Grido della Montagna) la perizia e il buon gusto che han reso sì caro il
suo nome.
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Giuseppe Cherubini, lì accanto, riproduce interni ed esterni
architettonici con una precisione meravigliosa; ma... esula
anch'egli dalla pittura acquerellistica, come, in parte,
Emilio Gola nel suo efficace e possente paese; mentre il
Grubicy continua ad applicare, co' soliti suoi mezzi, la
tecnica divisionistica all'acquerello. Son da ricordare,
nella quinta sala, anche il Bianchi, vecchio
nell'espressione ma gustoso; il Balestrini, il Codognato, il
Mascarini...
L'ultima tappa è per Filippo Carcano e Renzo Weiss,
vice-presidente e segretario della nuova Associazione. Renzo
Weiss, accanto all'insigne paesista lombardo, non rimane
affatto danneggiato, per la scioltezza della mano e la
penetrazione del suo pensiero nel vero, ch'è in arte "la
natura più l'uomo". Diverso il metodo, diverso il genere; ma
simpatico il taglio del quadretto pittorico, pronta
l'agilità della pennellata e tutt'altro che volgare il
gusto.
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Il
Carcano, infine, offre alla nostra ammirazione sempre
viva e spontanea ben ventinove acquerelli, scrupolosamente
fedeli al genere e deliziosamente geniali. Nella più parte
son lievi, delicati, direi quasi profumati come i fiori del
mandorlo: ristrette visioni paesistiche appena accennate che
fan pensare a piccole melodie d'archi con la sordina, ad
armonie semplici penetranti conquistatrici - od ampie
impressioni di montagna o di collina; virgiliani sospiri di
cornamusa; freschi incantamenti d'albori appena accennati o
di pallidi vespri d'oro; vibrazioni di sensibilità
raffinatissime, suggestive, trionfanti.... Tutta una corona
di strofe semplici e luminose, inneggianti, con la massima
sincerità artistica, alla natura tutta una fioritura
primaverile di gentilezze, di armonie, di poesia.
E con l'animo pieno di questa poesia ci allontaniamo dall'
Esposizione, segno primaverile anch'essa di una larga
rifioritura di acquerelli e di acquerellisti, che auguro
piena ed intera, come la vittoria oggi riportata in grazia
specialmente della triade Sala-Bazzaro-Carcano....
(Fotografie di E. Sommariva)
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Pasquale De Luca
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