Alla Biennale di Venezia le vendite stanno per raggiungere i
due milioni di lire, Inchiniamoci. L'altro giorno proprio un
triestino, l'avvocato Giorgio Georgiadis, ha comprato, oseremmo
dire, un vagone tra statue e pitture e acqueforti per la sua
privata collezione. Il nome di Venezia giova a far sembrare
bello tutto quello che, anche per sei mesi soltanto, prende luce
da quel cielo incantevole.
Pei mecenati l'arte è come l'amore. Nella loro adolescenza
(di mecenati) tutte le donne sembrano torri d'avorio e vasi
d'elezione. Poi con l'esperienza e l'età si diventa difficili, e
magari monogami. Noi aspettiamo fiduciosi il giorno benedetto in
cui il signor Ricci-Oddi di Piacenza e il signor Giorgiadis di
Milano e i tanti loro ammirevoli compagni in questi bei desideri
incomposti ancora e contradditori, passeranno con l'arte a
giuste nozze e distingueranno i così detti nobili affetti da
quelli altri. Intanto, pel bene degli artisti e della Biennale
veneziana, se non ancora pel bene dell'arte, applaudiamo, quasi
commossi,
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