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(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)
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Galileo Chini
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L'artista fiorentino, ormai troppo noto perchè occorra
tesserne qui la biografia, il decoratore che all'eleganza e
agilità di forma natia unisce una festevolezza di colore
nella quale l'Oriente non ha invano addotto i suoi doni, si
presenta in questa mostra sotto un aspetto singolare e
tuttavia non inusitato per lui. Galileo Chini è l'autore
della decorazione delle sale e della collocazione delle
opere.
Questa bisogna delicata e irta di difficoltà che il Chini ha
voluto assumersi, rinunziando ad esporre opere sue, oltre ad
essere essa stessa un'opera d'arte, è altresì un atto di
fede e di amore, un devoto sacrificio fatto sull'altare
dell'Arte. Galileo Chini, pur entro sobri ritmi decorativi,
ha saputo dare all'insieme numeroso e diverso delle opere
una collocazione, non solo decorativamente intonata secondo
le dimensioni e le tonalità delle opere, ma tanto
chiaramente ragionevole, che ad ogni accento e ad ogni forma
d'arte ne derivano tutte quelle condizioni favorevoli di
spazio e di luce, di ambientazione e di vicinanza, che sono
le più atte a farne risaltare l'espressione e a metterne in
evidenza il carattere. La collocazione del Chini - pur
serbando il concetto, che è la caratteristica più alta e più
critica dell'esposizione: quella di raggruppare le opere
attorno ad ogni nome - è di per sè stessa un'esegesi ed un
commento di questa esposizione; ma ciò soltanto a condizione
di comprenderne la portata veramente estetica, senza
arrestarsi alle più superficiali apparenze. Tutti gli
espositori e tutti gli amici dell'arte debbono essergliene
grati.
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Opere esposte : |
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