|
(Fonte : Emporium - nr 383 novembre 1926)
|
|
Cronache fiorentine: La cappella della Madre
Italiana
|
Con solenne cerimonia, alla presenza del Re e della Regina,
il 4 novembre, giorno sacro ad ogni memoria della guerra, è
stata inaugurata a Firenze, nel Tempio di Santa Croce, la
cappella votiva dedicata alla Madre italiana. L'idea pietosa
e riconoscente è stata rapidamente eseguita ed è diventata
una realtà. La povera e nuda cappella a sinistra dell'Altar
Maggiore, la sola cappella della chiesa che non aveva
monumenti e memorie del passato, è stata trasformata in un
piccolo tempio votivo, celebratore delle memorie e delle
glorie e dei sacrifici della guerra. Invece del solito,
retorico ed inutile monumento che ingombra tante piazze
delle città e dei paesi d'Italia, Firenze ha
ricordato la guerra celebrando in una cappella del suo
tempio consacrato alle memorie italiane, il doloroso e
coraggioso sacrificio delle madri, unendo così in modo
mirabile il sentimento religioso e il sentimento
patriottico. Centro ed espressione di questo sentimento
è sull'altare il gruppo marmoreo della Deposizione
scolpito da L. Andreotti, vincitore del concorso bandito due
anni fa.
Il gruppo è concepito con una nobile austerità, scevro
d'ogni teatralità e d'ogni superfluità, raccolto in una
mirabile sobrietà d'atteggiamenti, con una nudità di gesti e
di pose che si intonano all'ambiente: se pur molto discusso
è sicuramente un'opera nobile e degna dell'altissimo
soggetto.
|
Tutta la cappella è riuscita d'una perfetta armonia, ed è
concepita con un senso d'unità rara e squisita. Stretta,
altissima e profonda, la sua sobria decorazione avviva ed
accentua quell'impressione di raccoglimento e di aspirazione
all'alto che suggerisce la sua architettura. Una semplice
fascia di pietra forte gira intorno alla cappella per
un'altezza di circa quattro metri, e sulla fascia sono
incisi in lettere dorate due versetti dei Maccabei. A
destra: "Supra modum mater mirabilis et bonorum memoria
digna quae, pereuntes filios conspiciens bono animo ferebat
propter spem quam in Deo habebat". A sinistra: "Iste vita
decessit, non solum iuvenitus, sed universae genti memoriam
mortis suae ad exemplum virtutis et fortitudinis
derelinquens".
Un sobrio altare squadrato, ornato di due bassorilievi nel
basso, come due vive formelle, sostiene il gruppo della
Deposizione che posa sopra un gradino di pietra sul quale è
inciso il grido angoscioso di fra Jacopone: " II Figlio,
figlio, figlio, - figlio, amoroso giglio ! ".
Ai lati sulle due lunghe pareti, due bassorilievi
rappresentano la partenza del soldato e il ritorno del
figlio morto accompagnato dal genio della vittoria. Ogni
particolare della cappella risponde ad un mirabile accordo;
il pavimento a riquadri di granito verde e di rosso antico
disegnato, come l'altare, dal Lusini, i candelieri e il
Crocifisso sull'altare modellati dall'Andreotti, le lampade
in vetro veneziano del Venini, e i cancelli in ferro battuto
del Biondi di Firenze, le vetrate del Giovannozzi, e le
stoffe del Ferrari che nelle solenni circostanze rivestono
le pareti, le tovaglie dell'altare, ogni cosa si intona con
gusto alla severità commovente della cappella.
|
erre.
|
|
|
|
|
|