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(Fonte : Bollettino d'Arte - 1931 Anno XXV Numero V)
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Un quadro di Silvestro Lega nella Pinacoteca di
Brera
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La collezione dell' Ottocento raccolta nelle ultime sale di
Brera si è arricchita del noto quadro detto il Dopo
pranzo o meglio Il Pergolato di Silvestro Lega,
già nella collezione Rosselli di Viareggio. Oltre al valore
intrinseco dell'opera, e da porre in luce il significato
particolare di questo acquisto. Sino dal tempo del riordino
e della riapertura di Brera dopo la guerra, il suo direttore
aveva coraggiosamente deciso che le scuole dell'Ottocento
fossero rappresentate accanto alle antiche per sfatare, nel
pubblico, l'ostinato pregiudizio di una soluzione di
continuità tra "la grande arte? del passato e la moderna.
Coraggiosamente, perchè in quegli anni la rivalutazione
dell'Ottocento non appariva ancora ad ognuno, come oggi
appare, una necessità di giustizia e di storia. Ed anche
perchè il materiale di cui si poteva disporre a Brera per
formare una raccolta dell' Ottocento era insufficiente e di
pregio assai vario: accanto ad opere insigni come i ritratti
dell'Hayez, il Faruffini, i Mosè Bianchi, pleiade di saggi
scolastici di maggiori e minori Ottocentisti.
Il direttore di Brera pensò che valesse intanto vincere la
questione di principio con le armi di cui disponeva,
provvedendo però a relegare nei depositi gran parte di quei
dipinti che ormai avevano solo valore documentario, per
ritirare invece dall'Accademia di Brera e soprattutto dalle
collezioni municipali di Milano opere importanti
dell'Ottocento che erano state cedute in deposito. Si formò
cosi una collezione ottocentesca d'una qualche importanza
per pregio di singole opere, ma ben lungi ancora dall'essere
la raccolta organica e selezionata che si poteva desiderare
per un istituto come Brera, a conclusione della serie delle
gloriose pitture antiche, tale da offrire una visione
sintetica ma adeguata dell'Ottocento italiano. Per ottenere
questo risultato non si poteva contare che sulla munificenza
dei privati, poiché mancava, e manca, un apposito fondo
governativo per acquisto di opere del sec. XIX per Brera; e
Il Pergolato, che è una magnifica offerta
dell'Associazione degli "Amici di Brera", apre oggi appunto
la serie dei doni destinati all'arricchimento della raccolta
moderna braidense.
Se si pensa che ogni galleria d'arte, anzi ogni sala di
galleria ha un suo "clima" e non conviene trasformarlo
troppo bruscamente creando contrasti tra le opere esposte,
si converrà che meglio non si poteva scegliere per un primo
acquisto nel campo dell'Ottocento toscano. All' atmosfera
"romantica" caratteristica, almeno sino ad oggi, della
raccolta braidense, si intona perfettamente questa scena di
intima vita ottocentesca, questo pacato conversare di donne
dalla squisita sensitività femminile, sigillata però nel
riserbo del casto costume, dei gesti lenti e modulati, dalle
pure, idealizzate "arie di volto" , accolte sotto it
pergolato ove il fulgore del meriggio si placa in una quiete
quasi claustrale di lume (fig. 1). Attingendo alla realtà
quotidiana umile ed eterna, il Lega ha qui espresso l'ideale
vanamente perseguito dalla scuola storico-romantica
dell'Ottocento nei macchinosi "quadri di composizione" : ha
fissato, cioè, indelebilmente, nella rappresentazione
artistica, lineamenti esteriori e caratteri spirituali della
civiltà del Risorgimento.
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Il significato artistico del quadro non e minore di
questo suo valore umano. Esso appartiene al "periodo
di Pergentina" vissuto dal Lega nel sobborgo fuori porta
Santa Croce di Firenze, in comunione di lavoro e di studi
dal vero con Beppe Abbati, con Odoardo Borrani, con
Raffaello Sernesi, nell'ospitalità della famiglia Battelli
che diede appunto al pittore i personaggi e gli elementi
scenici per la sua creazione. Di questo felice momento
dell'attività del Lega (che comprende Il Matrimonio
sull'Aja , La Visita , Gli Orti a Pergentina, Viatico)
Il Pergolato è l'opera più completa, ed anzi di una
realizzazione artistica tanto piena e perfetta da non avere
rivali, sotto questo punto di vista, nell'intera attività
del maestro. Ma al tempo stesso essa lascia scorgere
nitidamente e gli elementi della formazione artistica del
Lega e i segni della sua futura evoluzione.
La purezza dei contorni, la tessitura limpida e salda dei
primi piani, grafica nonostante le delicate modulazioni di
colore e chiaroscuro, testimoniano dell'educazione "purista"
che il maestro ebbe con Luigi Mussini e con il Ciseri. Solo
che all'arcaismo quattrocentesco egli ritorna di istinto,
non in virtù delle convenzioni accademiche dei suoi maestri
e neppure degli intellettualistici sofismi degli emuli
preraffaelliti inglesi, e può quindi ricreare sinceramente,
nella sua opera, il naturalismo lirico dei primi
Quattrocentisti. Lo svolgimento del Lega da questa cosi
detta "maniera pacata" all'estasi dei volumi, alla furia
dionisiaca del colore che contraddistinguono la sua arte
estrema, si avverte nello sfondo de Il Pergolato,
dove già le erbe mareggiano in onde di luce, e gli alberi,
sfatta la precisa grafia dei contorni, si stagliano come
morbide masse di colore sul cielo perlaceo.
E' interessante notare come questa fattura rapida e
macchiata già fosse evidente nel bozzetto del giardino, ora
nella raccolta Del Pino di Firenze (fig. 2), che il Lega
dipinse quattro anni prima della intera scena, nel 1864, e
come l'artista frenasse, poi, nel quadro, la violenza
pittorica di questa impressione d'ombra e di luce, per dare
un'opera racchiusa ancora negli schemi della tradizione e
che resta a documentare un prezioso momento della storia
artistica ottocentesca: il passaggio dalla maniera
disegnativa, qui rivissuta secondo la tradizione toscana, al
pittoricismo puro dell'arte moderna.
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Fernanda Wittgens
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