Il pericolo dei Sindacati degli Artisti, per quanto riguarda
l'arte e non il semplice esercizio professionale, sta nella
clausura: Sindacati degli scrittori, Sindacati degli architetti,
Sindacati dei pittori, Sindacati degli ingegneri, Sindacati dei
musicisti. Risolta la questione dell'albo, inclusi questi,
esclusi quelli (che non vuol dire inclusi i buoni ed esclusi i
mediocri perché oggi un Sindacato che desse giudizi di qualità
potrebbe diventare o un'Accademia o un torneo di pugilato),
tutto resta fermo se il Sindacato non s'occupa della così detta
cultura. Ma occuparsi di cultura, nel 1927, non è come
occuparsi, mettiamo, nel 1227 o nel 1327 dell'onesta tecnica
d'un'arte, che era l'occupazione, anzi il merito di ciascuna
corporazione medievale d'arte o di mestiere: come debba essere
preparata la doratura del fondo d'un dipinto, quale legname
s'abbia a usare per costruire una cassapanca a un armadio,
quanti anni il garzone d'un pittore debba aspettare prima di
poter toccare i pennelli, e via dicendo. Non è detto che qualche
Sindacato non voglia occuparsi anche di questo, ma data la
varietà e libertà delle tecniche sarà conte voler dare forma
alle nuvole; e basta leggere la protesta degli Architetti appena
è capitato loro sulle spalle il divieto di far costruzioni in
cemento senza l'assistenza d'un Ingegnere.
Oggi per Cultura s'intende storia, teoria, esperienze
comparate, profezie rassicuranti sull'avvenire di questa o di
quell'arte di questo o quel cenacolo, di questo o quello stile:
e questi non sono esercizi che ogni Sindacato possa fare da sé,
nel suo chiuso. La Cultura è collaborazione pronta, continua,
sagace e anche audace tra un'arte e l'altra, tra architettura e
archeologia, tra musica e pittura, tra pittori e scultori, tra
presente e passato, tra la speranza e il ricordo: collaborazione
che deve essere stabilita tra uguali, non stasera tra gli
architetti e uno storico dell'arte loro che tiene, invitato, la
sua conferenzina e dopo i battimani se ne va da una casa che non
è la sua. Non basta: oggi, come quindici o vent'anni fa chiedeva
alla Camera l'on. Marangoni deputato rosso, i Sindacati degli
Artisti chiedono addirittura il diritto esclusivo di sostituirsi
alle pubbliche Amministrazioni che si occupano degli antichi
monumenti e dei musei. Non sono monumenti e musei opere
d'artisti, cioè di antenati dei pittori, scultori, architetti
raccolti oggi nei Sindacati? Noi poniamo questi problemi ora che
le Corporazioni e i Sindacati cominciano la loro opera di
governo. Perché il loro sia un buon governo, questi problemi
vanno rapidamente risolti da chi ha l'autorità di risolverli.
E inutile aggiungere, per amor di chiarezza, che per noi gli
artisti sarebbero mediocri direttori di gallerie o d'istituti o
di scavi; anzi i Migliori artisti sarebbero i peggiori
direttori. anche se dovessero soltanto dirigere una pubblica
Galleria d'arte moderna.
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