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(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)
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Emilio Gola
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Il Conte Emilio Gola è nato a Milano nel 1852. Fece i suoi
primi studi al Politecnico, ma una volta ottenuta la laurea
in ingegneria, sentì sorgere in sé ben diversa vocazione -
quella dell'arte. Alla pittura lo iniziò Sebastiano De
Albertis.
Ben presto si distaccò come maniera dal maestro e si
distinse fra i giovani colleghi; cominciò a farsi un nome.
Aveva ventisette anni allorché espose a Brera un Interno
della Sagrestia delle Grazie e una Testa di donna che mise
in luce le sue qualità di colorista ad un tempo robusto e
raffinato. L'anno dipoi (1880) egli si affermava in modo
ancor più sicuro, esponendo a Torino: Testina di paggio,
Mendicante, Un ritratto, e alcune delicate ed evidenti
mezzefigure di donna.
Da allora la sua arte si è svolta con una continua e ricca
evoluzione nel senso di un'espressione sempre più
pittoricamente lirica, più libera da impacci formali ed al
tempo stesso più suggestiva. Dal ceppo della pittura del
Ranzoni e del Cremona - riaffiorare sotto rinnovate forme
della lirica chiaroscurale Leonardesca - il Gola ha
innestato una sensibilità e un accento tutto suo proprio e
incomprendibile.
La sua pittura è più sensuale di quella dei suoi,
predecessori, più portata alle impetuose spezzature che agli
indugiati accarezzamenti. Frutto di un'epoca tutt'altro che
romantica (come invece fu quella in cui vissero gli
aleardiani eroi della «Scapigliatura»), piuttosto che
dell'espressione intima e sentimentale del soggetto si
compiace della corposa bellezza e dell'evidenza prettamente
pittorica del colore.
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Il Gola predilige le gamme calde e gravi, in cui il
chiaroscuro sembra circolare nella polpa cromatica come un
sangue vivo, suturandola e plasmando con le sue gradazioni i
diversi piani e i diversi volumi. «Studiando il vero, non
amarlo servilmente, non imitarlo mai, ma tentar di trovare
in esso lo spunto della propria idea». Questo aforisma
del Gola, meglio di ogni altra parola che noi potremmo
aggiungere, caratterizza tutto lo spirito lirico e
soggettivo della sua pittura.
Emilio Gola è artista dal carattere grave e austero -
sebbene di umor gaio e cordiale - geloso e intransigente nei
riguardi della probità e della sincerità della propria arte
e dell'arte in genere. A questo proposito vale la pena di
citare, anche per la vivacità con la quale è narrato, un
aneddoto che Renato Simoni ha raccontato nello scrivere
dell'artista un nervoso «profilo».
«Un giorno, sono già molti anni - racconta il Simoni - in
non so quale piccola esposizione, alla chiusura dei conti
rimase un residuo di 200 lire della somma destinata agli
acquisti. La Commissione, tra il poco di buono che aveva
davanti a sé, fissò l'attenzione sopra due modestissimi
quadretti, intendendo di comperarne uno con quell'esiguo
denaro. Si rendeva conto che si trattava di due opere meno
che mediocri; ma tant'è, doveva eseguire il mandato che le
avemmo affidato. Fu interrogato anche il Gola:
- Quale preferisci di queste due tele?
- Né l'una né l'altra.
- Lo sappiamo: ma quale ti pare meno brutta?
- Né l'una né l'altra?
- Tuttavia poiché bisogna comperarne una, quale
sceglieresti?
- Né l'una né l'altra.
- Ma insomma se ti dicessero: «o una di queste due tele o la
morte», che cosa risponderesti?
- La morte.
A parte il tono burlesco col quale il Gola pronunciò cotesta
definitiva risposta, essa era davvero l'espressione della
sua irreducibile probità artistica.
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Opere esposte :
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Dipinti a olio.
1. Piazzetta di S. Marco
2. Ritratto di signora
3. Studio di un ritratto per signora
4. Id.
5. Venezia dal lido
6. Testa di giovanetto
7. Testa di ragazzo
8. Testa di vecchio
9. Un cipresso
10. Figura di donna
11. Bacino di S. Giorgio a Venezia
12. Testa di donna con cappello
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